martedì 13 settembre 2011

LINEA D'OMBRA : Tarantismo

LINEA D'OMBRA : Tarantismo

Il tarantismo o tarantolismo è una malattia che, in base ad antiche credenze popolari dell' Italia meridionale, sarebbe provocata dal morso di un ragno chiamato popolarmente taranta (dal nome della città di Taranto, nel cui territorio si riteneva fosse diffuso questo animale). Il tarantismo comporterebbe una condizione di malessere generale e una sintomatologia psichiatrica simile all'epilessia. I sintomi sono soprattutto di carattere neurovegetativo o psichico come un apparente offuscamento dello stato di coscienza e turbe emotive.

Il tarantismo ha generato una forma musicale ed un ballo detto pizzica o tarantella, e in questa forma ha perso il legame con la religione e la superstizione, vivendo di vita propria. Questa forma musicale recentemente é stata ripresa anche da autori internazionali.

Attraverso la musica e la danza era però possibile dare guarigione ai tarantati, realizzando un vero e proprio esorcismo a carattere musicale. Ogni volta che un tarantato esibiva i sintomi associati al tarantismo, dei suonatori di tamburello, violino, organetto, armonica a bocca ed altri strumenti musicali andavano nell'abitazione del tarantato oppure nella piazza principale del paese. I musicisti cominciavano a suonare la pizzica, una musica dal ritmo sfrenato, e il tarantato cominciava a danzare e cantare per lunghe ore sino allo sfinimento. La credenza voleva infatti, che mentre si consumavano le proprie energie nella danza, anche la taranta si consumasse e soffrisse sino ad essere annientata.

Come spesso accade per i rituali a carattere magico e superstizioso, anche a questa tradizione si cercò di dare una "giustificazione" cristiana: così si spiega il ruolo di San Paolo, ritenuto il santo protettore di coloro che sono stati "pizzicati" da un animale velenoso, capace di guarire per effetto della sua grazia. La scelta del santo non è casuale poiché una tradizione vuole che egli sia sopravvissuto al veleno di un serpente nell'isola di Malta.

photo id=2>Il tentativo di cristianizzazione del tarantismo non riuscì però completamente. Infatti, durante la trance le donne tarantate esibivano dei comportamenti di natura oscena, ad esempio mimando rapporti sessuali oppure orinando sugli altari. Per questi motivi la chiesa di San Paolo di Galatina (LE), dove i tarantati venivano condotti a bere l'acqua sacra del pozzo della cappella, venne sconsacrata e San Paolo da santo protettore degli avvelenati cominciò ad essere ricordato come il santo della sessualità.

Il fenomeno del tarantismo si è andato progressivamente estinguendo, ed è sopravvissuto esclusivamente in determinate zone del Salento. Il fenomeno del tarantismo era diffuso nelle provincie di Lecce, Brindisi, Taranto e probabilmente anche nel sud Barese e nella provincia di Matera. Per quanto riguarda l'alto-Salento, pare che in provincia di Brindisi il culto di San Paolo non era diffuso, ma spesso si usava chiedere la Grazia anche presso il santuario di San Cosimo a Oria, (BR). Nella provincia di Taranto, dove il fenomeno è sopravvissuto fino alla fine degli anni 60, quando la persona afflita dal morso si riteneva guarita, si usava fare un corteo, chiamato tarantolesco: si tornava accompagnati dai musici sul posto dove la persona riteneva di essere stata pizzicata e lì compiva l'ultimo ballo per quell'anno.

Il rituale del tarantismo coniuga alcuni elementi del paganesimo, caratteristici delle società antiche, ed elementi della religione cristiana cattolica.

L'esorcismo inizia quando il tarantato avverte i primi sintomi del tarantismo e chiede che vengano i musicisti a suonare la pizzica. Al suono della musica il tarantato comincia a scatenarsi in una danza sfrenata che in questa fase del rito serve a determinare da quale tipo di taranta è stato avvelenato (ad esempio, si distinguono la "taranta libertina", la "taranta triste e muta", la "taranta tempestosa", la "taranta d'acqua"). La taranta poteva essere anche identificata con i serpenti o gli scorpioni Dopo questa fase diagnostica comincia una fase "cromatica" in cui il tarantato viene attratto dai vestiti delle persone da cui è circondato (spesso dei fazzoletti), il cui colore dovrebbe corrispondere al colore della taranta che ha iniettato il veleno. Tale attrazione viene manifestata a volte in modo violento ed aggressivo. Il perimetro rituale non era solo circondato da fazzoletti colorati, ma anche da cose richieste esclusivamente dalla persona tarantata.Che potevano essere; tini ricolmi d'acqua, vasi di erbe aromatiche,la fune, sedia, scala, spada e altro. Inizia quindi una fase coreutica in cui il tarantato evidenzia dei sintomi di possessione che può essere di natura epilettoide, depressiva-malinconica oppure pseudo-stuprosa. Durante questa fase l'ammalato si abbandona a convulsioni, assume delle posture particolari in cui si isola dall'ambiente circostante e può assumere atteggiamenti con cui si identifica con la taranta stessa.

Il rituale finisce quando il tarantato calpesta simbolicamente la taranta per sottolineare la sua guarigione dalla malattia. .

Il tarantismo oggi

La tradizione del tarantismo è in qualche modo sopravvissuta sino ai nostri giorni con la messa-esorcismo del 29 giugno nella chiesa di San Paolo di Galatina. Tuttavia sono andati progressivamente scomparendo i momenti di partecipazione collettiva e diminuisce sempre di più il numero di persone che si recano alla chiesa per dare luogo al rituale. Il contesto in cui avviene l'esorcismo del resto è radicalmente cambiato: non più la comunità contadina riunita a condividere la stessa esperienza culturale ma solo una folla di curiosi e visitatori lontani dall'atmosfera culturale del rito.

Anzichè arrivare nei carri oggi i tarantati vengono in automobile e scendono a pochi metri dall'ingresso della chiesa. Prima di entrare nella cappella viene svolto un breve rituale davanti alla chiesa mentre i parenti degli ammalati impediscono ai curiosi di scattare fotografie e girare filmati. Il rito all'interno della cappella non è pubblico ma aperto soltanto ai parenti stretti dei tarantati. L'esorcismo dura comunque pochi minuti, come ulteriore prova della disgregazione culturale di tale tradizione.

http://www.filonidetaranto.it/forum/viewtopic.php?t=384

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, martedì 13 settembre 2011

1 commento:

  1. http://contraria-mente-nero.blogspot.it/

    LA TARANTOLA A PALERMO
    Il ragno di Meli
    tra Tarantolismo normanno e tarantismo di de Martino
    tra morso di follia e puntura velenosa
    a cura di
    Gaetano Bonanno
    Edizioni delle inutilità
    Ott. 2014

    VEDI PURE:


    IL BALLO DELLA TARANTOLA

    in

    SUPERSTIZIONI PREGIUDIZI E TRADIZIONI

    In Terra D’Otranto, con un’aggiunta di Canti e Fiabe Popolari

    Giuseppe Gigli
    Firenze - Tipografia di G. Barbèra - 1893


    Mi piacerebbe certo capire com’è che la coscienza individuale e l’inconscio collettivo di quelle povere femminucce del popolo pugliese potessero ritrovarsi nello stesso calderone miasmatico della coscienza individuale e dell’inconscio collettivo dei signori del Dominio dal cui Potere non era sicuramente stata esclusa la Puglia. Non mi è capitato mai di sentire raccontare ad una guida turistica, nel suo accompagnamento in scavi archeologici, monumenti, castelli, palazzi signorili, di quella infinita schiera di uomini che, a schiena curva, avevano trasportato pesanti rocce fino in cima ai sogni dei potenti. Una rutilante eccitazione li assale nel loro purulento sbavare delle imprese del re e dell’amore per il suo popolo. Quegli uomini per loro non sono esistiti come oggi, a fianco dei palazzi simbolo del passato Potere e augurio del nuovo Dominio, non esistono le case di quegli schiavi. Il tempo non era per loro. Per loro non erano gli archetipi.
    Ne Il ballo della tarantola, Giuseppe Gigli racconta quanto “una povera femminuccia del popolo” gli aveva narrato sulla sua esperienza di puntura di Tarantola. Inserisce il capitolo tra superstizioni, pregiudizi e tradizioni per il fatto che, dando per assodato secondo scienza che quella Tarantola sia velenosa, ritiene che un pregiudizio del popolo di Terra d’Otranto sia, invece, “quello del ballo nelle morsicature delle tarantole”. Pur ritenendo pregiudizio il ballo che per le persone punte era cura e terapia della puntura velenosa, sospende il giudizio quando accoglie il racconto della “povera femminuccia” che dopo tre giorni di ballo si sentì guarita, rendendolo in italiano e pubblicandolo a documento clinico del ballo della tarantola.


    "Progetto Contraria-Mente"

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