giovedì 20 giugno 2013

ARTE FACTUM : Il poetico mondo della Pimpa


ARTE FACTUM  : Il poetico mondo della Pimpa


La Pimpa,la cagnolina a pois rossi dalle lunghe orecchie nata dalla penna di FrancescoTullio Altan nella prima metà degli anni '70 del XX secolo, arriva come cartoneanimato in TV per la prima volta nel 1983 con la regia di Osvaldo Cavandoli evi torna con una seconda serie nel 1997 con la regia del napoletano  Enzo D’Alò
Dalle parole dello stesso Altan,nelle numerose interviste e interventi,  apprendiamo  il significato dell’amicizia per la Pimpa, il suo sguardostupito, fantasioso e meravigliato sulla realtà: lo sguardo dell’infanzia,luogo in cui tutto è possibile.

Il mondo di Pimpa è un mondo generoso, solidale, creativo, dove la cagnolina apois si muove a suo agio, in armonia con esso:  il suo comportamentoesprime una radicale fiducia verso un presente con cui è in comunione fraterna.
Ma anche un mondo poetico in cui la natura si anima e si prodiga secondo i voleri della cagnolina che con suo “cipenso io “ sembra rassicurare il mondo per i problemi che il mondo si pone: nonarriva la primavera perché i semi dormono ancora,  o perché si è gelata la macchina perscongelare le nuvole, oppure  l’omino –autunno che si fa aiutare a dipingere le foglie di giallo, fa merenda conil  formaggio dell’Armando esconsolatamente afferma che è quasi inutile perché il vento le farà cadere.
E poi quendo mondo estraniato , sognante e fuori dal mondo.Dove vive la Pimpacon l’Armando ?Una volta vanno al mare a piedi, poi si distendono vicino ad unfiumiciattolo di montagna e successivamente ammirano la natura docile dellecolline senesi. Di sicuro vivono ad un tiro di schioppo dall’Africa e anchedall’India, dove la cagnetta  va quasiogni giorno, per tornare alla sera dal suo  Armando che le ripete continuamente “ non faretardi “ E poi quel latte bevuto prima di dormire  sa di poetica casalinga tranquillità.

Un mondo dunque dove i cani con le bolle possono parlare eanche le sedie, i tavoli, gli orsi, le palle e le finestre possono parlare,

La Pimpacon la sua poesia sulla quotidianità che diventa però sempre straordinariaperché è quella a misura di innocenza e di infanzia che abbiamo perduto  ci aiuta a  sopravvivere rendendo il mondoun posto migliore e pieno di ogni forma di bontà e generoso altruismo – anche daparte di rettili schifosi, leoni grandissimi e razzi atomici – .Perchèl'infanzia è un territorio neutro, un paradiso dove tutto è possibile, comeandare sulla luna e poi tornare la sera nel proprio lettino. Proprio come faPimpa. Età di lettura.

Spiega Altan in una delle tante interviste . “Il bambino chesbatte contro la sedia e dice che è cattiva, la tratta come un essere umano.Allora ho cercato di coinvolgere anche gli oggetti : il sole, le nuvole,l’acqua, le verdure”. “La caratteristica fondamentale del personaggio”, dicel’autore, “è l’assoluta apertura e disponibilità verso tutto quello che lacirconda”. Da anni i bambini le scrivono, con le domande più assurde (“faginnastica ?”), la invitano alle feste di compleanno, la considerano una diloro. Un’immaginazione infantile combinata ad una pedagogia ironica da adulto.Le storie della Pimpa sono un po’ come delle mini-lezioni semi-serie : peresempio la cagnolina su una rudimentale mongolfiera va in alto sfruttando ilvapore (una legge fisica inconfutabile) ma poi lassù incontra il sole ecomincia a parlargli, perché nei fumetti tutto è permesso, anche che il soleparli con un cane. Per fortuna c’è Armando, “papà” della Pimpa, uomo di pochema incisive parole che, con humour e con quello sguardo meravigliato edivertito tipico dei neopapà, riporta il fantasioso quadrupede alla realtà. “Lechiuse di Armando sono pensate un po’ per i genitori”, ammette Altan, “ se sidivertono anche loro è più utile”. “Non sono un pedagogo”, precisa però, “mibaso solo sulla mia esperienza di genitore.

Il mondo, la politica, la società, però nel frattempo, sonocambiati profondamente, e la matita di Francesco Tullio-Altan, che ha dato vitaalla Pimpa, non ha smesso di raccontarlo attraverso le sue vignette ironiche etaglienti, anche se il mondo della sua cagnolina è rimasto lo stesso. Un mondocoloratissimo e gioioso, dove le differenze non contano e tutti comunicano traloro perché vogliono farlo, uomini, animali e oggetti. Dove i problemi e gliostacoli si superano con la fantasia, l’allegria, la curiosità e il fiduciosoottimismo di questa bestiola che corre, vola, viaggia per il mondo, gioca eparla.

E sempre a proposito del primo assunto di questa riflessione“ il mondo poetico della Pimpa, le sue avventure mi fanno pensare a due poesiedi Emily Dickinson.La prima dice .
L'acqua, è insegnata dalla sete.
La terra, dagli oceani attraversati.
La gioia, dal dolore.
La pace, dai racconti di battaglia.
L'amore, da un'impronta di memoria.
Gli uccelli, dalla neve.

La seconda afferma :

Così una Margherita è svanita
Dai campi quest'oggi -
Così in punta di piedi molte ciabatte
Sulla via del Paradiso -
Filtrata così, in cremisi bolle
La calante marea del giorno -
Fiorendo - saltellando - fluendo -
Siete dunque con Dio?

E mi ricorda Sandro Penna, di “Mi avevanolasciato solo”, in cui  la naturaè umanizzata, specchio partecipe dei sentimenti e delle emozioni e deisentimenti del poeta  che, in una serad’inverno, abbandonato al sopraggiungere della pioggia dagli amici, sotto losguardo meravigliato dei pioppi, umanizzati al punto di soffrire della suapena, giace dolente in un deserto di pietra, quasi di pietra fatto egli stesso.

Mi avevano lasciato solo
nella campagna, sotto
la pioggia fina, solo.
Mi guardavano muti
meravigliati
i nudi pioppi. soffrivano
della mia pena. pena
di non saper chiararnente...

E la terra bagnata
e i neri altissimi monti
tacevano vinti. Sembrava
che un dio cattivo
avesse con un sol gesto
tutto pietrificato.

E la pioggia lavava quelle pietre.

E mi fa pensare a  “Uccelli”,di Mario Luzi, in cui  il volodegli uccelli è trasfigurato a parabola di una condizione umana caratterizzatada particolari stati d’animo.

Il vento è un'aspra voce che ammonisce
per noi stuolo che a volte trova pace
e asilo sopra questi rami secchi.
E la schiera ripiglia il triste volo,
migra nel cuore dei monti, viola
scavato nel viola inesauribile,
miniera senza fondo dello spazio.
Il volo è lento, penetra a fatica
nell'azzurro che s'apre oltre l'azzurro,
nel tempo ch'è di là dal tempo; alcuni
mandano grida acute che precipitano
e nessuna parete ripercuote.
Che ci somiglia è il moto delle cime
nell'ora - quasi non si può pensare
né dire - quando su steli invisibili
tutt'intorno una primavera strana
fiorisce in nuvole rade che il vento
pasce in un cielo o umido o bruciato
e la sorte della giornata è varia,
la grandine, la pioggia, la schiarita.

Post dedicato a Marianna che vede sempre le avventure della Pimpa in tivvù e  frequentemente  afferma come la  stessa Pimpa “ ci penso io” ma…a suo modo.

Eremo Rocca S. Stefano giovedì 20 giugno 2013

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