VERSI D'ALTRI E ALTRI VERSI : Kikuo Takano ( II )
Da dove?
Da dove? chiede il vento.
Si scuote solo il grappolo dell'uva,
perché non sa rispondere: da dove?
Quando s'è reso conto, era già qui.
Potrebbe esser venuto dalla nebbia,
forse dalla roccia,
oppure forse dal cielo senza fine.
Non può rispondere
alla domanda: da dove?
Però comincia a chiedere: da dove?
In seguito a giorni d'insonnia
il grappolo è cresciuto di peso,
e ha cominciato a formarsi
come gocce di lacrime.
Chiunque potrebbe sbagliarsi
nel porre la domanda, ma occorre domandarsi:
da dove arriva 1'essere lontano che irradia la terra?
Finché t'accorgerai che quello è un dito,
chiedilo con intensità pur sbagliando.
Finche t'accorgerai che è un incontro...
Toccato dalle dita di luce
il maturare abbondante è frutto d'uva,
il dormire alla fine è frutto d'uva.
Quasi sabbia
Chiudere gli occhi perché
ha compreso la colpa del guardare.
Aprire gli occhi perché stessa colpa
gli é parso non vedere.
Sulla spiaggia deserta
con occhi distratti guardo il mare aperto.
Ma non lo vedo affatto.
Intanto guardo me
che penso di vederlo,
convinto sia così ma nemmeno
sicuro di questo. Forse questo lo vedo?
Guardo invece L´infranggersi dell´onda
e un legno gettato sulla spiaggia.
Chissà perché mi sento sollevato,
mesto e contento nello stesso tempo:
sto quasi per diventare sabbia.
Il vento e la duna
In una notte bianca cerca il vento,
intenso, il concavo e il convesso di una soffice duna,
sognando una carezza lieve
in cui tentare quello che ha perso.
La duna tormentata torce il suo corpo e chiama la stella.
Nella notte bianca, abbracciando l'arpa turbata
, il vento rende un fresco risveglio alla duna placata,
mutata di forma, come avesse ricevuto la grazia di Dio
sotto il bagliore mattutino.
La vita
La vita non è solo attendere invano?
Non è aspettare dolcemente qualcosa
che è troppo grande e che mai verrà?.
Il gyrinus nel suo volteggiare, la giraffa col suo collo,
con le spine la rosa, con le parole l'uomo,
il girasole con lo stame e il pistillo, non aspettano soltanto?
MARE
Desiderando rispecchiare il cielo, plachi, tu mare,
il vento e resti senza onde.
Non protendo accoppiarti alla scogliera
giorno e notte ululando insisti ad infuriarti.
Pure ogni fiume si è versato in te,
tutto chò che è del fondo lo hai affondato,
tutto ciò che è del cielo gliel'hai reso.
Perfino l'uomo, se arriva a disperare,
a te viene per cercare la madre che hai in te.
Poi, gli anni fuggiti,
portando In silenzio una morte quieta
Sulla riva, vorresti dirci: "Guardàtela, oh! Guardàtela!".
A te (1)
Al mio risveglio anche questa mattina
mi trovo come se mi andassi un po' consumando.
Durante il sonno non sarà forse che,
mutato in macaone invisibile,
sia andato pian piano volteggiando?
Volo consumandomi, mutandomi in masso,
in graminacee, in cigno in rampone rugginoso,
in grondaia.
Lo crederesti? A ogni risveglio mi trovo trasformato
realmente in un altro impensabile.
Sono cambiato, ormai irriconoscibile dopo che ci siamo lasciati.
Fior di loto
Fior di loto è fiorito,
vorrebbe dirci che pure nel limo
son nascoti colori e sembianze così puri.
Fior di loto è fiorito,
vorrebbe dirci che va ricordata la lontananza
di chi è caduto nell'oblio; quella lontananza e grandezza.
Fior di loto è fiorito, v
orrebbe dirci che la goccia caduta sulla foglia
diventa una gemma d'argento e brilla di più
Fior di loto è fiorito,
vorrebbe dirci che s'arrende a una domanda
così grande da non saper altro che fiorire.
Naturalmente
Naturalmente non potevo non desiderare che,
pur essendo una piccola lampada,
s’alzasse più forte la fiamma,
ardesse fin troppo lo stoppino.
Naturalmente – non l’ho forse meritato? –
il globo del mio lume si è annerito,
è tutto fuliggine, adesso.
Non può dunque far passare la luce.
Ma nulla rimpiango, né mi pento di quel mio desiderio.
Ripeto ancora: “Mondo, tenebre, mia ombra!”
Non ho bisogno di una semplice ombra:
son venuto a ricevere la luce,
la luce che ho in me naturalmente.
[Le foto sono di Laura Mohena]
Eremo Via vado di sole, L'Aquila, martedì 30vnovembre 2010