Agli amici e frequentatori del blog osservatoriodiconfine (http://osservatoriodiconfine.blogspot.com/
)
Dal mese di settembre dello scorso anno i post delle rubriche del blog si sono diradati. Appaiono in questi
mesi trascorsi,da allora ad oggi, solo i
link che richiamano l’attività poetica ospitata nel blog
LeStanzeDellaPoesia su Il Capoluogo.it.
.L’assenza di altri post è dipesa
dall’impegno di un trasloco e
della relativa sistemazione logistica.
Infatti dall’Eremo di Via vado di sole ,
nel quartiere Valle Pretara di L’Aquila
l’eremo si è trasferito alla
periferia della città. A undici chilometri
dal centro dell’Aquila a Rocca S. Stefano di Tornimparte . Dopo la
sistemazione logistica , estremamente laboriosa a varie ragioni, si è
provveduto a ripristinare la connessione alla rete per il cui sono
pronto a riprendere le rubriche
dell’osservatorio.
Un blog nato nel novembre
del 2009 quando, di fronte alle evidenze del terremoto, alle esperienze della
vita in tenda, alla riconquistata fragile normalità di un alloggio “di quattro mura “ (né tela, né legno, nè
lamiera ma solide mura di pietra
e calce ) ho sentito la necessità
di dare vita ad un progetto per altro
ideato prima del terremoto.
Osservatorio di
confine voleva e vuole fare esperienza
di scrittura attraverso due punto :
l’osservazione e il confine.
Per chi come me ha lavorato per alcuni
decenni in una istituzione chiusa ,l’osservatorio di confine diventava ed è un
modo proprio di aprire quella
istituzione da una parte e di
sperimentare dall’altra la visione che a’punto da quel confine si ha delle cose
e del mondo. Aprire dunque ai “viandanti della rete “ perché potessero portare una notizia , una idea , una buona parola sul loro cammino a tutte le persone che inc0ontravano e incontrano , nei luoghi
dove sostavano e sostano.
Naturalmente si trattava di costruire , con le
rubriche un percorso di scrittura
che attraversasse poesia,
narrativa,storia, antropologia, economia ,messe insieme trasversalmente per offrire forse un punto di riferimento ma anche semplicemente un punto di incontro.
In alcuni momenti però questo progetto è stato sopraffatto dall’impellente crudele necessità
di guardare e piangere su una città ( a
Via vado di sole per mesi la notte e il
giorno ho sentito solo il latrato dei cani e ho visto luci accese nelle dimore
che si potevano contare sulle dita di una mano ) . Una città distrutta in ogni
senso. Tanto che a volte mi sono domandato che senso aveva restare lì. Ed era
come presidiare un confine ( in senso reale e metaforico ) e ci sono rimasto fino a quando le luci sono diventare più
numerose e per le strade si sono cominciate a sentire voci.
Con la rubrica ET
TERRA MOTA EST si è riflettuto sull’evento del terremoto e sui problemi
della ricostruzione che stenta ancora
oggi a partire. Questa rubrica è stata abbandonata nel maggio del 2012
con l’impegno di riprenderla per
“fare i conti “ ( delle promesse e premesse elettorali, delle idee sulla nuova
città , sullo stato di avanzamento della
ricostruzione e non solo ).
Così a fianco di Sillabari,Ani9mali veri animali immaginari,
Voci e storie dal silenzio, Bibliofollia
sono nate ad Hoc, Historica, Artefactum,Editoriali, Settimo giorno, Canzoniere ,Gramsciana, Poesie d’altri ed altre poesie, La luna dei lunatici, Camera oscura,Portfolio, Mediterraneo, Elogi ed esortazioni , Incipit, Cotto e crudo , Confini, Occhio di Giuda, Linea d’ombra, , Micrologus,
e da ultime Mirabilia Urbis e Lettere
dall’eremo.
Queste rubriche dunque contengono tutti i post pubblicati
sul blog dal settembre 2009 al settembre 2012 . Tre anni di attività che forse avevano bisogno di una sosta E sosta c’ è stata .
E allora dall’Eremo di
Rocca S. Stefano si riprende il cammino.
Naturalmente la porta dell’eremo è aperta a tutti . L’ospitalità davanti al fuoco del camino (specialmente in questa stagione inclemente )
ed altre cose per riscaldare la mente (libri, grafica, ), l’anima (poesia,
musica ) e il corpo (un buon bicchierozzo di rosso ,castagne e polenta ) è qui sacra .
Eremo Rocca S. Stefano
Domenica 10 febbraio 2013
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