OCCHIO DI GIUDA : Carceri e dignità, dibattito al liceo classicoL'Aquila
Studenti e avvocati penalisti hanno discusso sulle drammatiche condizioni in cui vivono i detenuti nelle prigioni italiane.
IlCapoluogo.it
giovedì 22 novembre 2012 21:34
di Marianna Gianforte

Al liceo "D.Cotugno" di Pettino si è tenuto un convegno dal titolo "Il carcere non può aspettare". A spiegare a 250 studenti del classico, del liceo linguistico, del pedagogico e dell'istituto di scienze motorie sono stati gli avvocati del consiglio direttivo della camera penale "Emidio Lopardi jr." dell'Aquila: Massimo Manieri, Fabiana Gubitoso (che è anche la responsabile dell'osservatorio carceri), Giulio Lazzaro e Gianluca Totani.

Preoccupanti i dati dei suicidi registrati negli ultimi anni nelle case circondariali d'Italia. Nel 2010 su 186 deceduti, 65 sono stati suicidi. Nel 2011, su 184, i suicidi sono stati 66. Numeri che hanno indotto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e papa Benedetto XVI a sollecitare il governo a mettere mano al sistema carcerario.

Uno dei motivi per cui le carceri sono sovraffollate è dovuto «all'eccessivo ricorso da parte dei magistrati alla custodia cautelare», hanno spiegato gli avvocati, «un dato statistico ci dice che su 100 persone rinviate a giudizio vengono definite colpevoli dopo i tre gradi di giudizio solo il 15%. Molti i processi che finiscono in prescrizione. Il 50% della popolazione carceraria non sta scontando una pena definitiva, è in carcere ma non ha ancora subìto il primo processo. Esiste la cosiddetta custodia cautelare, con la quale il magistrato ha la possibilità di prevenire, ad esempio, che la persona indagata inquini le prove, o che si dia alla fuga o che reiteri il reato. Ma come si fa a dire con certezza se tra 2 mesi quella persona compie ancora lo stesso reato? Questo concetto viene utilizzato per prevenire reati attuando una politica giudiziaria sbagliata. Il risultato è che abbiamo carceri capienti per 45.778 persone, ma che ne contengono oltre 68mila. Una situazione che rende difficile anche mantenere buone le condizioni igieniche».

Nel corso del convegno è stato proiettato un video in cui sono state illustrate le condizioni di promiscuità e degrado in cui i detenuti trascorrono il loro tempo: spesso 20 ore su 24 in cella. Poi spazio alle domande da parte degli studenti, che nei giorni scorsi si sono preparati con l'aiuto dei docenti di storia e di filosofia. Gli studenti, Alessio, Beatrice, Federico per dirne alcuni, hanno posto domande sui maltrattamenti in carcere, su come si possa rieducare una persona che ha tolto la vita a un'altra persona, sulla dignità dei detenuti calpestata, su cosa si possa fare per porre fine a tutto questo.
Fonte : Il capoluogo.it
Eremo Rocca S. Stefano giovedì 22 novembre 2012
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