DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi in prosa e per certi versi in poesia
L’Aquila, 5 Giugno 2009
Dopo il terremoto
tutti pregano che smetta di piovere e non faccia
troppo caldo ,
tutti pregano che vengano giorni migliori,
tutti pregano di poter provare scarpe
e vestiti nuovi,
tutti pregano di avere soldi per poter comprare
un’auto nuova
ma anche usata però a chilometri zero.
Signore, dopo che abbiamo così pregato,
fa che possiamo conversare con la morte
e la morte non abbia più l’odore
di polvere
ma di basilico e rosmarino
che insaporiscono i ceci della mensa
della protezione civile
che ci saziano lo stomaco
e ci mettono di buonumore
per continuare a pregare
che smetta di piovere e non faccia
troppo caldo…
L’Aquila, 6 Giugno 2009
Pettinarsi la mattina con le dita, senza specchio,
tanto sappiamo a memoria il nostro viso;
dormire a piedi nudi tra lenzuola un po’ umide,
danzare con gli scarponi sul selciato
pieno di buche,
aspettare sera per festeggiare la ventottesima
moto di Marco:
effetti ritardati di programmi televisivi
e film di grandi catastrofi
in luogo di una scorpacciata di pop corn
ben salati
e di una cantata a piena gola
anche se seguendo il karaoke.
Poi a tavola abbiamo parlato delle tette
delle donne
e di come le guardano alcuni uomini
intristiti dalla voglia e incapaci di amare,
e tanto per entrare nel personale,
che un po’ di curiosità ci vuole pure,
ho detto che mi sono sempre piaciute
le donne dal seno inchiodato al petto,
dalle pupille infantili come il fuoco
com’era il mio più grande amore
divenuto ora una scheggia di vento nel cuore.
Mentre scrivo s’è messo a piovere
sulle tende
e smetto per non finirmi di rattristare.
Dalla tenda n. 2 del complesso "L. Ferrari" Via Acquasanta,L'Aquila
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