SILLABARI :Amicizia ( I )

Come quella di Kant le definizioni dei filosofi nel tempo appaiono ricche e variegate . Per cui dopo aver letto Kant possiamo domandarci ma allora che cosa è l’amicizia ?

Cicerone3 raccoglie inel suo trattato in realtà quello che i filosofi greci avevano già detto sull’argomento. Così Epicureo aveva affermato “ Di tutti quei beni che la saggezza procura per la felicità della vita, il più grande di tutti è l’acquisto dell’amicizia. “, espressione del piacere più vero e antitodo al dolore. “ La medesima persuasione, continua, che ci rassicura che nessun male è eterno e durevole , ci fa anche persuasi che nel breve periodo della vita esiste la sicurezza dell’amicizia.

Platone nel Liside , dialogo giovanile di ispirazione Socratica aveva sua volta affrontato proprio il senso dell’amicizia fondata sulla virtù. Anche se nella discussione non si arriva a definire proprio chi sia amico .
I filosofi fin qui citati concordano nel ritenere dunque la vera amicizia come disinteressata tanto che la storia ha consegnato alcune formule famose ed efficaci che definiscono questo sentimento. Appunto “l’amico è un’anima sola in due corpi” di Diogene Laerzio e “ Un vero amico vale più di un dono di Dio “ di Pietro Abelardo. E se interessano altre celebri definizioni non resta che consultare quel sito internet dei celebri motti e aforismi. Ce n’è per tutti i gusti.

C’è secondo alcuni moralisti dell’età moderna un’altra faccia dell’amicizia che mette in evidenza quanto di egoistico e di ipocrita si celi dietro questo sentimento così idealizzato. Ma perché è stato appunto così idealizzato ?
Lo spiega forse Francois La Rochefocauld nella sue Massime ( (1625) : “ Quella che gli uomini hanno chiamata amicizia non è altro che un’alleanaza, una reciproca cura d’interessi e uno scambio di servigi; insomma una relazione in cui l’egoismo si prefigge sempre qualche utilità “( 83) La Rochefocauld rincara la dose e va oltre : “ L’egoismo aumenta o diminuisce ai nostri occhi le buone qualità dei nostri amici in rapporto alla soddisfazione che riceviamo da essi : giudichiamo i loro meriti sulla base dei loro comportamenti verso di noi ( 89) E ancora “ Non sempre rimpiangiamo la perdita dei nostri amici in considerazione dei loro meriti , ma dei nostri bisogni e della buona opinione che essi avevano di noi ( 70) “ “Perdoniamo facilmente agli amici i difetti che non ci riguardano “( 428) “ Ci consoliamo facilmente delle disgrazie degli amici quando esse servono a mettere in luce la nostra sollecitudine per loro ( 235).”
Su una linea negativa stanno Arthur Schopenhauer e Nietzsche. Il primo scrive negli Aforismi sulla saggezza della vita che i legami reali basati su un qualunque interesse materiale , caratterizzano quasi tutti i rapporti umani tanto che : “ la vera amicizia appartiene alle cose di cui , come dei colossali serpenti marini , non si sa se siano leggendarie , oppure esistono da qualche parte”. Il secondo in un aforisma di Nel bene e nel amle ( 41) invita a non legarsi con alcuno giacchè ogni persona è una prigione tranne poi a dire in Così parlò Zaratustra che è possibile un tipo di amicizia del tutto nuova nella prospettiva del Superuomo che è rifiuto del così detto amore cristiano per il prossimo che aveva soppiantato il concetto classico e pagano di amicizia

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