Ti ho lasciato dentro quelle
stanze
luminose,
ora il mio corpo evapora
e non è più quello
di quanto avevo sei anni.
Il viaggio nei corpi
si sa è quello che abbiamo
imparato negando
la normalità;
è che sono stati quei passi
a portarmi sul limite del
giorno.
Il giorno poi è fatto
di quelle orme che facevano
il cammino.
Io le ho viste quelle orme
sulla sabbia ,sul fango,
sulla cenere,
erano anche fatte un po’ di
parole
quelle parole che raccontano
quello che accade
e quello che accade si
racconta
con quelle parole.
Che ci faccio io poi in
questo paese
in questo paese dove so che
non voglio
più essere
frana, miseria, fame, dolore,
pianto, silenzio.
Ogni anima esibisce qui una
pena
infinita
ed è questo il luogo del
capolavoro
del sogno ,
l’artrosi che storce
anche l’antica mestizia
di una terra dell’osso
in un tempo
sfinito e affaccendato
affaccendato e sfinito .
Valter Marcone Eremo Rocca Santo Stefano giovedì 31 marzo 2016
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