SETTIMO GIORNO “ Padre nostro “ sintesi del Vangelo . Incontro al volto del Padre
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Incontriamo un tema molto importante per la nostra vita in questa domenica: il tema della preghiera. La preghiera di Abramo, nella prima lettura, una preghiera che potremmo definire così: una intercessione coraggiosa e sfrontata. E' lo stesso Abramo a riconoscere questa sfrontatezza: Vedi come ardisco parlare al mio Signore. Una delle caratteristiche della preghiera è proprio il coraggio sembra dire il grande padre Abramo... la sua infatti è una preghiera che non viene fatta per dei giusti, ma per una città di delinquenti ed idolatri, con i quali Abramo non condivide praticamente nulla. Domenica scorsa lo abbiamo visto accogliere ospiti senza sapere chi fossero, ora prega per persone di cui sa per certo soltanto una cosa: non sono dei giusti. Fa leva sui giusti della città, è vero, ma intanto chiede che tutti possano vivere.
E Gesù?
Risponde ai discepoli ammaestrandoli con il «Padre nostro», «sintesi di tutto il vangelo» (Tertulliano). Il Pater – che oggi ascoltiamo nella versione di Luca – più che una formula costituisce un compendio delle indicazioni di Gesù sparse nei quattro vangeli: è una traccia, un canone che ricapitola l’essenziale della preghiera cristiana. All’invocazione: «Padre», seguono cinque domande, poste in un ordine preci so. Innanzitutto si prega per Dio, chiedendogli che il suo Nome sia santificato, che tutti possano cioè riconoscerlo quale Dio tre volte Santo. Domandando: «Venga il tuo Regno», si invoca che la signoria di Dio si manifesti sulla terra attraverso la pace, la giustizia, la riconciliazione; nel contempo, si chiede la venuta escatologica del Regno, inaugurato da Gesù (cf. Lc 11,20; 17,21), ma non ancora realizzato compiutamente. Solo in un secondo momento il cristiano prega per i propri bisogni: il pane quotidiano, frutto della benedizione di Dio sul lavoro dell’uomo; il perdono dei peccati, condizionato dal perdono accordato ai fratelli (cf. Mt 6,14-15); l’aiuto di Dio per non soccombere nell’ora della tentazione.
Se prendiamo il vangelo di Luca più volte Gesù troviamo questo appellativo confidenziale di Padre al cap. 22: Padre, se puoi allontana da me questo calice...; al cap. 23,34: Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno...; al cap. 23,45: Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito... La preghiera in Gesù è diventata vita e la vita per Gesù altro non è che incontrare il Padre... Gesù incontra il Padre quando insegna ai discepoli a pregare, ma lo incontra anche nel momento della sofferenza, nel momento dell'angoscia, nel momento della morte (d. Daniele Simonazzi)... nel momento in cui solitamente neghiamo la presenza e la paternità di Dio (la sofferenza dell'innocente, la morte dell'innocente), ecco che Gesù incontra il Padre.
Attraverso la parabola dell’amico che disturba un altro amico nel cuore della notte per chiedergli del pane, Gesù sottolinea poi che la preghiera deve essere contraddistinta da perseveranza e insistenza fiduciosa, come quelle mostrate da Abramo (cf. Gen 18,20-32) e Mosè (cf. Es 32,11-14.30-32). Egli commenta: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto»; e altrove afferma: «Tutto ciò che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo già ottenuto e vi sarà accordato» (Mc 11,24). Infatti «il Padre sa di quali cose abbiamo bisogno ancor prima che gliele chiediamo» (cf. Mt 6,8), e nessuno di noi può pensare che egli dia pietre al posto del pane: noi siamo cattivi ma Dio è buono, e la nostra preghiera filiale si misura sulla fede salda in lui!
Infine Gesù conclude: «Se voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito santo a coloro che glielo chiedono!». Se nel passo parallelo di Matteo si legge che Dio darà «cose buone» (Mt 7,11), qui si parla dello Spirito santo come del dono che il Padre non fa mai mancare a chi aderisce a lui: lo Spirito è davvero la cosa buona per eccellenza, è il dono dei doni… Le prime parole che
E’ l’esempio di Gesù che fa nascere nei discepoli il desiderio di pregare (11,1-13). Facendo scaturire la pre¬ghiera del discepolo dall’esempio di Gesù, Luca vuole ricordarci che la nostra preghiera deve assomigliare alla sua. L’invocazione «Padre» – priva di ogni altro aggettivo – è tipica sulle labbra di Gesù: esprime la sua filiazione. Il discepolo deve pregare in unione a Cristo, in qualità di figlio. Sta in questo rapporto l’originalità cristiana.
Riporto qui sotto quella famosa preghiera di Charles De Foucauld, che davvero riesprime con parole diverse lo spirito della preghiera di Gesù.
Parole diverse, ma identico l'abbandono al Padre che le motiva.
"Padre mio, io mi abbandono a Te,
fa' di me ciò che ti piace.
Qualsiasi cosa tu faccia di me,
ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà si compia in me
e in tutte le tue creature:
non desidero nient'altro, mio Dio!
Rimetto l'anima mia nelle tue mani,
te la dono, mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore,
perché ti amo.
È per me un'esigenza di amore,
il donarmi a Te,
l'affidarmi alle tue mani, senza misura,
con infinita fiducia:
perché Tu sei mio Padre!
Amen"
Ma qual è la preghiera vera e che cosa significa pregare ?
Una caratteristica della preghiera vera è dunque l’intimità. La preghiera è “avvicinarsi” a Dio, colloquiare con Lui a cuore a cuore… In realtà Dio è sempre vicino a noi, ma noi non sempre siamo vicino a Lui. La preghiera, invece, scaturisce dalla vicinanza. * «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto»
Non si tratta di semplici ripetizioni dello stesso concetto! Una caratteristica importante della preghiera è quella di essere dinamica, in movimento.
Chiedete….. (per es.) un indirizzo e vi sarà dato.
Cercate mettendovi in cammino per arrivarci e lo troverete.
Bussate alla porta che corrisponde a quell’indirizzo che avete trovato e vi sarà aperto.
Essendo espressione di una relazione tra persone, la preghiera è un cammino graduale.
La preghiera non è un interruttore che accendi o spegni. Non è un barman al quali ordini un’aranciata. Non è un gettone per il distributore automatico di miracoli… «Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto» [ Vangelo ]
Non ci sono condizioni (es. “se avrete fatto così e così... se ve lo sarete meritato...” ecc.). La risposta alla preghiera è garantita. La preghiera mette “chiunque” la eserciti, in relazione con Dio, e dispone Dio ad aprire il suo cuore per accoglierci così come siamo. “L’influenza della preghiera sullo spirito e sul corpo è dimostrabile quanto la secrezione ghiandolare” (Alexis Carrel, premio Nobel per la fisiologia). “La preghiera può cambiare la tua vita in qualunque momento, in qualunque situazione ti trovi, a qualunque età” (William Parker, psicologo).
Un’altra caratteristica della preghiera è questa: l’intercessione. Abramo chiede non per se stesso ma per degli estranei che neanche conosce. Il segno di una preghiera matura è quella che scaturisce da un cuore generoso e altruista. Quest’aspetto è molto collegato al Vangelo del buon samaritano di due domeniche fa. Non essere indifferente alle disgrazie degli altri! Non essere egoista, o almeno ama il prossimo tuo come ami te stesso… Chiedi a Dio ciò di cui gli altri hanno più bisogno! Molte volte la nostra preghiera è sterile perché il nostro orizzonte è troppo limitato al nostro io.
Il perdono dei peccati è la richiesta d’intercessione più importante. Questa sì, è condizionata dal nostro comportamento! Chi si ritiene giusto oppure prova rancore verso qualcuno, non può relazionarsi con Dio Amore. La sua preghiera sarà uno sterile monologo. Se sono avvelenato dal risentimento o dal desiderio di vendetta o desidero il male per qualcuno allora sono gravemente ammalato. Devo rendermene conto e gridare a Dio che mi guarisca. Dio solo è giusto. La sua giustizia consiste nell’amore che in Cristo perdona tutte le colpe
La preghiera è insistente confidenza. «Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo gli darà uno scorpione? Se dunque voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo…». La fiducia in Dio è l’anima della preghiera. La relazione filiale con Dio è il senso stesso della preghiera.
Il “Padre nostro” non è tanto una formula da recitare ma un modo di intendere e vivere la vita. Il Nome di Dio è santo e il suo regno verrà comunque! …quello che chiedo è che io diventi santo, chiedo cioè che il suo nome sia santificato dalla mia personale vita; chiedo che la sua persona sia visibile nella mia personalità, nel mio modo umano di vivere la divina fraternità. Chiedo che Dio regni nel mio cuore, nella mia mente, nel mio corpo; chiedo di essere anch’io re e non schiavo delle mie passioni o impulsi carnali; chiedo che io possa avere l’onore di contribuire a edificare il regno di Dio sulla terra con la mia vita spesa nell’amore. Chiedo di essere assistito giorno per giorno, di essere dipendente e in relazione con Dio ogni giorno, ma soprattutto chiedo di non avere più di quanto mi è necessario, perché tendo a volere sempre di più e ad attaccarmi alle cose, a perdere di vista il fine per cui sono stato creato… Chiedo per questo motivo di essere nutrito ogni giorno della Sua Parola e del Suo Corpo.
Allora dunque che cos’è esattamente la preghiera? “Esattamente questo è la preghiera: la preghiera è l’occasione per Dio di riversare il suo Spirito d’Amore nel nostro cuore... Ogni minuto trascorso in preghiera viene dall’eternità e vi fa ritorno” (Matta El Meskin, Consigli per la preghiera, ediz. Qiqaion). Ricevere il suo Spirito è avere tutto. Tutto ciò che è buono e può riempire la vita. È ricevere la capacità di essere in tutto come Gesù.
La preghiera allora è gratitudine. La preghiera è certezza dell’intervento di Dio ed esperienza della sua fedeltà. La preghiera è forza. È la leva che solleva il mondo, se il punto di appoggio è Cristo crocifisso e risorto. La preghiera è gioia. La sperimenta chi si relaziona con Dio nella fiducia e nell’umiltà.
Eremo Via vado di sole , L’Aquila, sabato 24 luglio 2010
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