ET TERRA MOTA EST : Ci si potranno mettere 10, 15, 20 anni. Ovvero “Diem perdidi “


Un documento più volte fonte di polemiche, perché sollecitato dalla struttura commissariale, dal ministero dell'Economia, dalla Protezione civile e anche di recente dal presidente del Consiglio, Mario Monti. In particolare, si tratta di un programma da 3,5 miliardi per L'Aquila e oltre 1,5 per le frazioni. È articolato in quattro grandi sezioni: le linee di indirizzo strategico, lo stralcio per il capoluogo, quello per le frazioni e quello per i progetti strategici futuri. La chiave sono gli interventi "diretti", quelli conformi all'attuale piano regolatore del capoluogo, risalente al 1975 che, per l'amministrazione, potrebbero partire subito, anche se oggi è stato lanciato l'allarme sulla filiera tecnica.
Secondo le tappe enunciate dall'assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano nella conferenza stampa di oggi, già giovedì 2 febbraio il piano sarà al vaglio della seconda commissione consiliare (Territorio); poi sarà presentato brevemente alle dieci circoscrizioni; quindi il passaggio in Consiglio comunale.
Seguiranno le consultazioni previste dal nuovo regolamento sulla partecipazione, con 15 giorni per fare osservazioni dopo la pubblicazione. Un altro passaggio in Consiglio suggellerà l'approvazione definitiva. Stimolato dai cronisti sulla possibilità di avere un piano esecutivo prima dell'estate, Di Stefano ha risposto: "Credo di si, anche se abbiamo le elezioni, un intermezzo da considerare". Il 6 e 7 maggio, infatti, nel capoluogo si vota per il rinnovo del Consiglio comunale. Una buona parte di operatività, comunque, il piano la prende con l'adozione". Ancora prima dell'intesa con la struttura commissariale, secondo Di Stefano "la semplice approvazione del piano potrà consentire la presentazione dei progetti, almeno di quelli che non vanno in variante di Prg". L'intesa, infatti, "dovrebbe essere stipulata in mezzo tra l'approvazione e l'adozione, dice il decreto 3, però, secondo una recente nota della struttura tecnica di missione, ora l'intesa sta a valle di tutto".

Che cosa aggiungere all’articolo di Piera Matteucci ? Dunque a conti fatti nella vita di un aquilano l’attesa è di dieci, quindici , venti anni per riavere una abitazione, una scuola, un posto di lavoro ,un ufficio pubblico . Tempi biblici in rapportoi appunto al tempo di una vita specialmente se le persone che aspettano sono già anziani.
Alternative ? Forse meno chiacchiere, liti, personalismi e chi ha più ne metta ? Dobbiamo esclamare allora con gli antichi latini “ diem perdidi “(Ho perduto la giornata ) parole che Svetonio attribuisce a Tito ,imperatore romano che fu detto delizia del genere umano il quale, avendo trascorso una giornata senza trovar l’occasione di largire qualche beneficio , avrebbe preferita la storica frase.
Fonte : PIERA MATTEUCCI (27 gennaio 2012) La Repubblica

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