Raccontano i Sukuma, un popolo che vive in Tanzania:” Un villaggio stava diventando troppo grande e il capo, dopo aver consultato gli anziani , decise che era giunto il momento di fondare un altro villaggio in terre più lontane, meno abitate. Allora chiamò i due suoi figli maschi e disse loro : “ Andate a cercare un posto adatto dove fondare un nuovo villaggio. Ma non dimenticate di mettere dei segni sugli alberi dove passerete, così che io possa tornare a visitare la località insieme a voi. Hi di voi due troverà la località più adatta darà il capo del nuovo villaggio.”
I due giovani partirono in direzioni opposte : Il maggiore mentre camminava non dimenticava di lasciare dei segni sui tronchi più grossi. Il secondo bussò alla porta di molte capanne, fu invitato ad entrare , si fermò a conversare con tutti , condividendo il cibo che gli veniva offerto.
Il maggiore tornò dopo una settimana , descrivendo entusiasticamente la località che aveva individuato, con terre fertili e un torrente di acqua limpida non lontano. Il minore tornò dopo un mese.Il padre disse : “ Bene , adesso voglio andare a vedere personalmente le località che avete scelto.” In due giorni di cammino veloce , senza neanche fermarsi a mangiare , il padre e il figlio maggiore , seguendo i segni lasciati sugli alberi , arrivarono alla località prescelta. Il padre ne fu entusiasta e dopo altri due giorni di cammino erano già di ritorno.
La settimana successiva il padre partì con il figlio minore . La distanza da percorrere non era lunga , ma il viaggio durò molti giorni perché ovunque il figlio minore arrivava veniva accolto festosamente dagli amici che si era fatto in ogni villaggio lungo la strada. La località prescelta dal figlio minore non era bella come la prima. Il viaggio di ritorno durò ancora di più perché gli amici questa volta offrirono doni da portare a casa.
Qualche giorno dopo il padre chiamò entrambi i figli , e disse loro : “ Ho visto le località che avete scelto. Avete fatto entrambi un ottimo lavoro. ,ma il minore ha fatto la scelta migliore , perciò sarà lui il fondatore del nuovo villaggio”. “Ma come – protestò il maggiore – lui non ha neanche eseguito il tuo ordine di lasciare un segno sugli alberi dove sarebbe passato, e poi, tutti dicono che il posto che io ho trovato è il migliore|”.“Figlio mio - disse il padre- tuo fratello minore ha lasciato un segno di amicizia su tutte le porte a cui ha bussato e il suo villaggio sarà circondato da amici. La sua scelta è stata più saggia”
Il futuro è dunque fondare un villaggio circondato da amici .
Lo dice bene con altre parole Ernesto Balducci per il quale il nuovo villaggio è un luogo dove spartire il pane e il vino.
Mentre abito la città presente, con i suoi miti, i suoi dogmi, le sue divisioni , insomma la sua ferocia velata di cultura e di religione, già abito, per una specie di doppia appartenenza , la città planetaria , in cui divenuto inutile il tempio , ogni uomo ama spartire il pane e il vino.
Se noi lasciamo che il futuro venga da sé , come sempre è venuto, e non ci riconosciamo altri doveri che quelli che avevano i nostri padri, nessun futuro ci sarà concesso. Il nostro segreto patto con la morte , a dispetto delle nostre liturgie civili e religiose , avrà il suo svolgimento definitivo.
Se invece noi decidiamo , spogliandoci di ogni costume di violenza , anche di quello divenuto struttura della mente, di morire al nostro passato e di andarci in contro l’un l’altro con le mani colme delle diverse eredità, per stringere tra noi un patto che bandisca ogni arma e stabilisca i modi della comunione creaturale, allora capiremo il senso del frammento che ora ci chiude nei suoi confini.”
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