OCCHIO DI GIUDA : Chiudono i manicomi criminali
Archiviare una storia disumana durata almeno ottanta anni . Millequattrocentotra uomini e donne rinchiusi negli ospedali psichiatrici giudiziari .Spesso detenuti per piccoli reati commessi per quel male oscuro della follia che impronta i comportamenti .
I cancelli dei manicomi criminali non si apriranno più per nessuno. E nelle carceri italiane ci saranno meno detenuti. Il Senato ha approvato il con 26 i voti favorevoli, 40 contrari e 8 astenuti. Il provvedimento ora passa alla Camera, per convertirlo c'è tempo fino al 20 febbraio. All'interno anche un emendamento, deciso a maggioranza, che prevede la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari entro il 31 marzo 2013.
Sono passati 600 giorni da quando, nel giugno 2010, la Commissione d'inchiesta del Senato sull'efficacia ed efficienza del Servizio sanitario nazionale entrò nel manicomio criminale Barcellona Pozzo di Gotto (Me). "Davanti a noi - racconta il senatore Ignazio Marino, presidente della commissione - uno spettacolo imbarazzante. Le lenzuola sporche, i muri scrostati dall'umidità, la muffa, i materassi accatastati, gli uomini lasciati senza cure e costretti in condizioni disumane. Il primo uomo che ho visto era nudo, legato con delle garze, sdraiato su un letto. Era in queste condizioni da cinque giorni".
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlò allora di scene indegne di un Paese appena appena civile. E la Commissione avviò un'indagine sugli Opg di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), Aversa (Ce), Napoli, Montelupo Fiorentino (Fi), Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere. Le immagini raccolte durante le ispezioni diventarono un documentario. E la malattia mentale ha smesso di essere una ferita da nascondere alla società.
La legge, così come approvata dal Senato - spiega Marino - indica le caratteristiche e sancisce tempi certi per l'individuazione delle nuove strutture, interamente a carattere ospedaliero con una rete di vigilanza esclusivamente esterna, che permetteranno di superare gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Il termine è il 31 marzo 2013. "Questo voto responsabilizza tutti - dice il senatore - Stato Regioni, Magistratura. Nessuno potrà più dire 'io non sapevo' o 'io non posso', perché queste 1.500 persone internate, nella maggior parte dei casi senza garanzia delle cure e senza rispetto della loro dignita', devono da tutti noi essere percepite come una ferita ed una vergogna nel nostro vivere civile".
Soltanto così i folli, autori di un reato, potranno essere curati nel rispetto della dignità umana. "È importante intervenire su questa realtà - dice ancora Marino -. Basti pensare che dei 1500 pazienti rinchiusi negli Opg, poco più della metà (il 60%) è internato perché ritenuto socialmente pericoloso. Tutti gli altri non sono stati liberati perché non hanno un progetto terapeutico, non hanno una famiglia che li accolga o una Asl che li possa assistere. E' come se fossero rifiutati dai "loro" territori perché mancano le risorse".
Ma dove andrà chi è dentro? "Ci saranno strutture sanitarie in ogni Regione, le deciderà un decreto congiunto a firma del ministero della Giustizia e della Salute. Ognuna avrà un team composto da psicologi, psichiatri e personale medico pronto ad affrontare le esigenze dei malati autori di reato. La polizia penitenziaria invece farà vigilanza esterna".
di ADELE SARNO (25 gennaio 2012) La Repubblica
Via libera al pacchetto carceri
Il provvedimento di chiusura dei manicomi giudiziari fa parte dei provvedimenti per l'emergenza, insieme ad alcune misure per velocizzare la giustizia civile. Tremilatrecento detenuti verso l'uscita. Alzata fino a 18 mesi la pena residua che si può scontare ai domiciliari. Stanziati 57 milioni per l'edilizia carceraria. Ma dal Pdl e dalla Lega si alzano voci.. Il Consiglio dei Ministri infatti ha appena approvato i provvedimenti per l'emergenza carceri, insieme ad alcune misure per velocizzare la giustizia civile, messe a punto dal ministro della Giustizia, Paola Severino. Il 'pacchetto' prevede diverse misure normative per affrontare l'emergenza dei penitenziari con ampliamento della possibilità di detenzione domiciliare. Approvate anche le misure per il processo penale e per quello civile, che erano all'ordine del giorno. "Quelli che abbiamo approvato sono provvedimenti di emergenza, misure doverose, necessarie e urgentissime, ma la soluzione definitiva non può venire da queste norme, che sono un tampone, bensì da una riforma del sistema carcerario" spiega il Guardasigilli. Che pronuncia parole destinate a far rumore: "'Io non ho mai escluso che l'amnistia e l'indulto siano dei mezzi che contribuiscono ad alleviare l'emergenza carceri, ma ho sempre detto che non sono dei provvedimenti di matrice governativa: se questa indicazione verrà dal Parlamento io non la contrasterò".
Tra i primi effetti del pacchetto, l'uscita progressiva dal carcere di circa tremilatrecento detenuti, per effetto del decreto che alzerà fino a 18 mesi la pena residua che si può scontare ai domiciliari. Inoltre sancisce l'uscita dal circuito carcerario per gli arrestati in flagranza di reato, e in generale di quanti alimentano il fenomeno delle cosiddette 'porte girevoli', entrando in carcere per la sola immatricolazione per poi essere scarcerati o inviati ai domiciliari.
In questo caso il beneficio sarebbe di circa 21mila detenuti 'di passaggio' in meno ogni anno negli istituti detentivi italiani. Assegnati, inoltre, 57 milioni per l'edilizia carceraria. mentre per il ministro "occorre valutare se estendere il sindacato di controllo dei parlamentari" alle celle in cui si trovano le persone arrestate in attesa della convalida da parte del magistrato.
I numeri. Il Governo stima che con il decreto legge in vigore potranno esserci fra i 15 ed i 20mila detenuti in meno. Attualmente ci sono nelle carceri italiane circa 67mila detenuti per circa 45mila posti. "Non possiamo quantificare con esattezza - dice Severino - quanti detenuti usciranno. La norma che riguarda le 'porte girevoli' per coloro che vengono arrestati per soli tre giorni riguarda 15-18mila detenuti. La norma che consente di scontare gli ultimi 18 mesi di pena agli arresti domiciliari riguarda 3mila persone".
Basta "porte girevoli". "Nel giro di 48 ore una persona saprà se dovrà andare in carcere, agli arresti domiciliari o in libertà" dice il ministro della giustizia che si riferisce al "fenomeno delle porte girevoli: vi sono circa 21 mila detenuti che entrano ed escono dal carcere nel giro di 3 giorni. Abbiamo pensato ad una soluzione nella quale il soggetto arrestato, limitandoci a reati di offensività limitata e contenuta e quindi non di allarme sociale, vengano portati direttamente ai luoghi di custodia e nel giro di 48 ore dal giudice che convaliderà l'arresto". Poi, spiega, ci sarà la libertà, gli arresti domiciliari o il carcere senza però passare per quella "ritualità faticosa e umiliante del passaggio in carcere. E' una difesa sociale e dei diritti di chi viene arrestato". Oggi, ricorda, "il periodo è più o meno il doppio, ora il periodo è abbreviato e non v'è passaggio in carcere". Per Severino "entrare e uscire dal carcere in tre giorni vuol dire creare problemi umanitari, sociali e di sovraffollamento".
Più domiciliari. Per i reati con una pena massima fino a 4 anni sarà possibile a discrezione del giudice applicare la condanna alla "reclusione detentiva ai domiciliari" spiega Paola Severino. "Si passa dal sistema cautelare preventivo - spiega il ministro - al sistema penale vero e proprio, prevedendo accanto alla sanzione della reclusione la reclusione domiciliare, con la prescrizione di particolari modalita' di controllo: non dei mezzi elettronici, che non ritengo opportuno attivare perchè devono ancora essere sperimentati e dimostrare di avere costi inferiori alla detenzione carceraria". Stando alle previsioni con l'estensione dei domiciliari a chi ha davanti a sè ancora diciotto mesi di detenzione si risparmieranno 375 mila euro al giorno.
"C'è stata collegialità". Il criterio della assoluta collegialita' è stato pienamente mantenuto anche in questa importantissima occasione - ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino - E' stato approvato un pacchetto di riforme alcune per l'emergenza carceri", altre riguardano "diritto ed economia" ed "efficienza della giustizia". Rappresentano "le linee portanti che avevo avuto modo di illustrare nelle commissioni di Camera e Senato e che costituiscono il contenuto di tre gruppi di provvedimenti". "Il sovraffollamento delle carceri è il primo dei miei pensieri ed è per questo che ho scelto lo strumento del decreto legge - continua il ministro della Giustizia - E' tempo di mettere mano ad una seria riforma del sistema penitenziario ma sarei una sognatrice se pensassi di poterlo fare con le forze che mi accompagnano e con i tempi brevi di questo governo".
Controllo sui fondi. "Sarà mia cura -afferma il Guardasigilli - garantire che questo denaro venga speso nel migliore dei modi. Dobbiamo completare delle opere a buon punto di realizzazione, vi sono carceri costruiti a tre quarti, padiglioni che dovrebbero consentire un ampliamento il cui completamento dovrebbe esse4e realizzabile con questo stanziamento. Sono pronta a dare conto di ogni euro che verrà speso, deve essere speso per soluzione problema edilizia carceraria, nei limiti di quello che si può fare con questi mezzi".
Circoscrizioni giudiziarie. "Una giustizia del giudice di pace che funziona meglio è una giustizia più vicina al cittadino e che ha una estrema importanza" continua Severino che ha dato il via libera alla "revisione delle circoscrizioni in attuazione della delega già conferita, iniziando dai giudici di pace, per non avere sprechi"
Le polemiche. "Non è concepibile un provvedimento in materia di custodia cautelare così come ipotizzato dal Governo Monti, significherebbe abbassare la guardia nei confronti del crimine ed uno schiaffo all'impegno delle forze dell'Ordine che già adesso è oltre il limite"afferma in una nota Filippo Ascierto, parlamentare del Pdl. ma dal partito di Berlusconi si alzano altre voci critiche: "Dal foverno provvedimenti inaccettabili" dicono i parlamentari del Pdl Alfredo Mantovano e Guido Crosetto. Per il leghista Sergio Divina il ddl è "un indulto mascherato". Disco verde dal Pd: "Apprezziamo innanzitutto l'approccio innovativo imperniato prevalentemente su un uso più esteso delle misure alternative alla detenzione, sull'indirizzo di depenalizzare quei reati che non rappresentano grave allarme sociale e sul principio di maggiore garanzia e legalità nell'uso della custodia cautelare".
Fonte La Repubblica (16 dicembre 2011)
Eremo Via vado di sole, L'Aquila, venerdì 27 gennaio
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