VERSI D’ALTRI E ALTRI VERSI : Costantino Kavafis ( II )
1.
Itaca
Se ti metti in viaggio per Itaca
augurati che ti sia lunga la via,
piena di conoscenze e d'avventure,
Non temere Lestrigoni e Ciclopi
o l'irascibile Posidone:
nulla di ciò troverai mai per strada
se mantieni elevato il pensiero, se un'emozione
eletta ti tocca il corpo e il cuore.
Non incontrerai Lestrigoni e Ciclopi
né Posi don e l'arcigno
se non li porti dentro, nel tuo cuore;
se non è il cuore a alzarteli davanti.
Augurati che ti sia lunga la via.
Che siano molti i mattini estivi
in cui soddisfatto e felice
entri in porti mai visti prima;
fai scalo negli empori dei Fenici
e acquisti belle mercanzie,
madrepore e coralli, ebani e'ambre,
e ogni sorta d' aromi voluttuosi, quanti più aromi voluttuosi puoi;
e va' in molte città d'Egitto,
a imparare, imparare dai sapienti.
Tienila sempre in mente, Itaca.
La tua meta è approdarvi.
Ma non far fretta al tuo viaggio.
Meglio che duri molti anni;
e che ormai vecchio alla tua isola attracchi,
ricco di quel che guadagnasti per via,
senza aspettarti da Itaca ricchezze.
Itaca ti ha donato il bel viaggio.
Non saresti partito senza lei.
Questo solo ha da darti.
E se la trovi povera, Itaca non ti ha illuso.
Sei diventato così esperto e saggio
che a'Srai capito che vuol dire Itaca.
2.
Torna
Torna sovente e prendimi
Torna e prendimi amata sensazione –
quando il ricordo del corpo si ridesta
e trascorre nel sangue il desiderio antico;
quando labbra e pelle rammentano,
e alle mani pare di nuovo di toccare.
Torna sovente e prendimi, la notte,
quando labbra e pelle rammentano ...
3.
Più che puoi
Se non puoi farla come vuoi, la vita,
sforzati almeno più che puoi
di non prostituirla
nei contatti eccessivi con la gente,
con i gesti eccessivi e le parole.
Non la prostituire col portarla
troppo sovente in giro, con l'esporla
ai commerci e alle pratiche
della dissennatezza quotidiana
finché diventi estranea ed importuna.
4.
Assai di rado
È un vecchio. Senza forze, curvo,
storpiato dagli anni e dagli abusi,
cammina a passo lento nella via.
Ma com'entra in casa a rintanare
il suo misero stato e la vecchiaia, riflette
alla parte che ha ancora presso i giovani.
Adolescenti ora dicono i suoi versi.
Nei loro occhi vivi passan le sue visioni.
Le loro menti sane e sensuali,
le loro carni armoniose e sode,
fa vibrare il suo 'ideale di bellezza.
5.
Mi lasciai andare
Non mi contenni. Mi lasciai andare fino in fondo.
Ai godimenti, per metà reali
e per metà erranti dentro il mio cervello,
mi lasciai andare nella notte chiara.
E bevvi vini forti, di quelli
che bevono i campioni del piacere.
6
Lontano
Questo ricordo lo vorrei ridire ...
Ma ormai s'è cosi spento .... quasi più nulla
perché lontano giace, negli anni primi dell’adolescenza.
Pelle come di gelsomino fatta ...
Quella sera d' agosto - ma era agosto? ...
Ricordo appena gli. occhi; erano azzurri, credo ...
Ah si, azzurri, uno zaffiro azzurro.
7.
Candelabro
Nella stanza piccola e vuota, coi quattro muri soli
tappezzati di panno verde,
un bel candelabro arde e sfavilla;
e in ogni sua fiammella avvampa
un patimento osceno, un impeto lascivo.
Nella piccola stanza, che risplende accesa
dal fuoco intenso di quel candelabro,
riverbera una luce del tutto inconsueta.
Non è per corpi privi di coraggio
la voluttà del suo calore.
8.
Sulla soglia del caffè
Qualcosa detta accanto a me rivolse
la mia attenzione alla soglia del caffè.
E lo vidi il bel corpo, che pareva
modellato da Amore con la sua perizia:
plasmate con gioia le perfette membra,
elevata e scolpita la statura,
effigiato con commozione il viso.
e lasciato dal tocco delle mani;
un non so che sulla fronte, negli occhi, sulle labbra.
9.
Giura
Giura ogni tanto di ricominciare una. vita migliore.
Ma quando giunge la notte con i suoi consigli,
con i suoi compromessi e coi suoi pegni,
quando giunge la notte con il suo potere
del corpo che desidera e reclama, fa ritorno,
smarrito, a quel suo predestinato piacere.
10.
Dipinto
Ho molta cura e amore per il.mio lavoro.
Ma oggi il procedere lento dell' opera mi estenua
Mi ha influenzato il giorno, il suo aspetto
sempre più oscuro. Pioggia e vento incessanti.
Ho voglia più di vedere che di dire. .
E ora guardo in questo dipinto
un bel ragazzo che accanto alla fontana
giace, stremato forse dalla corsa.,
Che bel ragazzo; e che meriggio celeste
l'ha catturato per addormentarlo.
Le foto sono di Salvaore Di Vilio per i due post su Kavafis
Eremo Via vado di sole, L'Aquila, martedì 6 settembre 2011
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