domenica 15 gennaio 2012

OVIDIANA : Venere romana

OVIDIANA  : Venere  romana

Ovidio racconta che le matrone romane  per i festeggiamenti in onore di Venere  che avevano inizio il primo di aprile, ne  spogliavano il simulacro  da collane e ornamenti .lo lavavano, lo asciugavano e dopo averlo  di nuovo agghindato  gli offrivano  fiori e rose fresche.
Ovidio con Plutarco racconta ancora che il primo di aprile , le matrone romane ,   usavano inghirlandarsi di mirto per ricordare un episodio legato alla nascita di Venere .
La Venere romana a partire dal II secolo a.C. aveva mutuato i suoi caratteri  e le leggende dall’Afrodite greca.  Iinfatti era nata dalla schiuma del mare  .  Nella lotta tra Crono e suo figlio Urano  temendo che suo figlio lo volesse detronizzare Crono  lo aveva castrato e aveva gettato i suoi genitali nel mare dalla cui acque tempo dopo era nata  Afrodite.  Bellissima nelle sue carni bianche e  nelle sue fattezze  ammirabili era uscita dal mare nuda e  per sottrarsi allo sguardo dei satiri si era  nascosta dietro  un mirto.
Le matrone romane festeggiavano dunque Afrodite nelle vesti di Venere   con bevute in onore della dea con un liquore  fatto di succi di papaveri , latte e miele che Venere aveva bevuto il giorno in cui era andata  sposa. Naturalmente manco a dirlo durante la cerimonia di vestimento dei simulacri e di libagioni le matrone si  coronavano di mirto.
I romani però non veneravano una sola Venere , ma tante e diverse , ciascuna delle quali aveva  una sua personalità.  Dunque una divinità malleabile e appunto pronta per qualsiasi esigenza .
Non era soltanto la dea dell’amore bensì anche  della fortuna ed era la personificazione del momento generativo.
Scrive infatti Lucrezio nell’incipit del De Rerum natura  : “ Alma  Venus, genetrix, hominum  divomque  voluptas “( Alma  Venere genitrice degli  Eneidi  in quanto la città di Roma sembrava essere nata secondo la leggenda  da Enea , figlio di Venere , delizia degli uomini e degli dei , tu che sotto gli astri erranti  nel cielo fecondo il mare , che porta  le navi e la terra carica  di messi,  per te tutti gli esseri viventi  sono concepiti e, nascendo vedono  la luce del sole; quando  tu appari, o dea, fuggono i venti , fuggono le nubi del cielo , sotto i suoi piedi la terra fertile , produce fiori soavi , a te sorride la distesa del mare  e il cielo , placato , versa un torrente di luce …)
E quando Marte  “ vinto da eterna ferita d’amore” si abbandonava tra le sue bracce risuonava nel mondo un’armonia  e una pace anche se poi Marte non era lo sposo di Venere ma occupava il suo letto abusivamente . Ne era in sostanza l’amante  E quindi Venere non proteggeva solo l’amore coniugale ma anche quello  clandestino.  Infatti il primo aprile veniva festeggiata dalle oneste e probe spose, madri di famiglia e fedeli  amanti  il 23 aprile veniva festeggiata dalle cultrici dell’amore a pagamento le prostitute. In questo caso però il tempio della dea sorgeva fuori della città . Venere dunque era la protettrice di tutti  gli amori  , era la madre di tutti Venere genitrice.
A Roma  esisteva un tempio dedicato a venere  Obsequens , vale a dire obbediente,  costruito nel  295 a.C. con le multe inflitte  ad alcune matrone  condannate per comportamento licenzioso .
Scrive Eva Cantarella ( Il Corriere della sera 11.11.2010 )  dal cui articolo ho tratto anche le informazioni di cui sopra “… (Venere era la madre  di tutti ) Ma di qualcuno era genitrice in modo speciale.  A un certo punto della storia di Roma Venere si ritrovò a essere oggetto di una contesa politica. Al ritorno dalla guerra contro Mitridate , Pompeo aveva fatto costruire un teatro  (il primo teatro romano in marmo), e in mezzo della cavea , alla sommità dei gradini aveva  fatto erigere un tempio dedicato a  Venere Victrix (vincitrice ), alla quale riconosceva così il merito della sua vittoria.  In questo modo  aveva dichiarato Venere  sua speciale protettrice. Ma non era il solo ad aspirare ad un simile privilegio. Cesare , per non essere da meno la  celebrava come progenitrice della gens Iulia , alla quale apparteneva: lui non era solo protetto da Venere , discendeva da lei.  E a lei promise un nuovo tempio , quello a Venere Genitrix , che fu poi eretto nel Foro  alo quale Cesare dette il nome , affidato ad un collegio di sacerdoti  incaricato di continuare  i giochi e le feste indetti per la consacrazione.  E quando dopo essere state interrotte  alla morte di Cesare , le celebrazioni vennero riprese ad iniziativa  di Augusto , nel cielo apparve una grande cometa : L’anima di Cesare, dissero i romani.

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, domenica 15 gennaio 2012

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