In “ Settimo giorno “ dell’8 novembre 2010 abbiamo commentato le letture della XXXII domenica del tempo ordinario e a lungo abbiamo riflettuto sul tema della resurrezione.
Mi piace continuare come un “ fuori orario” rileggendo un articolo di Eugenio Scalari si La Repubblica di giovedì 13 maggio 2010 dal titolo “ Ragionando con Martini di peccato e Resurrezione.
Lo stesso cardinale nel fissargli la data per l’appuntamento gli aveva detto che gradiva parlare solo di Resurrezione. E all’obiezione di Scalfari che affermava che su quel tema c’era poco in comune tra un non credente e un cristiano Martini gli aveva risposto : “Vedrà, avremo tutti e due molte idee da scambiarci su quell’argomento . Del resto la resurrezione è da tempo il fulcro della mia vita ed ho molta voglia di discuterne con lei.”
Ad uno Scalfari più convinto che mai che non ci sia incontro sul tema della resurrezione tra credenti e non credenti Martini poi rispondeva così durante il colloquio: “ E’ un mistero , un mistero della fede. Lei mi ha chiesto perché rappresenta per me e per tutta la comunità dei fedeli il fulcro della nostra vita. Cercherò di spiegarlo. La resurrezione dei morti è un fatto storicamente positivo. Lo spirito risorge in tutti noi. Risorge ogni giorno e risorge quando preghiamo, quando ci comunichiamo mangiando il pane e bevendo il vino del Signore, quando risorgono in noi la carità e la speranza del futuro, quello terreno e quello oltreterreno. La storia del mondo non sarebbe quella che è se la speranza non alimentasse i nostri sforzi e la carità non illuminasse la nostra vita quotidiana. La Resurrezione dello Spirito è la fiamma che spinge le ruote del mondo , Lei può immaginare un mondo senza carità e senza speranza ?”“ Lei pensa che quell’istinto sia sempre presente in ogni individuo?”
“Penso che sia sempre latente , ma sempre in contrasto con l’amore di sé. La vita non è che un eterno contrasto tra questi due elementi . La natura umana poggia sulla dinamica di questi due elementi.”
“ Ogni volta che l’amore del prossimo vince sull’egoismo dell’amore di sé, quello è il momento in cui lo Spirito risorge . Il fatto che lei lo chiami istinto non cambia la tessitura della vita : per me è la Resurrezione.”
“ Ma non la resurrezione dei morti “
“Quello è un mistero della fede , un di più che ci aiuta.. Io non lo chiamo9 miracolo , lo chiamo necessità. La necessità di vivere con carità e con speranza. “Fin qui il colloquio tra Eugenio Scalari e il Cardinale Carlo Maria Martini . Ma in quell’articolo si riferiscono altri temi della conversazione . Si mette l’accento appunto su quella fede che è un di più e che aiuta appunto con il suo mistero a credere nella resurrezione dei morti. Una fede che illumina la vita . Un amore per la vita secondo Hans Kung che è condizione preliminare. Perché l’amore per la vita è condizione non sufficiente ma necessaria per la maturazione della coscienza.Bisogna amare profondamente la vita per essere poi illuminati dalla grazie dalla fede.
E nel colloquio si affrontano altri temi come pentimento , percorsi di penitenza, pedofilia, e del rapporto tra la missione pastorale della Chiesa e la sua organizzazione istituzionale e gerarchica.Piccoli accenni e savie riflessioni.
“Cardinale ha presente il romanzo Resurrezione di Tolstoj?”
E mi piace riferire l’opinione del cardinale proprio perché quest’anno corre un anniversario di Tolstoi e perché quella resurrezione è quella appunto che la grazia aiuta con il pentimento a realizzare nella vita di ognuno.
Risponde dunque Martini : “ Ha ragione di richiamarlo. Quel romanzo racconta esattamente questo percorso. Il protagonista era un ricco e giovane signore che approfitta e stupra una minorenne. Passano gli anni e alla fine il protagonista ha perso tutto il suo patrimonio ed è condannato e deportato in Siberia , ma nella sua coscienza si è fatta strada la sofferenza per quanto ha commesso e la necessità di espiarlo. Quando l’espiazione tocca il culmine la sua anima si apre alla gioia.”“Lei ha richiamato Tolstoj; ma anche Manzoni racconta un processo analogo e la gioia che viene dall’espiazione.”
“ L’Innominato , il suo pentimento ,l’affanno di espiare e la pace dell’anima che provoca l’espiazione”
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