venerdì 26 agosto 2011

ET TERRA MOTA EST : Perdonanza ( Domande )



ET TERRA MOTA EST : Perdonanza ( Domande )

L’arrivo del fuoco di Celestino e l’accensione del tripode danno l’avvio alle manifestazioni della celebrazione della Perdonanza.

E’ quello che è avvenuto a L’Aquila martedì sera. La fiaccola accesa sul monte Morrone nella Valle Peligna , nell’eremo di S. Onofrio - da dove in quel lontano anno della fine del 1200 l’anacoreta Fra Pietro partì per raggiungere L’Aquila per esservi incoronato Papa - ha ripercorso portata dai tedofori lo stesso cammino attraverso la Conca Subequana e la Valle aquilana dell’eremita del Morrone .

Dunque martedì 23 agosto al calar del sole la fiaccola è giunta a l’Aquila e la cerimonia si è svolta di nuovo ( per la prima volta dopo il terremoto ) in Piazza Palazzo nello spazio antistante Palazzo margherita e il fuoco è divampato sulla torre dell’orologio.

Per qualche ora una parte del centro storico, quella le cui strade sono state riaperte dopo aver messo con i puntellamenti in sicurezza gli edifici prospicienti . è tornato ad essere frequentato.

Sulla piazza gli aquilani si sono affollati in un grande abbraccio alle rovine provocate dal terremoto. L’abbraccio ad un corpo morto però.

Questa la sensazione scottante, forte, emozionante e struggente malgrado la calca, le voci, le spinte di quanti non sono riusciti a vedere tutto , seppure alzatisi in punta di piedi; Malgrado i discorsi ufficiali dal palco, le esortazioni dell’arcivescovo alla concordia e all’azione.

La sensazione è stata quella di dare vita ad un’isola in un mar morto. Dare vita ad un luogo circondato da luoghi morti. Ed è una brutta sensazione. Come quella del paralitico, del paraplegico che sente battere il cuore, riesce a pensare ma non può muoversi.

Il centro storico, il corpo della città,disteso su quel crinale che sale fino a piazza Duomo dalla Rivera e poi si confronta con la quinta di s. Domenico sull’altra sponda , il corpo del centro storico morto come il corpo di quel paralitico . Immobile, impossibilitato a muoversi , senza circolazione del sangue , con una impossibilità a fare qualsiasi cosa, pronto al disfacimento per cancrena.

Un respiro lento , monotono ,un’assurda fissità , un abbandono nel tempo , una inutile speranza per un impossibile ritorno “alla vita normale “.

E’ questo il destino di L’Aquila ?

Ebbene è questa la domanda che l’altra sera si leggeva negli occhi ,negli sguardi della gente , al di là della calca, delle voci, delle belle parole, delle strette di mano , di quell’atmosfera che pur sembrava festosa . Era nei colori delle facciate delle case, era nel silenzio che poi ha seguito la manifestazione e che è tornato ad avvolgere ogni cosa .

Cose morte alle ombre incombenti della sera che già spodesta, con l’accorciarsi dei giorni la luce dei tramonti estivi ,lunghi , folgoranti.

E dunque l’assedio delle domande, di tutte le altre domande insieme a quella domanda principale. E’ questo il destino dell’Aquila? Per quanti anni ancora a venire ? E se si perchè?

Eremo Via vado di sole ; L'Aquila, venerdì 26 agosto 2011

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