FOGLI DI SERA : “Non io ti manco, tu mi manchi “
Questi
sono i pomeriggi delle more. Poi verranno i giorni dell’autunno con i
boschi pieni di castagne. Ora la sera fa un po’ caldo. La mite
temperatura invita a restare fuori casa. Nel pomeriggio assolato
cerchiamo le more tra le siepi della strada. Ora non sono più
impolverate. Non ci passa più nessuno perquesta strada. Sono i giorni
che si raccolgono, si lavano e si cuociono per le composte, le
marmellate da magiare durante l’inverno. I giorni dell’inverno conla
legna accatastata fuori l’uscio per il camino. E dell’autunno sono i
giorni della raccolta della legna da ardere in inverno. In questi giorni
ora in cui si pensa all’immediato futuro la sera non guardo la tivvù ma
rileggo i racconti,quelli scritti dagli uomini e dalle donne che
preferisco, che fanno ridere ,che fanno piangere. Alcuni di quegli
uomini e di quelle donne li posso vedere eascoltare appunto in tivvù,
attraverso i loro blog e qualche volta da vicino quando vengono in
questa città . Altri li guardo in foto. Foto piccole e grandi che
conservo sparse qua e là nella stanza. Qualcuna attaccata con il nastro
agli sportelli dei mobili. Qualcun’altra incorniciata. Qualcun’altra
come segnalibro.
E li saluto ogni giorno . Riparto ogni tanto dai
primi racconti .Quelli che ho letto da adolescente. Quelli che loro
hanno scritto proprio in alcuni momenti .Sono storie di delitti d’amore,
di principesse, di serve ma anche di uomini che si trasformano in
grandi insetti. E poi ci sono frasi, espressioni,ed emozioni.
Quelle
emozioni che mi tornano nel cuore e nella mente quando penso a te.Sono
sei anni che le tue ossa si asciugano nel nostro cimitero, dove dormono i
nostri genitori e i nostri amici. Sta lì appena fuori dellanostra città
che abbiamo lasciata per venire a vivere in questa città e da casa
possiamo raggiungerlo a piedi. In un metro di terra di fronte a te ho
piantato una rosa. Una rosa che mi hanno regalato per te. Non riesco a
potarla perchè essa pure è fragile, come te. Che ora dormi e che alla
finestra di casa asciugavi i capelli al sole di maggio quando ti
svegliavi . Lavavi il sonno eil mio odore .
Quest’anno l’inverno
si è spinto fino a metà primavera e all’improvviso è venuta l'estate.
Quella che abbiamo messo assieme un giorno alla volta,che è appena
passata e che ci ha introdotto, senza strappi in questo autunno. Io ho
continuato a piangere durante gli inverni di tutti questi anni nel
cavodelle mani perché non cadesse goccia a terra.Lasciavo alla pioggia
bagnare la terra.
Ho staccato dalla stanza di quella casa
terremotata le tue cose e le ho portate qua .Dicevo neanch’io resto , se
vai. Poi mi sono confuso e ho aspettato. Aspetto .
L’ultimo
capoverso d’un libro che sto leggendo mi introduce nella mente il
silenzio come il chiasso di un quartiere in festa . L’ho letto come una
lettera e stasera è come un salvacondotto per il sonno di questa sera.
Questa sera non io ti manco, tu mi manchi .
Eremo Rocca S. Stefano giovedì 13 novembre 2014
giovedì 13 novembre 2014
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento