DIARIO DI UN TERREMOTO. Diario per certi versi in prosa e per certi versi in poesia
Lunedì mattina
torna ancora il terremoto.
Ricevere nuove istruzioni
da quell’istigatore alla distruzione
è come correre al gabinetto
per la paura
“ due parole con lo spirito santo
e amen”
come dice Pedro Pietri ricordando
un altro suo lunedì.
E poi i lunedì sono tutti uguali
per i poveracci come noi e come lui.
Uomini e donne con la mezzanotte
in bocca ora non riusciamo
più a dormire. Ci batte forte
il cuore in petto ed è come
sentire dentro il cuore
un martello, un trapano, un vento,
tutto confuso, com’è confusa la morte.
Ma poi, a pensarci bene,essere vivi,
sentirsi ancora vivi
è sperare di imparare di nuovo
a sorridere,
come quando ti ricordi un fiore,
il volto di un bambino,
le carezze di un innamorato,
come quando ti viene la nostalgia
di quelle cose che non sono
più avvenute e capisci
che è inutile chiederti il perché.
Dalla tenda n. 2 del complesso "L. Ferrari" Via Acquasanta L'Aquila 3 giugno 2009
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