Scrive Michela Corridore su Il Centro il 19 luglio con il titolo “Negozi al posto della De Amicis…Stanziati 65 milioni per interventi in città”
“ Trasformare l'ex scuola elementare De Amicis in un centro commerciale nel cuore della città, con tanto di parcheggi interrati. Riaprire al pubblico il teatro Comunale e il San Filippo nel giro di tre anni. Sistemare le mura cittadine crollate nella zona della stazione ferroviaria. Sembra di sfogliare il «libro dei sogni», mentre il sindaco Massimo Cialente, gli assessori comunali Vladimiro Placidi e Stefania Pezzopane, insieme a Giuseppe Di Girolamo, funzionario del vice commissario ai Beni culturali, Luciano Marchetti, parlano di progetti approvati, appalti, inizio lavori.
Le opere saranno finanziate con un totale di 65 milioni (47 previsti dalla legge 77 per il terremoto e già disponibili, 18 programmabili attraverso finanziamenti Cipe) e verranno affidate dal Comune direttamente ai soggetti attuatori. TEATRO COMUNALE. È in fase di appalto il primo lotto di lavori (1,6 milioni complessivi recuperati dalla trasmissione «Porta a Porta» del giornalista Bruno Vespa) che prevede il consolidamento statico della struttura. Per completarlo ci vorranno 270 giorni di lavoro a partire già dalla metà di agosto. Della progettazione del secondo lotto, invece, da oltre 10 milioni di euro, si farà carico direttamente il commissario Marchetti, insieme ad alcuni collaboratori, come l'architetto Elisabetta Fabbri, che si è già occupata della ristrutturazione del teatro San Carlo di Napoli, del
Petruzzelli a Bari e della Scala a Milano. «In tre anni restituiremo il teatro alla città», hanno annunciato Placidi e Di Girolamo, «anche perché la struttura del vice commissario può agire in deroga su alcuni aspetti». La struttura, una volta restaurata, potrà ospitare anche le orchestre e le opere liriche. SAN FILIPPO. La chiesa barocca, poi trasformata in teatro, con elementi gotici, presenta maggiori difficoltà di restauro. L'intervento costerà 2 milioni 405mila euro. In 120 giorni sarà possibile consolidare la zona dell'abside, mentre per il resto degli interventi sono previsti circa 320 giorni di lavori che potrebbero essere consegnati alla fine del mese di settembre. DE AMICIS. Per la scuola è previsto un progetto «flessibile» come lo definisce Placidi, che prevede il rinforzo dei solai. In tal modo l'edificio potrà ospitare anche strutture diverse dalla scuola. «Potrebbero andarci degli uffici o una galleria commerciale», spiega il sindaco, che sembra particolarmente propenso a questa seconda ipotesi. «Nel centro storico le scuole torneranno», dice, «ma in quell'edificio sarebbe bello vedere un elegante centro commerciale, con parcheggi ad hoc». I posteggi dovrebbero essere realizzati sotto alla struttura, interrati.”
Tra le astruse idee che il dopo terremoto ha spesso messo sulla piazza mediatica o che sono uscite dalla bocca o dalla testa di intellettuali, politici e semplici cittadini quella di realizzare un centro commerciale nella scuola De Amicis è quella che preoccupa di più . Preoccupa perché si passa ogni limite nella spudorata convinzione che in nome e per nome del terremoto si possa fare tutto .Tutto però a senso unico . Un esempio la proliferazione dei centri commerciali in una situazione di sofferenza dei consumi e di impoverimento delle famiglie che comunque è indicativa di quel mettere le mani sulla città da parte di alcuni poteri forti tra i quali la casta dei commercianti .
Attenzione Di fronte a queste idee si rimane allibiti perché la realtà quella quotidiana, quella che coinvolge giovani e non più giovani , donne, studenti lavoratori dice che la ricostruzione dell’Aquila è legata a quellle radici , a quel passato , a quel senso di appartenenza che l’edificio che ospitava la scuola De Amicis esprimeva. S. Berardino, S. Giovanni della Marca, S. Giovanni da Capestrano , il francescanesimo , l’ordine dei minori proprio nel cuore della città E si potrebbe continuare .
Ad astruseria si aggiunge astruseria. L’idea di fare un centro commerciale in quell’edificio mette in evidenza il suo stato attuale , quello dei puntellamenti. Da ignorante profano, uomo della strada e passante da quelle parti mi sembra un’astruseria quel tipo di puntellamento che a ben pensarci, i tecnici mi smentiscano , sembra il divertimento di un architetto un po’ matto. O forse un architetto che si è consultato con Marinetti perché sembra il manifesto del futurismo. Linee, fughe di linee . Bello però. Se la riapertura del centro storico di L’Aquila deve essere scenografica ( e ahimè fino a quando solo scenografica ) quel puntellamento dà il suo bel contributo. Solo che mi viene in mente e chiedo scusa al tecnico che lo ha disposto non si poteva usare il puntellamento come quello messo in opera sulla facciata posteriore dell’edificio? Quanto costa quel puntellamento. Qualcuno parla di euro a due cifre per ogni giunto che collega i tubi e euro a una cifra solo per avvitare ogni giunto. Andate un po’ a contare quanti giunti ci sono ? Ma sarà vero? O è la solita favola metropolitana dello spreco di denaro con i puntellamenti; la solita favola che che alternativamente afferma che con quei soldi si poteva già iniziare a ricostruire gli edifici ? Non lo so,
Conclusione provvisoria : un centro commerciale al posto della scuola De Amicis. ? Come avrebbe detto il pirncipe De Curtis “ Ma va ! Ma Va! “ E io mi permetto di aggiungere “pensatene un’altra” che non solo con le opere e le omissioni ma anche con i pensieri si fa peccato ! O no?
Eremo Via vado di sole , L’Aquila, giovedì 4 agosto 2011
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