SILLABARI Amore e poesia
Anche
se in questi ultimi anni lo si è fatto piuttosto spesso, è
semprescabroso trattare il tema * amore '. perché c'è di mezzo il corpo
oltre allo 'spirito ', e a quanto pare col corpo, malgrado tutte le
rivalutazioni eriappropriazioni, continuiamo a non avere molta
confidenza.
È un'impresa da sconsiderati, anche perché l'amore è
un fenomeno cheosservato dall'interno, ossia dal punto di vista di chi
ama, presenta aspettiassolutamente 'non rilevabili all'osservazione
esterna; .il che significa cheil materiale di documentazione più
attendibile e significativo ci può veniresolo da quel punto di vista
privilegiato. Ora, se è vero che si tratta diun'esperienza che abbiamo
fatto tutti, non è meno vero che una volta che nesiamo fuori, diciamo
pure negli intervalli visto che 'siamo tutti recidivi, cisuccede non
dico di rimuovere ma certamente di mutilare e alterare il ricordodi
quell'esperienza, secondo i me-diocri bisogni e disegni del ' senno di
poi '.Un mio paziente diceva che in genere noi viviamo 'la brutta copia
della nostravita, tranne 'che quando amiamo: perché in quel caso la
brutta copia lascriviamo dopo.
Per fortuna c'è un'altra categoria
di ' sconsiderati ' che da almenoventisette secoli si è assunta il
compito di abolire lo scarto tra esperienza ericordo: i poeti. Certo per
dargli credito in questo senso non bisognacoltivare l'immagine del
poeta come visionario, e nemmeno come veggente nelsenso paranormale del
termine, ma quella del poeta come esperto nell'arte difermare e calare
in parole 'l'ineffabile, o meglio ciò che fino a quel momentoappariva
tale; capace perciò di offrirci, a distanza magari di millenni, unasorta
di ' presa diretta ', coinvolgente 'e drammatica ma anche
straordinariamenteilluminante.
A me beato sembra come un dio l'uomo che siede a tè dinanzi,
ed ode da vicino le tue dolci parole
ed il tuo dolce riso amoroso. E subito nel petto sbigottisce il miocuore:
se io ti vedo solo un istante, subito la miavoce si spegne.
Mi si spezza la lingua, ed una fiamma sottile mi trascorre per lemembra,
ed io non vedo nulla più con gli occhi; romban gli orecchi.
Freddo sudor m'inonda, ed un tremore tutta mi prende,
e più verde dell'erba io sono, e non mi sembra esser lontana dalla miamorte...
In
questo ' carme lirico ' di Saffo ci sono quasi tutti gli aspetti che
citroveremo a trattare nel corso delle nostre riflessioni sull'amore. In
primoluogo c'è un'adesione immediata, che è una caratteristica
fondamentaledell'esperienza amorosa: un sentirsi, di fronte alla persona
che si ama, senzaalcuna possibilità di resistere, un dire di sì a tutto
quello che vediamodavanti a noi, privi di qualsiasi atteggiamento
critico. La persona di cui ciinnamoriamo ci cattura con una immediatezza
che non troviamo in nessun'altraesperienza. È come se fossimo in uno
stato ipnotico, nel quale la persona chesuscita in noi la condizione
ipnotica ci comunica qualcosa che forse abbiamosempre so-spettato di
poter conoscere, di poter godere ed afferrare. Lacaratteristica
fondamentale è dunque un'immediata « partecipazione all'altro »,con un
carattere che potremmo definire compulsivo: il nostro
'investimentoamoroso ci spinge coattivamente in una precisa direziono.
Fiatone parlavaaddirittura di « delirio divino », che è la dimensione
dell'estasi. Ricordiamole prime parole del frammento di Saffo: « A me
beato sembra come un dio l'uomoche siede a tè dinanzi... ». Di fronte
all'amato l'amante prova un 'senso diincredibile pienezza e,
contemporaneamente, ha la sensazione di aver vissutofino a quel momento
in una condizione di privazione. La funzione dell'amore èproprio quella
di riempire un vuoto nella nostra esistenza e questa possibilitàè
testimoniata dalla sensazione di turbamento che ci provoca la vista
dellapersona amata. È un turbamento particolarissimo, che implica uno
spostamento diforze all'interno del nostro vissuto esistenziale. C'è
qualcosa che si muove,qualcosa che non è altro che il poter catturare,
il poter estrarre dall'altrouna dimensione che permette di andare a
coprire quel senso di vuoto che hacaratterizzato la nostra esistenza
fino a quel momento. La nostra esperienzasembra dirci che è qualcosa di
esterno a catturare noi, qualcosa verso cui vail nostro sguardo, ma la
verità è che l'esperienza amorosa vive di ciò cheaccade in noi. Guardare
l'oggetto del nostro amore significa ricevere qualcosa.Quello che io
vedo ha significato perché evoca e muove all'interno di me stessodelle
dimensioni importanti. Si può anche dire che, da un certo punto di
vista,l'altro non può essere classificabile perché si 'implicherebbe la
conoscenzadell'altro: nell'esperienza amorosa c'è qualcosa di
incomprensibile. Per tuttala durata dell'amore i! nostro tentativo di
porci di fronte a questo oggettopieno di mistero e di fascino è in
realtà il tentativo di farlo uscire
da ciòche non è chiaro. Io rimango innamorato fino a quando l'altro non
è afferrabilenella mia dimensione spirituale. C'è qualcosa che mi
spinge a interrogarmi sulsignificato di quel volto. L'amato diventa così
una figura che spinge allaricerca di una mia verità interiore. E qui
tocchiamo un elemento essenziale:
la persona che amo, sulla quale
riverso tutta la mia energia, diventa quellache possiamo chiamare la
trasparenza del mondo (1). Questo è secondo me uno deifenomeni più belli
della dimensione amorosa che, attraverso questa esperienzadella
trasparenza del mondo, ci permette di capire veramente la realtà
esterna,lo sono tagliato completamente fuori dagli altri, sono tagliato
fuori dal mondodello spirito e delle cose, se non ho vissuto almeno una
volta 'l'esperienzadella dimensione amorosa. Infatti, attraversando
questa dimensione, si illuminadi significato qual-siasi aspetto
dell'esistenza, sia fisica che psichica:
ciò avviene solo a
condizione che io sia « rapito » da un personaggio chenon riesco a
inquadrare e che, come un pensiero dominante, orientaincessantemente
nella sua direzione la mia vita psichica. L'oggetto d'amore piùbello è
quello che non si riesce a definire, « l'oscuro oggetto del desiderio»:
esso non si lascia ridurre, esaurire o banalizzare nel rapporto. La
nostracapacità di mantenere viva un'esperienza d'amore sia nel riuscire a
rendere continuamentenuova l'esperienza proprio grazie a
quell'arricchimento interiore che ci haconsentito il rapporto stesso. La
vitalità che noi sentiamo quando amiamoderiva dal fatto che attingiamo
nuove forze che ci spingono, rispettoall'altro, in una dimensione
diversa da quella usuale in cui siamo quando nonamiamo. Ecco perché
amare è così « stressante ». Da un certo punto di vistaamare è un
autentico lavoro psicologico. II più impegnativo che esista,
proprioperché esso fa scattare in noi una nuova possibilità di
conoscenza del mondo.Allora, se si vive per venti o trenta anni in un
clima di mancanza d'amore, nelmomento in cui si incontra questa
dimensione si deve imparare di nuovo aconoscere un mondo che sembrava
ormai familiare e d'un tratto ha assunto unafisionomia diversa. Questa
diversità è dovuta al fatto che il catturaredall'altro una dimensione
che mi mancava ha reso me diverso, e ora i mieistessi occhi 'sono
diversi, la mia stessa capacità di vivere quell'esperienza èdiventata
diversa.
« E subito nel petto / sbigottisce il mio cuore: se io
ti vedo / solo unistante, subito la mia voce si spegne ». « Solo un
istante » e « subito »:questa immediatezza, questa fulmineità nel
cambiare radicalmente la mia interavisione della realtà è un'altra
caratteristica dell'esperienza amorosa. C'è'come un ritmo del desiderio
che prende a pulsare dentro di noi e la personache abbiamo accanto
acquista un significato mutevole e sfuggente, in quantocambia la nostra
dimensione interna — perché acquisisce forza dall'altro —'etale
cambiamento diventa uno stimolo a capire di più. Tutto questo però
avvienecon dei ritmi particolari, il 'nostro desiderio è scandito dalla
presenzadell'altro. E in questo momento, poiché entra in scena il
desiderio, il corpoprende il sopravvento. Quando guardiamo gli occhi
della persona che amiamo,quando contempliamo l'altro, in realtà
cerchiamo di riconoscere segni che forseabbiamo già conosciuto nel
nostro passato e, se non li riconosciamo, cerchiamodi dare a quel volto
un nuovo significato; e dare al volto dell'altro un nuovo'significato
vuoi dire fare entrare nell'esperienza amorosa la dimensionecorporea.
Saffo
ci dice « ... la mia voce si spegno »: noi veniamo turbati
daldesiderio, e con la voce è l'intera realtà che si spezza. Anche
questo è unaspetto peculiare dell'esperienza amorosa: la realtà esterna
così vistosa eingombrante fino a questo momento, si defila e scompare, e
al suo posto, comecambia la scena su un palcoscenico girevole, si
insedia una realtà fantastica,un nuovo universo al centro del quale
stanno le due persone coinvolte in quelrapporto amoroso.
Dal loro
punto di vista quell'universo è l'unico plausibile; ma solo da
quelpunto di vista, come c'è un solo punto dal quale ognuno delle due
braccia di quell'immensopronao della basilica di San Pietro che è il
colonnato del Bernini apparecomposta da un'unica fila di 32 colonne
anziché da 32 file di quattro colonneciascuna. Per tutti gli altri, per
tutti quelli che ovviamente non possonovedere 'le cose da
quell'angolazione così particolare il mondo di coloro che siamano è
aberrante e inesplicabile. E questa è l'inevitabile violenza a cui
ciesponiamo nel momento in cui siamo rapiti dalla dimensione amorosa. Ma
in fondoè bene che 'almeno l'amore ci 'costringa a fare anche solo una
volta nella vitaquesta salutare esperienza di non essere più in sintonia
con gli altri, eperciò di non riuscire a comunicare — se non con il
linguaggio dell'arte, dellapoesia, che coi suoi misteriosi poteri
al-chemici riesce a trasformare inparole l'ineffabile.(...)
Ed
ecco perché quella realtà l'abbiamo vissuta, finché è durata,
comequalcosa di definitivo, di perenne. Quando si è attraversata
un'esperienzad'amore fino alla fine, che ci sia o no una fine, sappiamo
che il senso delladimensione amorosa si accompagna al senso
dell'eternità. Nessuno può amarepensando che quell'amore finisca,
nessuno può amare pensando di morire o chequella esperienza sia limitata
nel tempo. Se si vuole fare l'esperienzadell'infinito psichico, di una
dimensione che trascenda i limiti della nostraesistenza, si deve fare
l'esperienza della dimensione amorosa. In quel momentonoi perdiamo H
senso della realtà. Ma è un bene che sia così, noi dobbiamo perderlo.È
per questo, del resto, che spesso gli altri si coalizzano contro di
noi:perché siamo «e persi » per la loro realtà, abbiamo disertato, siamo
passatiarmi e bagagli a una realtà diversa, « straniera » per loro,
incomprensibile eperciò temibile.
« Mi si spezza la lingua, ed
una fiamma / sottile mi trascorre per le membra». L'amore è
caratterizzato da un'alterazione del nostro rapporto con larealtà; ma
cosa significa in termini psicologici essere « alterati »? Significache
l'assetto psichico di cui eravamo portatori fino a un momento fa
haesaurito la sua funzione: non avremmo potuto calarci in una situazione
d'amorese questo assetto psichico non avesse consentito la
possibilitàdell'alterazione. Le persone sagge sanno che bisogna
aspettare che si compiaquesta esperienza perché atteggiamenti
apparentemente rigidi possanodissolversi come neve al sole. Con l'amore
cambia tutto, ma il cambiamentomaggiore è nel nostro modo di sentire le
cose della vita, noi vediamo con occhidiversi.
Una persona
attenta e sensibile riesce sempre ad accorgersi sel'interlocutore si
trova in una dimensione d'amore, perché chi è immerso inquesta
dimensione ha una tendenza particolare: la tendenza a
considerarel'oggetto d'amore come fonte di felicità infinita. Quando
nella 'nostraesistenza ci troviamo a vivere un'esperienza nella quale
una persona esterna anoi diventa la fonte della nostra felicità, noi
siamo certamente in unaesperienza-limite. Quando io mi rendo conto che
la mia felicità passaattraverso l'altro e mi abbandono con generosità
nelle sue braccia, allora,come dicono i versi di Saffo, sono colto dalla
paura perché mi sono messo nellemani di un altro. Si è detto spesso che
la possibilità di resistere al mondo èin ragione diretta della capacità
di autonomia; ma è innegabile che laconoscenza del mondo passi
attraverso questo identificare nell'altro la fontedella propria
felicità. È vero che mettersi nelle mani degli altri può
recaresofferenze altrettanto intense della felicità che ci si aspetta,
ma si trattain ogni caso di un'esperienza che va fatta e ricercata.
Avvicinandoci
maggiormente agli aspetti psicologici
dell'esperienzadell'innamoramento, possiamo dire che essa trascende il
desiderio sessuale. Neimomenti m cui si ha la percezione di perdere
l'altro si dicono di solito, e conestrema sincerità, frasi che rivelano
che siamo pronti anche a escluderel'intimità fisica pur di non
rinunciare ad un « oggetto » che sentiamo come lafonte insostituibile
della nostra felicità. Sono questi i momenti in cui lasessualità sembra
trascendere o addirittura rinnegare se stessa.
Violenza dell'Eros Aldo Carotenuto, Roma
Eremo Rocca s. Stefano domenica 9 marzo 2014
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