DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi poesie e per certi versi prosa . 25-26 e 27 luglio 2009
L’Aquila, 25 Luglio 2009
però
che ci vuole a dire sempre di sì
e a dire no che è difficile e a volte
poi non duri
perché a questo punto quello che
conta
è durare. Ma che cazzo significa
allora ripetere continuamente
vorrei passeggiare per Parigi
piuttosto che passeggiare per L’Aquila
e poi per giunta così come l’ha ridotta
il terremoto
ma non ci sente,questa discussione
la facciamo spesso
a quel bar , il bar dello stadio lungo
il viale della Fontana Luminosa
con i tavoli , i giornali e i clienti
sotto gli ombrelloni in questo mese
di luglio per mangiare un gelato
quelli della coppa del nonno
perché per quelli più buoni devi attraversare
tutta l’Aquila e andare a l’Aquilone
e allora seduti a quel tavolo ci domandiamo
non se dura il sindaco o l’amministrazione
provinciale
ma se durerà a vivere così infelici
che certamente saremo di nuovo felici
e tutte queste menate che non ne posso più
ma non c’è altro da fare
tu continua ad essere te stesso io ti adoro
perché dici come me sempre di sì.
L’Aquila, 26 Luglio 2009
sicuramente ad Elizabeth Taylor
quella piccola bambina di Torna a casa Lassie
che sembrava pure antipatica
e chi l’avrebbe mai detto che sarebbe
diventata la più grande attrice del tempo
che Fede ci pensa ancora ,mi parla di L’Aquila,
uno sguardo a L’Aquila stasera L’Aquila
color terra e mattone color della storia
qualcuno progetta un grattacielo più alto
dell’Empire State
forse di stupidità, arroganza e malaffare
qualcun altro vuole solo risistemare
i muri delle Cancelle
e non sai mai a chi dare ragione
e quello che impari di primo mattino
se attraversi Piazza Duomo
tutta transennata è che ho sempre
voluto restare vicino a tutto questo
ma ho perso la pazienza e non ne posso più
mi tocca riordinare le carte, le idee e
mi recito in silenzio le poesie
come quando andavo a lavorare
e al mattino sentivo l’autoradio lungo
viale della croce rossa
che diceva sempre le stesse cose.
Sempre le stesse cose ascolto tra la gente
di questa città
sono sempre stato qui e ora so
tutte queste
che sono poi queste cose ? E sono quelle
cose per esempio rischia
di non prendere un granchio,di non trovare
più nessuno, che beve e basta, che
non ci si può più mettere in gioco in questa
città
perché altri decidono per te e nessuno
ti ascolta
che l’intreccio tra affari e politica è
all’ennesima potenza
che oddio non ne posso più davvero e se
devo continuare meglio
dire eccetera eccetera
ma lo dice pure Giorgio Bocca che lo leggo
sempre sul venerdì e a proposito
quanto a Daniel Rodan che ha vestito
Tina Turner e i Bee Gees
che ha abbandonato i lustrini e riporta
sui vestiti
i graffiti del muro di Berlino perché
non ci mette i ruderi di L’Aquila
che sono belli e belli resteranno
per un sacco, un sacco di tempo
ma basta, basta per oggi
per oggi abbiamo fatto abbastanza
penitenza.
L’Aquila 27 Luglio 2009
questa gente che vive nelle tende
loro no
a immagini di camionisti ,idraulici , muratori,
barbieri , lavapavimenti , fruttivendoli
di chi porta il cappello alle trentatrè
ma decisi e fieri al passo
nudi di ogni cosa come sono diventati
perché non gliene frega più di ogni cosa
ma solo di alcune cose
svagati però come un’attrice di
varietà
dietro i loro occhi si vede un secolo
due secoli, un millennio
di fatica, dolore e lotta per la libertà
di povera gente di campagna
di miseri artigiani di città
loro s’aspettano di far parte di questo secolo
ma no
loro appartengono al caro novecento
quando Duke Ellington suonava
nei palazzi in costruzione di New York
Hitler ossessionava l’Europa
e in Italia lui parlava dal balcone
e gli altri non facevano molto
tranne scopare e pensare ai soldi
che li ossessionavano e c’era chi li
faceva e ne faceva tanti ma tanti
tranne gli americani che sono venuti
con la velocità, i chewing gum , le noccioline
appunto americane
e la libertà
ma pure loro ossessionati dai metrò.
Che meraviglia il ventunesimo secolo
sotto le tende a L’Aquila terremotata
secolo ventunesimo
disceso in mezzo al buio di L’Aquila
che precipita
che ha mutato il mezzogiorno
in una notte.
Ventunesimo secolo a L’Aquila !
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