“Cosa c’è di peggio di
essere un bullato? E’ vero ci sono le guerre e le carestie e quelli che non hanno da mangiare .Ma io ho
nove anni e tutti i lunedì mi menano “
“Manuel a testa in giù”
di Monica Giuffrida è il primo volume pubblicato dalla neonata casa
editrice romana La Ruota di Maristella
Occhionero.Con questo volume l’editrice inaugura le sue collane con uno “sguardo dal ponte “,ossia traghettare
nel mondo dell’editoria nuovi mondi per “essere al passo con il mondo” non solo
dei sentimenti ( la vita di ogni lettore trasformata con un contagio di idee , sensazioni,emozioni
,riflessioni ,) ma anche delle
imprese culturali ed economiche.
Sulla nascita dell’editrice La Ruota è la stessa
ideatrice,animatrice che ne parla in due
interviste date a Samantha Terrasi (1).
Nella prima alla domanda :Questa
grande – nel senso di complessa – idea di aprire una casa editrice: com’è nata?
Hai già lavorato in questo settore o sei una neofita? Hai già un team di
collaboratori per alcuni servizi specifici (non so, grafica, redazione,
traduzione…) Maristella Occhionero risponde
Da un paio di anni lavoro in questo settore. L’idea è nata dalla mia passione e dal mio sogno di creare una casa editrice seria che promuova gli autori e che scelga testi di qualità. Come ti dicevo ho già diverse persone interessate a far parte insieme a me di un comitato di valutazione; due aiuti per quanto riguarda l’editing, una grafica in famiglia e contatti con altri grafici.
Da un paio di anni lavoro in questo settore. L’idea è nata dalla mia passione e dal mio sogno di creare una casa editrice seria che promuova gli autori e che scelga testi di qualità. Come ti dicevo ho già diverse persone interessate a far parte insieme a me di un comitato di valutazione; due aiuti per quanto riguarda l’editing, una grafica in famiglia e contatti con altri grafici.
Intervista che così continua :Quando
parli di editoria di qualità a chi pensi? Se potessi, per esempio, ripubblicare
un autore i cui diritti non sono ancora scaduti, oppure un libro già classico
che ti sarebbe piaciuto pubblicare per la prima volta, cosa sceglieresti, e
perché?
Forse sono ripetitiva ma sarebbe un onore pubblicare un testo della Allende oppure se parliamo di classici non so magari “Madame Bovary” o “Cime tempestose”! Per editoria di qualità intendo testi che sappiano trasmettere emozioni, che non si perdano pezzi di trama per strada e che tengano sempre alta la tensione narrativa senza far distrarre e disamorare il lettore. E poi naturalmente anche scritti in italiano più o meno corretto; è vero che gli errori capitano a tutti e gli editor esistono anche per quello, però se un testo è completamente sgrammaticato vorrà dire che quella persona non è ancora pronta per pubblicare qualcosa.
Forse sono ripetitiva ma sarebbe un onore pubblicare un testo della Allende oppure se parliamo di classici non so magari “Madame Bovary” o “Cime tempestose”! Per editoria di qualità intendo testi che sappiano trasmettere emozioni, che non si perdano pezzi di trama per strada e che tengano sempre alta la tensione narrativa senza far distrarre e disamorare il lettore. E poi naturalmente anche scritti in italiano più o meno corretto; è vero che gli errori capitano a tutti e gli editor esistono anche per quello, però se un testo è completamente sgrammaticato vorrà dire che quella persona non è ancora pronta per pubblicare qualcosa.
Nella seconda
intervista ( 2 ) Occhionero ritorna sulle motivazioni della
nascita della casa editrice e ne illustra i programmi .Infatti
si legge :
Samantha:
Com’è nata l’idea di fondare una casa editrice?
Maristella: E’ nata piano piano. Inizialmente mi sono
concentrata sul tentativo di provare a lavorare nel settore. Ho iniziato a
collaborare con l’agenzia letteraria Bottega Editoriale. Poi, però, è diventato
sempre più forte il desiderio di creare qualcosa di mio.
Samantha: Cosa
ti ha spinto a farlo?
Maristella: Al momento attuale penso sia meglio crearlo
il lavoro e concentrarsi su cosa ci appassiona per dare il massimo
Samantha: E’
bello creare qualcosa che realizzi le nostre passioni.
Maristella: Sì.
Samantha: Come
si chiama la tua casa editrice?
Maristella: La Ruota edizioni.
Samantha: Da
dove nasce il nome?
Maristella:
L’idea di chiamare la casa editrice La Ruota è stata del mio compagno. In
realtà il significato è ironico e si riferisce in modo scherzoso al fatto che,
quando nasce un’idea, si dice che nel cervello si è svegliato il criceto sulla
ruota.
Samantha:
Quali sono i vostri criteri di valutazione?
Maristella: I criteri sono diversi. Un testo per essere
scelto deve tenere alta la tensione narrativa (per quanto riguarda i romanzi),
deve esser scritto con un linguaggio fluido, scorrevole e il più possibile
corretto. Un testo che fa piacere leggere. Non pubblichiamo tutto
indiscriminatamente.
Samantha: Avete altri testi pronti per la pubblicazione?
Maristella: Sì, altri tre testi sono stati scelti.
Samantha: Quali sono?
Maristella: Il secondo in ordine di uscita sarà un testo
per ragazzi della scrittrice Monica Giuffrida dal titolo Manuel a testa in giù. Questo libro
affronta in modo ironico e pungente un tema spinoso come quello del bullismo.
Si tratta di una lettura originale adatta sia ai giovani che a i meno giovani.
Samantha: E con l’anno nuovo?
Maristella: Intorno a Gennaio, invece, uscirà il nostro
primo testo fantasy di Yasodhara Leandri dal titolo La
custode.
Ma torniamo a “Manuel a testa in giù” Un racconto che si
giova della grafica di Mario
Mielati che ne ha curato l’immagine di
copertina e le illustrazioni per un
progetto realizzato da Paola Catozza ed è il primo esperimento della trasformazione di un problema che oggi nel nostro paese viene sempre più in evidenza: quello del
bullismo che in quest’opera diventa una
lettura accattivante e coinvolgente. Perchè l’autrice Monica Giuffrida che si trova al suo quarto esperimento narrativo ,riesce a dosare tutti gli elementi probanti
di una storia, ormai forse troppo
comunemente famosa ( sempre più oggetto di cronache scolastiche e familiari )
,in un telaio che tesse non solo
l’approccio a questo fenomeno ma anche il
loro svolgimento e la conclusione
dei fatti che danno vita appunto al fenomeno stesso. Riesce così a
chiamare il lettore ad una
riflessione che diventa proponibile
anche nel contesto scolastico dove
spesso si annida un pericolo. Ossia un nucleo nero di rapporti e relazioni che
vivono di sguardi, parole, minacce sottaciute e a volte anche di botte. E per
stare alla confessione dell’ultima
vittima di tale fenomeno ( vittima nel
senso letterale della parola perché a seguito di quei comportamenti si è tolta
la vita, come hanno riferito di recente organi di stampa )non sono le
botte che poi alla fine fanno male ma le
parole.
“Il bullismo non è una moda, e non è di moda. Il bullismo è prevaricare, offendere, sminuire l’altro, in maniera intenzionale e ripetuta. Un atto di vigliaccheria travestito da qualcosa d’altro. E di bullismo si muore. Succede, è successo. Tanti, troppi episodi che ci lasciano sgomenti, spaesati, ma non devono lasciarci muti.
Bisogna parlare e tanto, far partire e ripartire il dialogo anche quando costa fatica, riempire i vuoti e i silenzi con le parole.
E poi naturalmente captare i segnali di disagio, diventare abili lettori tra le righe, comprendere comportamenti e manifestazioni emotive spesso non lampanti. Un discorso che vale tanto per i genitori quanto per gli educatori. Il bullismo a scuola esiste, è un fenomeno costante, che resiste a sporadiche campagne di sensibilizzazione. Il bisogno di farsi accettare, diventare parte di qualcosa, essere riconosciuti come membri di un gruppo, è un bisogno continuo, incessante. Ed è proprio in questa affannosa ricerca di piacere agli altri che si annidano i pericoli di essere presi di mira, scartati, isolati. O al contrario di trasformarsi in carnefici alle spese di un altro ritenuto più debole. I bulli si sentono i migliori, i più furbi, i più forti. Si accaniscono contro chi è diverso da loro per modo di vestire, di parlare, di essere. Non c’è un identikit preciso. Chiunque può diventare una vittima!
Popolari contro “sfigati”, bulli contro vittime. Non è facile ribellarsi alle prepotenze, si ha paura e vergogna. Ma qui entrano in gioco gli altri. Gli insegnanti, i genitori, e soprattutto i compagni di scuola, gli amici. Si può intervenire in diversi modi, non fornendo ad esempio un pubblico al bullo, dando sostegno a chi subisce le angherie, denunciando. Non è facile certo. Ma i bambini e i ragazzi hanno spesso un senso della giustizia più marcato del nostro. Decidere di non fare nulla è già scegliere di stare dalla parte sbagliata.”
Samantha: Cosa rappresenta questo libro?
Monica: Questo libro rappresenta un traguardo importante.
Ci sono stati altri libri in questi anni e ogni storia, ogni personaggio che è
nato nella mia testa e si è fatto raccontare dalla mia penna è un pezzo della
mia vita a cui tengo molto. Ma questo romanzo è qualcosa che sentivo dentro da
tanto tempo e scriverlo mi ha regalato delle emozioni indescrivibili.
Samantha: Come mai hai trattato un tema così delicato
come il bullismo?
Monica: Il bullismo è purtroppo un tema sempre attuale,
un fenomeno a cui anni fa’ forse non si dava uno specifico nome, liquidandolo
forse con troppa facilità. Oggi per fortuna se ne parla, anche se, a mio modo
di vedere, non abbastanza.
Samantha: Cosa ti ha ispirato?
Monica: Un episodio di bullismo accaduto nella scuola
elementare di mio figlio diversi anni fa’. Bambini di 9/10 anni, capaci già di
pensare e portare avanti tutta una serie di comportamenti vessatori nei
confronti di un altro bambino. Questa cosa mi aveva sconvolto.
Samantha: Se lo dovessi definire in tre parole quale
useresti?
Monica:
Tenero, ironico, coraggioso.
E
dunque Monica Giuffrida in questo suo “Manuel a testa in giù” ,proprio alle
parole guarda ,proprio le parole indaga .Le parole “chiave “ che fanno da
sottotitoli ai singoli capitoli della
storia..E noi con gli occhi di Manuel guardiamo un mondo ,il
mondo che lo circonda, la famiglia,la scuola, il quartiere e vediamo allo specchio il nostro mondo. Perchè
quello di Manuel è simile al nostro .Sono mondi che dialogano tra loro, seppure nelle pagine della Giuffrida,con un
interscambio fecondo. Perché creano
un’allerta che coinvolgendoci ci spinge
a guardare meglio, a non sottovalutare ,
a sforzarci di notare i segnali di un fenomeno che purtroppo incontriamo con sempre maggiore
frequenza. Lo sforzo di capire i camuffamenti, di svelare i vuoti e i pieni, di
differenziare le luci e le ombre . Per
restituire così, sotto forma emotiva, ma anche pratica, concreta, quotidiana,
il messaggio che l’autrice del libro ci vuole dare. Il bullismo è la segnalazione
mascherata di un disagio. Una
profonda sofferenza che nel cuore del cosiddetto “bullo” sta a dire la solitudine
da se stesso e dal suo mondo in crescita che ad un tratto si arresta
perché ristagnante in una palude melmosa
che imprigiona la vita ( quella vera ) e
la immobilizza. Il bullo non riesce a
crescere perché ad un tratto gli manca qualcosa. Quel qualcosa che cercherà per sempre in una visione distorta
della vita che famiglia, scuola, agenzie culturali ecc. non sono riuscite a
rendergli limpida e piena di senso positivo. Una profonda sofferenza è anche
quella della condizione della vittima
che vede la grande svalutazione della
propria identità e la costante emarginazione
dal gruppo.
(1)http://blog.upspringer.com/it/intervista-a-maristella-occhionero-ideatrice-de-la-ruota-edizioni/
Samantha Terrasi in Interviste il 4 dicembre 2015 http://www.samanthaterrasi.it/due-chiacchiere-con-maristella-occhionero/
(3) Bulllismo
,occorre parlarne.
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