domenica 3 luglio 2011

SILLABARI : Tolleranza

SILLABARI : Tolleranza

“Ormai non mi rivolgo più agli uomini , bensì a Te, Dio di tutti gli esseri , di tutti i mondi e di tutti i tempi, se mai è lecito a deboli creature, sperdute nell’immensità e impercettibili al resto dell’universo , di ardire chiederti qualche cosa , a Te che hai dato tutto, a te i cui segreti sono immutabili ed eterni ..”

Sembra una comunissima preghiera di lode, di ringraziamento e di intercessione. Una preghiera che ogni uomo può rivolgere al proprio Dio .

In realtà è la preghiera di Voltaire nell’ultima parte del suo Trattato sulla tolleranza con la quale invoca Dio perché al suo fianco difenda e protegga dall’intolleranza quanti sono vittime dell’oppressione politica e del fanatismo religioso.

Voltaire che su questi temi ha le idee chiare come si vede nel seguito della preghiera aveva già messo in evidenza nel Dizionario filosofico : “ …se si fosse completamente convinti di qualche cosa , non si sarebbe intolleranti. Si è intolleranti solo perché in fondo al cuore si comprende che si sta sbagliando” e poi ancora rispetto ai possibili rimedi aveva anche detto : “… Se la religione non causa più guerre civili , il merito è tutto della filosofia che ci ha insegnato a considerare le diatribe teologiche alla stregua delle baruffe di Gilles e Pierrot…” E nelle Lettere filosofiche Voltaire aveva anche detto che “un qualsiasi inglese, da uomo libero, , va in cielo per la strada che sceglie da sé”

Scrive Giulio Gioriello a commento di queste affermazioni : “ E’ l’esercizio stesso della filosofia che svela la radice profonda di ogni dogmatismo . La ragione mette in luce l’arbitrarietà delle prigioni intellettuali in cui gli esseri umani finiscono per rinchiudersi . A suo tempo Blaise Pascal , colpito dalla fragilità della creatura umana ,l’aveva definito come un giunco che il vento piega verso il fango , ma è però dotato della meravigliosa capacità di pensare . In un ideale contrappunto Voltaire aggiunge che sarebbe ben stolto che uno di questi giunchi minacciasse gli altri perché osano strisciare in un modo diverso dal proprio…”

Voltaire (1694-1778) che si chiamava in realtà Francois –Marie Arouet considerava una grave minaccia per l’uomo il fanatismo. Detestava i bigotti ma anche gli atei e sul piano politico prediligeva l’Inghilterra settecentesca come esempio di monarchia costituzionale.

Scrive ancora Giulio Gioriello: “ C’è da sospettare che perfino oggi Voltaire sarebbe tacciato di essere un relativista e per di più gli si rinfaccerebbe pure una sorta di sdegnosa indifferenza nei confronti delle sublimi concezioni circa i grifoni e ..altri enti che popolano i temi di filosofi e teologi.”

Nel trattato dunque Voltaire non dimentica mai il suo Dio garante di giustizia e fondamento dello stesso ordine politico anche se esprime sarcasmo per le forme storiche del cristianesimo.

Ma leggiamo ancora Voltaire in quella sua preghiera finale al Trattato : “ Degnati di considerare con occhi pietosi gli errori inerenti la nostra natura! E fa’ che questi errori non diventino la nostra sventura! Tu non ci hai dato un cuore perché ci odiassimo e mani perché ci sgozzassimo ; fa’ che ci aiutiamo reciprocamente a tollerare il fardello d’una vita penosa e passeggera! che le minime differenze tra le vesti che coprono il nostro debole corpo ,tra le nostre lingue insufficienti ,tra tutti i nostri ridicoli costumi ,tra tutte le nostre leggi imperfette , tra tutte le nostre insensate opinioni ,tra tutte le nostre condizioni così sproporzionate ai nostri occhi e così simili davanti a te, , che tutte le minime sfumature che distinguono gli atomi chiamati uomini non siano segnali di odio e di persecuzione! Che coloro che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti , tollerino coloro i quali si accontentano della luce e del Tuo Sole! Che coloro che coprono la veste con una tela bianca per dire che bisogna amarti , non detestino coloro i quali dicono la stessa cosa sotto un manto di lana nera! Che sia la stessa cosa adorarti in un gergo derivato da un’antica lingua o in un gergo più recente ! che coloro i quali portano una veste tinta in rosso o in viola, che dominano su una particella del mucchietto di fango di questo mondo , e che posseggono alcuni frammenti arrotondati di un certo metallo , godano senza orgoglio di ciò che chiamano grandezza e ricchezza , e che gli altri li guardino senza invidia; perché Tu sai che in codeste vanità non c’è nulla né da invidiare , né da insuperbire. “

E se questa preghiera è degna di un Dio all’uomo Voltaire aveva già rivolto una esortazione : “ Continuate ad essere tolleranti : è il vero mezzo per piacere all’Essere degli Esseri, che è ugualmente il padre dei turchi e dei russi, dei cinesi e dei giapponesi , dei negri, dei castani e dei gialli e dell’universa natura.”

Eremo Via vado di sole, L’Aquila, domenica 3 luglio 2011

2 commenti:

  1. Pasolini ha detto che la tolleranza è sempre formale mai sostanziale perchè se lo fosse sarebbe una contraddizione

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  2. La tolleranza non é mai formale, é sempre sostanziale, perché é agire in condivisione con le opinioni degli altri, così come l'amicizia non é mai "solo" amicizia: sarebbe una contraddizione in termini.

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