AD HOC : Dare senso alle cose che non hanno senso

A cominciare dal finanziamento ai partiti abolito dagli elettori e trasformato in rimborso spese che non è un rimborso spese. Si parla di milioni di euro accantonati dai partiti perché oltre misura, perché sovrabbondanti rispetto alle loro necessità Che per giunta hanno preso il volo. Oggi i politici a capo dei partiti parlano di trasparenza, regole nuove.

Scrive però Stefano Folli su Il Sole 24 ore del 12 aprile 2012 su questo argomento “Se bastasse l'annuncio di un intervento d'urgenza sulle regole del finanziamento per restituire credito ai partiti, forse non esisterebbe la crisi in cui si dibatte il sistema politico. Purtroppo tale crisi esiste ed è drammatica.

Questo è il vero punto da cui partire. I partiti si occupano di infinite materie che non riguardano l'attività politica in senso stretto. Fanno affari, appunto. Hanno tempo da dedicare agli investimenti, operano alla stregua di società finanziarie.

Ora la gran fretta con cui i tre leader della maggioranza (Alfano, Bersani e Casini) dichiarano di voler riformare il finanziamento pubblico (talvolta ribattezzato con pudicizia 'rimborso elettorale') sarebbe lodevole se non fosse sospetta.

Si può voltare pagina se il Parlamento avrà il coraggio di affrontare in tempi molto brevi tre punti. Primo, la quantità di risorse che in ogni legislatura arriva ai partiti. Sono centinaia e centinaia di milioni di euro. Questa montagna di denaro va ridotta in modo sensibile, controlli o non controlli. Secondo, va ricostruito un canale diretto fra il partito e la base dei militanti o simpatizzanti. Il finanziamento deve arrivare in prevalenza da costoro, lo Stato può garantire solo un minimo di rimborso certificato. Oggi il 'Sole' presenta in modo chiaro la proposta concepita dal professor Pellegrino Capaldo.

Terzo punto. È opportuno che i partiti evitino di suscitare attese per poi deluderle. L'opinione pubblica potrebbe non essere più disposta a chiudere un occhio. Finora la politica degli 'annunci' è stata sfruttata nel caso delle riforme istituzionali e della legge elettorale. Sarebbe grave se si ricorresse alla stessa tecnica nel caso del finanziamento/rimborso. Dopo gli scandali la pazienza potrebbe essersi esaurita.”
Dunque nessuno parla della cosa più importante : la rinuncia alla tranche che nel prossimo mese di giugno tocca ancora ai partiti. Dare senso ad una cosa dunque significa in questo paese capire la reale volontà dei partiti su questo tema. Perché rinviare la decisione a giugno, come appare dai comunicati di oggi 12 aprile sa di beffa. Dare senso alle cose che non hanno senso significa stabilire che i partiti sono associazioni private e quindi possono prendere solo donazioni dai privati che tra l’altro già lo fanno. Quindi associazioni private viente contributi pubblici. Oppure stabilire che sono associazioni pubbliche, quindi finanziamenti pubblici ma anche rendiconti pubblici sulk merito di come sono stati utilizzati i fondi ed eventuale restituzione del surplus. Il governo dei tecnici che a volte sembrano semplici ragionieri e che ragionieri spietati non ha avuto ancora il coraggio di intervenire in questo settore con una norma semplicissima ; controllo sul merito delle spese dei partiti da parte del Parlamento.

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