
Gli Atti degli Apostoli ( 1,1-11) narrano il mistero dell’ascensione di Gesù Cristo al cielo. Un uomo – Dio che è stabilito re del de cielo e signore dell’universo e mediatore unico tra Dio e gli uomini.
Durante quaranta giorni, dopo la resurrezione, egli si è mostrato vivo ai suoi discepoli apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio ma, ora, egli deve raggiungere il suo posto alla destra del Padre. E’ la sua elevazione, lui che comunque già con lo Spirito era dall’inizio del tempo con il Padre. Lo raggiunge con la sua umanità in questo momento storico . Nel momento in cui deve comparire , come afferma l’apostolo Paolo, al cospetto di Dio in nostro favore. “Egli (quindi) non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui:… invece ora nella pienezza dei tempi, una volta sola ,egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso”.
Un ritorno al Padre con il fardello di tutta la sua umanità che da quel momento si pechhia nell’essenza divina come dice bene Dante Alighieri nel suo Paradiso quando figurando la divinità nei cerchi concentrici afferma che al centro sembrava appunto specchiarsi il volto umano.

Un piano che ha inizio con la morte e la resurrezione di Cristo ma che non è ancora compiuto in quanto si dispiega nella storia dell’uomo , perché Cristo è ancora presente . E’ presente ogni giorno nella vita del mondo , nella nostra vita , nella vita degli uomini. Uomini che hanno dunque il compito di mantenere senza vacillare la professione della speranza perché Gesù Cristo è degno di fede , ed è degna di fede la sua promessa.
Come è degno di fede il suo dono : “riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra.”
Uno spirito che vivifica e salva, che rafforza e conduce, che innalza e rallegra.
Un dono appunto che rende lieti . Infatti dice Luca (24,46-53) :”Ed essi si prostrarono davanti a lui (mentre veniva portato in cielo), poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stravano sempre nel tempio lodando Dio.”

Vangelo di Luca ed Atti degli Apostoli sono dunque una “ monografia” che hanno un punto di incontro, di convergenza e di tangente in Gerusalemme.
In Gerusalemme termina il racconto del Vangelo di Lucia e in Gerusalemme ha inizio il racconto di come gli apostoli andarono e fecero discepoli tutti i popoli.

C’è un’ultima considerazione nel raffronto tra il brano di Luca (24,46-53) e quello degli Atti degli Apostoli (1,1-11)
Luca racconta che Gesù è asceso al cielo immediatamente dopo la resurrezione . Dopo aver chiamato a testimoni i suoi apostoli appunto sugli avvenimenti della sua passione morte e resurrezione, dopo aver annunciato il dono dello Spirito Santo egli li conduce verso Betania e qui viene rapito da una nuvola. Gli atti degli apostoli affermano “Egli si mostrò a essi vivo , dopo la sua passione, con molte prove durante quaranta giorni..”

E’ il momento della resurrezione che permea quindi tutta la storia e ne indica il senso ultimo e finale : la vittoria contro il peccato e la morte attraverso il riscatto del sacrificio del figlio di Dio che eleva la nostra umanità costituendosi presidio di libertà per permettere l’ingresso agli uomini nel santuario ; costituendosi via nuova e vivente per aiutare l’uomo a raggiungere una pienezza di fede . E non solo . Rafforzando anche l’attesa di coloro che l’aspettano per la loro salvezza quando apparirà una seconda volta , senza alcuna relazione con il peccato.
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