ET TERRA MOTA EST . Voci d’autore : dolore.
La manifestazione degli aquilani e quella dei disabili lo stesso giorno a Roma. Con lo stesso obiettivo: farsi ascoltare dai signori della politica . Una città addolorata e dolorante con i palazzi del potere dalle porte e portoni sprangati . Uomini chiusi dentro che non sono capaci di farsi carico dei problemi degli uomini di fuori. Una città che dovrebbe essere descritta per questo 7 luglio 2010 come la città di Victor Hugo di Notre dame de Paris. Una umanità bisognosa , affannata , sofferente nel fisico e nell’anima che sfila per le strade alla ricerca di solidarietà.
Scrive Mariangela Di Nicoli su Iris press : “ Quale è quel Paese che costringe persone disabili, con difficoltà motorie o sensoriali o addirittura psichiche a scendere in piazza per rivendicare i propri diritti (acquisiti?) e per esprimere la propria rabbia contro norme che penalizzano una categoria che riesce a malapena ad affrontare le sfide del quotidiano? Ma il nostro naturalmente.
Sembra uno di quei brutti film anni '80, i famosi B-movie, dove i protagonisti affannati, rincorrono una storia che non esiste e l'unico dato sensibile che emerge è che gli attori sono lasciati in balia di se stessi. Eppure continuiamo a guardare il film aspettandoci un 'coupe de theatre' che non arriverà. Così le associazioni dei disabili intelaiano il rapporto con le istituzioni, Governo in primis, senza sapere dove si arriverà, senza sapere se la via d'uscita è rappresentata da un maniglione antipanico che precede una porta d'emergenza oppure da un portone di un castello fatato mai esplorato prima.
E oggi, in più di tremila hanno aspettato, sfidando il caldo, lo stralcio delle restrizioni sull'indennità di accompagnamento previste nella manovra, davanti palazzo Chigi…..”
Sappiamo come sono andate poi le cose . Il governo ha fatto marcia indietro .”Ma se le fasce più deboli protestano, continua Mariangela Di Nicoli , non è un problema che deve riguardare solo la politica in senso stretto. E' un fallimento per lo Stato, tutto, per il paese, per i cittadini, anche per quelli che credono di non essere toccati dalla questione, per i servizi sociali ed infine, cosa più preoccupante, è un problema per la democrazia (…)Fino ad ora, le famiglie sono state il miglior ammortizzatore sociale dello Stato facendo risparmiare più di 50 milioni di euro l'anno al ministero del Welfare. Sopperiscono in parte a servizi che nel nostro Paese non sono mai esistiti e in parte a quelli che ci sono, ma vengono erogati con il contagocce. Migliaia sono, infatti, le famiglie nelle quali almeno uno dei due coniugi è stato costretto ad abbandonare il lavoro per accudire un figlio, fratello o sorella. “
In Italia vivono 2 milioni 356 mila di famiglie con disabili, pari al 10,3% del totale. Il 41,8% delle famiglie con disabili è formato da una persona sola (35,4%), o che vive solo con altri disabili (6,4%).
Nella maggioranza delle famiglie (58,3%) c'è almeno una persona non disabile che può farsi carico delle persone con disabilità che fanno parte della famiglia.
Quasi un terzo delle famiglie con disabili dichiara di aver bisogno della assistenza domiciliare da parte delle ASL, queste rappresentano il 32% dei single disabili e il 46,8% delle famiglie con tutti disabili. L’81,6% delle famiglie con disabili è rappresentato da famiglie di anziani. Le famiglie con confinati a letto sono 1 milione 73 mila, il 45,5% del totale. Nel Sud e nelle Isole la quota di famiglie con persone disabili è più elevata, 12,2% e 13,2% contro l’8,5% nel Nord-ovest e l’8,9% nel Nord-est (dati Istat).
E scrive Lidia Ravera su L’Unità del 8.07.2010 “Cupa, calda , grigia ,la città. Davanti a Montecitorio ,fra poliziotti sudati e schierati , una folla stremata e stralunata , molti sono in sedia a rotelle , altri parlano a segni, tanti anziani….La piazza è ridotta dalle transenne che impediscono di disturbare la quiete del Palazzo . Non si può portare ,il proprio handicap davanti al Parlamento , dove si discute se tagliare gli aiuti a chi non ce la fa da solo.Bisogna aspettare in silenzio il miracolo della compassione ,non far valere i propri diritti . Lo Stato è una comunità che li comprende , i disabili, non una Signoria che concede e ritira un obolo ,secondo insindacabili decisioni. (…) Vedo volti pallidi ,affaticati. Guardo un uomo che ha perso l’uso delle gambe . Mi chiedo sarà un 73% ? E ? su di lui che devono rifarsi del debito.? Quando il principio di solidarietà viene meno , in un Paese può succedere di tutto. Anche che il desiderio valga più del bisogno. Nessuno tocca mai i privilegiati . nessuno mette in discussione la voracità ,l’accumulo, il lusso.
Poco in là altra manifestazione Sono cittadini che vengono da L’Aquila. Pieni di rabbia. Angosciati . Sono passati 15 mesi dalla notte in cui hanno perso le loro case, le loro cose . Dove vivono, come vivono , come passeranno l’inverno? Ma se ne accorgono quelli che stanno nel Palazzo , ben protetti dalle forze dell’ordine , di tutto il dolore che si è riversato sulla città.? Forse no . E intanto sui terremotati incominciano a volare le prime manganellate , non devono passare davanti all’altro Palazzo. Quello del loro “benefattore”
Le foto sono di Laura Tarantino
Eremo Via Vado di sole, L’Aquila, giovedì 8 luglio 2010
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