Dobbiamo contemplare Gesù Bambino, nostro Amore, nella
culla. Dobbiamo contemplarlo consapevoli di essere di fronte a un mistero. È
necessario accettare il mistero con un atto di fede; solo allora sarà possibile
approfondirne il contenuto, guidati sempre dalla fede. Abbiamo bisogno,
pertanto, delle disposizioni di umiltà proprie dell'anima cristiana. Non
vogliate ridurre la grandezza di Dio ai nostri poveri concetti, alle nostre
umane spiegazioni; cercate piuttosto di capire che, nella sua oscurità, questo
mistero è luce che guida la vita degli uomini.
ÈGesù che passa, 13
ÈGesù che passa, 13
Quando la Vergine rispose di sì, liberamente, ai disegni che
il Creatore le rivelava, il Verbo divino assunse la natura umana: l'anima
razionale e il corpo, formato nel seno purissimo di Maria. La natura divina e
la natura umana si univano in un'unica Persona: Gesù Cristo, vero Dio e, da
allora, vero Uomo; Unigenito eterno del Padre e, da quel momento, come Uomo,
vero figlio di Maria: per questo la Madonna e Madre del Verbo incarnato, della
Seconda Persona della Trinità Beatissima che ha unito a se per sempre — senza
confusione — la natura umana.
Amici di Dio, 274
Il Figlio di Dio si è fatto carne ed è perfectus Deus, perfectus homo. In questo mistero c'è qualcosa che dovrebbe emozionare profondamente i cristiani. Ero commosso e lo sono ora. Vorrei ritornare a Loreto: mi porto là con il desiderio, per rivivere gli anni dell'infanzia di Gesù ripetendo e meditando quelle parole: Hic Verbum caro factum est.
Iesus Christus, Deus homo: ecco i magnalia Dei, le opere meravigliose di Dio, dinanzi alle quali dobbiamo meditare e di cui dobbiamo rendere grazie al Signore, a colui che è venuto a portare la pace in terra agli uomini di buona volontà, a tutti coloro che vogliono unire la loro volontà alla Volontà santa di Dio: non soltanto ai ricchi, né soltanto ai poveri, ma a tutti gli uomini, a tutti i fratelli. Perché tutti siamo fratelli in Gesù, tutti figli di Dio e fratelli di Cristo; e sua Madre è nostra Madre.
ÈGesù che passa, 13
Amici di Dio, 274
Il Figlio di Dio si è fatto carne ed è perfectus Deus, perfectus homo. In questo mistero c'è qualcosa che dovrebbe emozionare profondamente i cristiani. Ero commosso e lo sono ora. Vorrei ritornare a Loreto: mi porto là con il desiderio, per rivivere gli anni dell'infanzia di Gesù ripetendo e meditando quelle parole: Hic Verbum caro factum est.
Iesus Christus, Deus homo: ecco i magnalia Dei, le opere meravigliose di Dio, dinanzi alle quali dobbiamo meditare e di cui dobbiamo rendere grazie al Signore, a colui che è venuto a portare la pace in terra agli uomini di buona volontà, a tutti coloro che vogliono unire la loro volontà alla Volontà santa di Dio: non soltanto ai ricchi, né soltanto ai poveri, ma a tutti gli uomini, a tutti i fratelli. Perché tutti siamo fratelli in Gesù, tutti figli di Dio e fratelli di Cristo; e sua Madre è nostra Madre.
ÈGesù che passa, 13
la contemplazione resta la strada, e l'unica, che porta a
Dio. La strada per il cristiano di tutte le strade: "per le strade"
infatti, secondo l'espressione cara a Raissa Maritain, e non solo nelle
trappe, nelle certose e nei Carmeli, si impone la necessità di vivere in
contemplazione.
"Una sola cosa è necessaria" aveva detto Gesù,
riferendosi alla scelta contemplativa di Maria. Se dunque la contemplazione è
ciò che fa guardare alla sola cosa necessaria, è davvero la ricerca
dell'essenziale. L'atto essenziale, cioè l'indole, della vocazione cristiana,
non può essere che l'indole della Chiesa stessa; ora, questa è definita, al
cap. VII della "Lumen Gentium", escatologica, che vuol dire
contemplativa. Come infatti la Chiesa è il popolo di Dio pellegrino attraverso
il tempo, ma con lo sguardo sospinto oltre il tempo, simile alla sentinella del
salmo che veglia nella notte "fiso guardando pur che l'alba nasca",
così ogni cristiano; per il Battesimo è stato operato in lui un meraviglioso
innesto, per cui è di continuo sollecitato verso una mirabile evoluzione: un
innesto di Vita Eterna per una evoluzione verso un modo di essere divino ed
eterno. Ma il divino istinto che dirige tale evoluzione non è che lo sguardo
contemplativo.
La contemplazione cristiana consiste anzitutto nel credere
nell'amore di Dio. Non quindi in singolari esercizi di alta speculazione, né
propriamente in singolari esperienze mistiche (di questa contemplazione passiva
San Giovanni della Croce dice che "Dio non eleva alla contemplazione
tutti quelli che si esercitano di proposito nelle vie dello spirito, anzi
neppure la metà e Lui solo ne sa la causa". (Notte Oscura I, c.90, 9), ma
in un normale esercizio della fede, la quale non può restare una oziosa
considerazione ma tende a divenire, attraverso la speranza, una cosa sola con
la carità, cioè fede nell'amore.
Perciò la contemplazione dovrà poi vivificare tutti i minimi
dettagli della nostra vita quotidiana.. Potrà essa, e dovrà avere i suoi tempi
forti, ma chiuderla in essi vorrebbe dire vanificarla. Non è infatti una specie
di occhiale che ci si può mettere all'occorrenza, ma un occhio sempre aperto e
vigile, cioè un modo di essere che viene dal nostro intimo, ci prende in tutti
i momenti e gli atti della vita, trasformandola in vita di fede e di amore.
Perciò, alla fine, la contemplazione è il luogo dove
convergono i più vasti orizzonti e dove si entra in comunione con gli affanni e
le necessità missionarie della Chiesa. Infatti la contemplazione di Dio
Creatore e Redentore si risolve presto nella contemplazione del mondo come
realtà creata e redenta, oggetto continuo di creazione e redenzione; in
particolare la contemplazione di Dio Padre diventa presto contemplazione degli
uomini fratelli, rivelazione del loro mistero e quindi comunicazione intima
con loro in pienezza di carità. Siccome poi tutta la natura è in misterioso
atteggiamento contemplativo perché "soggetta alla vanità, vive in attesa
della rivelazione dei figli di Dio, ne consegue che solo il contemplativo è in
grado di capire il mondo e, pur non essendo del mondo, è tuttavia nel mondo per
orientano verso quei traguardi per cui è fatto.
Nessun commento:
Posta un commento