OVIDIANA : Venere romana
Ovidio con Plutarco racconta ancora che il primo di aprile , le matrone romane , usavano inghirlandarsi di mirto per ricordare un episodio legato alla nascita di Venere .
La Venere romana a partire dal II secolo a.C. aveva mutuato i suoi caratteri e le leggende dall’Afrodite greca. Iinfatti era nata dalla schiuma del mare . Nella lotta tra Crono e suo figlio Urano temendo che suo figlio lo volesse detronizzare Crono lo aveva castrato e aveva gettato i suoi genitali nel mare dalla cui acque tempo dopo era nata Afrodite. Bellissima nelle sue carni bianche e nelle sue fattezze ammirabili era uscita dal mare nuda e per sottrarsi allo sguardo dei satiri si era nascosta dietro un mirto.
Le matrone romane festeggiavano dunque Afrodite nelle vesti di Venere con bevute in onore della dea con un liquore fatto di succi di papaveri , latte e miele che Venere aveva bevuto il giorno in cui era andata sposa. Naturalmente manco a dirlo durante la cerimonia di vestimento dei simulacri e di libagioni le matrone si coronavano di mirto.
I romani però non veneravano una sola Venere , ma tante e diverse , ciascuna delle quali aveva una sua personalità. Dunque una divinità malleabile e appunto pronta per qualsiasi esigenza .
Non era soltanto la dea dell’amore bensì anche della fortuna ed era la personificazione del momento generativo.
Scrive infatti Lucrezio nell’incipit del De Rerum natura : “ Alma Venus, genetrix, hominum divomque voluptas “( Alma Venere genitrice degli Eneidi in quanto la città di Roma sembrava essere nata secondo la leggenda da Enea , figlio di Venere , delizia degli uomini e degli dei , tu che sotto gli astri erranti nel cielo fecondo il mare , che porta le navi e la terra carica di messi, per te tutti gli esseri viventi sono concepiti e, nascendo vedono la luce del sole; quando tu appari, o dea, fuggono i venti , fuggono le nubi del cielo , sotto i suoi piedi la terra fertile , produce fiori soavi , a te sorride la distesa del mare e il cielo , placato , versa un torrente di luce …)
E quando Marte “ vinto da eterna ferita d’amore” si abbandonava tra le sue bracce risuonava nel mondo un’armonia e una pace anche se poi Marte non era lo sposo di Venere ma occupava il suo letto abusivamente . Ne era in sostanza l’amante E quindi Venere non proteggeva solo l’amore coniugale ma anche quello clandestino. Infatti il primo aprile veniva festeggiata dalle oneste e probe spose, madri di famiglia e fedeli amanti il 23 aprile veniva festeggiata dalle cultrici dell’amore a pagamento le prostitute. In questo caso però il tempio della dea sorgeva fuori della città . Venere dunque era la protettrice di tutti gli amori , era la madre di tutti Venere genitrice.
A Roma esisteva un tempio dedicato a venere Obsequens , vale a dire obbediente, costruito nel 295 a.C. con le multe inflitte ad alcune matrone condannate per comportamento licenzioso .
Scrive Eva Cantarella ( Il Corriere della sera 11.11.2010 ) dal cui articolo ho tratto anche le informazioni di cui sopra “… (Venere era la madre di tutti ) Ma di qualcuno era genitrice in modo speciale. A un certo punto della storia di Roma Venere si ritrovò a essere oggetto di una contesa politica. Al ritorno dalla guerra contro Mitridate , Pompeo aveva fatto costruire un teatro (il primo teatro romano in marmo), e in mezzo della cavea , alla sommità dei gradini aveva fatto erigere un tempio dedicato a Venere Victrix (vincitrice ), alla quale riconosceva così il merito della sua vittoria. In questo modo aveva dichiarato Venere sua speciale protettrice. Ma non era il solo ad aspirare ad un simile privilegio. Cesare , per non essere da meno la celebrava come progenitrice della gens Iulia , alla quale apparteneva: lui non era solo protetto da Venere , discendeva da lei. E a lei promise un nuovo tempio , quello a Venere Genitrix , che fu poi eretto nel Foro alo quale Cesare dette il nome , affidato ad un collegio di sacerdoti incaricato di continuare i giochi e le feste indetti per la consacrazione. E quando dopo essere state interrotte alla morte di Cesare , le celebrazioni vennero riprese ad iniziativa di Augusto , nel cielo apparve una grande cometa : L’anima di Cesare, dissero i romani.
Eremo Via vado di sole, L'Aquila, domenica 15 gennaio 2012
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