INVERNO AL PRATO DELLA VALLE
-poesie-
1
Questa notte verranno i sogni
se non mi faranno soffrire
per avere gli occhi aperti
sarà perché
nei suoi viaggi, passando
e ripassando dal cuore
come un ricamo mai consumato
questa notte sarà capace
di bruciare i sogni
come le stelle di carta argentata.
2
E nella voce il pianto
disteso nel tempo
come un giorno lungo
d’agosto.
3
E con la prima stella
nel cielo fresco dell’inverno
il fumo si confonde con le ombre.
Sui tetti delle case
aggrappate ad anni solitari
e a colline pietrose
è tutto un silenzioso via vai
di carezze dentro sogni dispersi
che stasera stentano ad addormentarsi.
4
Al termine di un giorno
restano a bagnarsi sotto
l’umida sera di settembre
un prato e un cuore:
solitudini alla luce lunare
e desolate terre
dei primi desolati sogni
che non riescono ad incuriosire
nemmeno più la vita.
5
Amami come solo tu sai amare.
Perduta questa dolcezza ormai
a me ignota,rimane
una casa con i vetri sporchi.
6
Era la prima luna
nella prima ora della notte
pura nel freddo puro
d’inverno:
sembrava il volto
della stagione nostra
lieve come l’aria
pure trafitta da un’attesa fatta
da un poco di pianto
da un poco di speranza.
7
Questa città che amo in segreto
senza mai osare di confessarlo
è uno sguardo, una luce
un cielo riflesso dentro l’ombra
d’una finestra,calore di bocche
che scioglie il respiro.
Amo il respiro di questa città
lo porta il vento che asciuga
la terra e le ossa dei suoi morti.
8
Voglio vedere un altro tramonto
voglio vedere un’altra alba.
Per resistere vivo
ogni respiro può essere
un immediato pensiero
un pensiero di vita,
posato leggero come il volo
dei passeri,
come cuore d’un nido
in fondo al bosco,
leggiadra e dorata fiamma
come passione ostinata
e soffio d’ali nell’aria.
9
Brilla nitida l’Orsa.
Dondola la luna in cielo,
Tra i ciottoli che risuonano
come rintocchi in un mare
di marmo
tra fili d’erba come lampi
di terra smossa
è tutto un camuffarsi di ombre:
fanno la fila per entrare
nel letto dell’alba
prima di svendersi al vento
d’un altro irrequieto giorno
che s’annuncia attorno,
attorno,
come l’inverno al prato della valle.
Cercavo un titolo per queste poesie. L’ho trovato con l’ultimo verso dell’ultima poesia di questa raccolta .Verso “inverno al prato della valle” che ho preso in prestito da Pietro Cernigliaro che così intitola un suo quadro che viene qui riprodotto accanto alla prima poesia. Le altre foto sono di Ida Rossi.
Eremo di Via Vado di Sole, L’Aquila mercoledì 3 marzo 2010
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