sabato 29 giugno 2013

STORIE E VOCI DAL SILENZIO : Le strade bianche


STORIE E VOCI DAL SILENZIO :  Le strade bianche



“… Quelli erano tempi in cui dallacampagna doveva venire tutto quello che occorreva  alla numerosa famiglia per l’interoanno:  il grano, il latte, il maiale e legalline,  le patate e le verdure. Tuttosi produceva nei campi  e nulla sicomprava in città.
     La vigna, che richiedeva   fatica e  cura continua, alla fine dell’anno consentiva di bere quel vino a cui si attribuiva ilpotere di  sprigionare la forzanecessaria per il duro lavoro che i contadini allora svolgevano anche  la domenica e le altre feste comandate.
     Quell’estate Carlo ritornò, dopotanti anni, nella vecchia casa di campagna. Nell’ala ormai abbandonata al pianoterra,c’era ancora la grande cucina, il monumentale camino diroccato e, accostato auna parete, il vecchio tavolo lungo quasi sette metri che poteva ospitare ancheventi persone.
     Prendeva la brace con le mani ilnonno per accendere la  pipa e aspiravaprofondamente prima di raccontare ai nipoti le storie della sua gioventù. Nonsi sentiva più  intorno l’odore del fumoche emanava il grande vecchio, sempre seduto accanto al camino a raccontare leavventure dell’altro secolo. Solo cenere sparsa sul pavimento della grandecucina. Come la cenere che copriva i suoi ricordi d’infanzia, che a poco a pocostavano tornando alla luce.
Ricordò nonna Potenza che di quellostanzone era la padrona assoluta.  Lìpreparava  i pasti  per la grande famiglia. Quello era il luogo dove tutto veniva  deciso: le semine e i raccolti (quasi sempreera lei a dire l’ultima parola), cosa conservare per l’inverno e quandomacellare il maiale. Quest’ ultima incombenza toccava al suo papà Panfilo, cheera un vero maestro nel  dividere leparti del maiale per farne salsicce, salami e prosciutti. Dopo averlesezionate,  le ricopriva interamente disale e, nei giorni successivi, prima di appenderle ad asciugare nella freddacantina, le insaporiva con spezie di ogni tipo,
Quanto erano buone  le pancette arrotolate! Carlo ricordavaancora il sapore del pepe e delle foglie di lauro con cui il padre leconservava e l’odore fragrante che sprigionavano quando   le tagliava e le distribuiva a tutta la famiglia che le mangiava col pane buono della nonna. 
Sul lato  sud della grande casa c’era un terrazzo ampiodal quale si accedeva al fienile, un labirinto infinito dove i bambinigiocavano a nascondino. Su questo terrazzo, nelle giornate di sole, la mammametteva a scaldare l’acqua in un caldaio di rame,  in cui i fratellini, uno alla volta, facevano il bagno.              
     Quanto tempo era passato, pensava Carlo.Quei luoghi non era più tornato a vederli e non aveva mai voluto ridestarli nel ricordo…”

Carlo Angelone Le stradebianche BookSprint Edizioni © 2013

Eremo Rocca S.Stefano sabato29 giugno 2013




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