"In una società spesso ebbra di consumo e di piacere,
di abbondanza e lusso, di apparenza e narcisismo - ha dettoPapa Francesco nella
omelia della S.Messa di Natale -, Lui ci
chiama a un comportamento sobrio, cioè semplice, equilibrato, lineare, capace
di cogliere e vivere l'essenziale". In un mondo "che troppe volte è
duro con il peccatore e molle con il peccato, c'è bisogno di coltivare un forte
senso della giustizia, del ricercare e mettere in pratica la volontà di
Dio". "Dentro una cultura dell'indifferenza, che finisce non di rado
per essere spietata - ha esortato -, il nostro stile di vita sia invece colmo
di pietà, di empatia, di compassione, di misericordia, attinte ogni giorno dal
pozzo della preghiera".
Ma già la Centesimus Annus, 36 aveva detto : “È necessaria ed urgente una grande
opera educativa e culturale, la quale comprenda l’educazione dei
consumatori ad un uso responsabile del loro potere di scelta, E necessario
adoperarsi per costruire stili di vita, nei quali la ricerca del bello, del
vero e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune
siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli
investimenti (...). La scelta di investire in un luogo piuttosto che in un altro,
in un settore produttivo piuttosto che in un altro, è sempre una. scelta
morale e culturale”
In realtà “Sobrio"
è il contrario di “Ebrius” . Cioè, il suo significato etimologico originale è
negativo (“s” privativa!), come la parola "Sleale", o la parola
"Scontento". Ebrius vuol dire ebbro, inzuppato, inebriato, esaltato,
ubriaco, avvinazzato, agitato, su di giri, fuori le righe, s-regolato, fuori
controllo, s-misurato. La nostra è una società ebbra di consumi, di piaceri, di
cose materiali, è una società dell'abbondanza, dell’apparenza, del narcisismo
che i sociologi definiscono anche affluente, edonista, opulenta ecc.
Sobrio, invece, è chi vive in modo in-nocente (che non
nuoce), cioè equilibrato, misurato, entro i limiti. Per questo la sobrietà è
uno stile di vita "sostenibile", ossia capace di futuro. È il
passaggio dal modello di vita del cow-boy (che nel Far West deve continuamente
“predare”) al modello di vita dell'astronauta (che deve invece essenzializzare
tutte le risorse per affrontare il viaggio di andata e ritorno). Ecco perché “È
sostenibile solo uno stile di vita più democratico. Può avere forme
diversificate. Non livellante, poiché anche con una certa spesa in beni si può
vivere con un proprio stile originale. Ma è fraterno, perché nessuno si
arricchisce alle spalle degli altri. Ed è libero dalla dipendenza dai beni
materiali, perché non si ha mai/a sensazione pressante, che il proprio valore
dipenda da essi e che non si deve spendere sempre di più solo perché ci sono
persone che hanno d più” (Schernhom G., Che cosa è uno stile di vita
capace di futuro, (sostenibile)?, in Volontari e terzo mondo, n. 4, 1999,
66-67).
Lo stile di vita improntato alla sobrietà restituisce
all’uomo “quell’atteggiamento disinteressato, gratuito, estetico che nasce
dallo stupore per l’essere e per la bellezza, il quale fa leggere nelle cose
visibili il messaggio del Dio invisibile che le ha create” (Centesimus
Annus, 37).
Scrive Antonio Nanni
in http://www.vicariatusurbis.org/SettoreOvest/caritasovest/Nanni.htm
“Prudenza, giustizia, fortezza e
temperanza. Così una volta si imparava dal catechismo. Poi è venuto il tempo
dell’oblio e anche per le virtù “cardinali’ è diventato difficile sopravvivere.
Noi siamo convinti che oggi sia possibile rilanciare la “temperanza’ nella
forma aggiornata della sobrietà e in questo senso essa potrebbe diventare un
banco di prova per tutta la comunità cristiana.
La temperanza “è
la virtù morale che modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di
equilibrio nell‘uso dei beni del creato" recita il Catechismo. La temperanza, con il suo richiamo alla
moderazione e alla sobrietà, costituisce una sorta di scudo protettivo
di fronte alle tentazioni della ricchezza ottenuta con ogni mezzo e suggerisce
il giusto distacco dai beni materiali, mezzi di investimento per lo sviluppo e
non già fine in sé.
La temperanza è
la virtù dell‘equilibrio e del senso
della misura, della capacità di resistere,
rinunciare, di "mescolare" (l’acqua con il vino, ad esempio),
e perfino di “tagliare’, di affinare (si pensi al temperino). Chi agisce nella
temperanza non è smodato, eccessivo, ingordo, s-regolato, ma è persona semplice
ed essenziale in tutto, perché sa ridurre,
recuperare, riciclare, riparare, ricominciare.
La
sobrietà è, in questo senso, la virtù del futuro, il nuovo nome della
temperanza; è un bene relazionale, una qualità della relazione: con se stessi
(identità/sobrietà); con gli altri (alterità/sobrietà); con le cose
(consumo/estetica della sobrietà). Ma non possiamo dimenticare che la sobrietà
esprime anche il modo di vivere e di vedere il mondo con lo sguardo dei poveri
e proprio per questo è una scelta economica e politica.
AA.VV. Nuovi stili di vita nel tempo della
globalizzazione, Fond. Apostolicam Actuositatem, Roma 2002
AA.VV., Abitare il limite, Atti del 370
Convegno di CEM Mondialità (dicembre 1998)
AA.VV., Dacci oggi il nostro pane, EMI, Bologna
2002
ACLI (a cura), Umanizzare 1 ‘economia, La sfida
della globalizzazione, Monti, Saronno (VA), 2000
AA.VV., Invito alla sobrietà felice, EMI,
Bologna 2000
BAKER C., Ozio, lentezza e nostalgia, EMI,
Bologna 2000
BATTISTELLA G., I nuovi stili di vita, EMI,
Bologna 1996
BECK U., Che cos’è la globalizzazione. Rischi e
prospettive della società planetaria, Carocci, Roma 2000
H. DALY-G. COBB, Un economia per il bene comune, RED,
Como 1994
FABRIS R., La scelta dei poveri nella Bibbia, Borla,
Roma 1989
J.L. LA VILLE, L ‘economia solidale, Bollati
Boringhieri, Torino 1998
LEVI A., Il sapore della sobrietà, Servitium,
Sotto il Monte (BG), 1998
G. MARTIRANI, La civiltà della tenerezza. Nuovi
stili di vita per il terzo millennio, Paolinei, Milano 1997
A. NANNI, Economia leggera, EMI, Bologna 1997
NICORA A., La
virtù cristiana della sobrietà, Lettera pastorale, Diocesi di Verona,
Queriniana, Brescia 1996
PETRELLA R., Il bene comune. Elogio della
solidarietà, Diabasis, Reggio Emilia 1997
PIPER J., La temperanza, Morcelliana, Brescia -
Milano 2001
VALER A., Bilanci di giustizia, Famiglie in rete
per consumi leggeri, EMI, Bologna 1999
VOLP[B;; MELONI F., (a cura di), Vivere con la
porta aperta; Edb, Bol6~a 1997
WUPPERTAL INSTITUT, Futuro
sostenibile. Riconversione ecologica, Nord-Sud, Nuovi stili di vita, EMI,
Bologna 1999 (III ed.)
In particolare per saperne di più su sobrietà leggere il testo pubblicato da il Centro nuovo modello di sviluppo che è un centro di documentazione che si
occupa di squilibri sociali e ambientali a livello internazionale, con
l’obiettivo di indicare le iniziative concrete che ciascuno può assumere, a
partire dalla propria quotidianità, per opporsi ai meccanismi che generano
ingiustizia e malsviluppo. Una sezione del Centro svolge attività di ricerca
sul comportamento sociale ed ambientale delle imprese con l’obiettivo di
fornire informazioni ai consumatori tramite guide cartacee e siti internet.
Particolarmente sviluppata anche la riflessione su temi come la decrescita e
l’economia stazionaria. Feltrinelli ha pubblicato due titoli legati al lavoro
di questo istituto, entrambi scritti da Francesco Gesualdi: Sobrietà (2005; UE 2010) e Le catene del debito (2013).
Di che parla Sobrietà
.Parla dei cambiamenti del clima, le guerre per il petrolio, la scarsità
d'acqua, ci ricordano che stiamo consumando e producendo oltre la capacità del
pianeta. Eppure metà della popolazione mondiale non ha ancora assaporato il
gusto della dignità umana: non mangia a sufficienza, non va a scuola, non si
cura. Il collasso ambientale procede di pari passo con quello sociale. L'unico
modo per fermarli entrambi è che il Nord opulento accetti di ridurre e
rallentare. Ma non è facile. Se abbandoniamo l'economia della crescita come
garantiremo lavoro, scuola, sanità e sicurezza sociale per tutti? Questo libro
indica delle vie per coniugare sobrietà, piena occupazione e benessere sociale.
La vera sfida del XXI secolo.
Chi è Francesco Gesualdi? .Già allievo di don Milani, è
fondatore e coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano
(Pisa), che si propone di ricercare nuove formule economiche capaci di
garantire a tutti la soddisfazione dei bisogni fondamentali. Coordinatore di
numerose campagne di pressione, è tra i fondatori insieme ad Alex Zanotelli di
Rete Lilliput. Fra le opere più significative del Centro e di Gesualdi si
possono citare Lettera ad un consumatore del Nord
(Emi, 1994), Manuale per un consumo responsabile
(Feltrinelli, 1999), Guida al consumo critico
(Emi, 2003), Sobrietà. Dallo spreco di pochi ai diritti per
tutti (Feltrinelli, 2005), Il mercante d’acqua
(Feltrinelli, 2007), L’altra via. Dalla crescita
al benvivere, programma per un’economia della sazietà (Terre di
Mezzo, 2009), I mercanti della notizia. Guida al controllo
dell’informazione in Italia (Dissensi, 2011), Le catene del debito (Feltrinelli,
2013) e, nella collana digitale Zoom, L’economia del bene comune
(Feltrinelli, 2013).
Eremo Rocca Santo Stefano venerdì 25 dicembre 2015
Nessun commento:
Posta un commento