SETTIMO GIORNO . Venne all’improvviso dal cielo un fragore
“Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbattè impetuoso e riempì tutta la casa dove stavano ( Atti degli Apostoli “,1-3)
Il fuoco di Prometeo che per averlo rubato agli dei fu condannato ad un supplizio inumano e la tempesta, che tutto scompone, distrugge e disperde non fanno più paura.
Il fragore, quasi un vento, e il fuoco sono diventati uno Spirito non da schiavi, ma uno Spirito che “ rende figli adottivi per mezzo del quale gridiamo ‘ Abbà!Padre’. Lo Spirito che attesta ,insieme al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi di Dio, coeredi di Cristo (Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani 8,15-18)
E’ nel grande discorso che Gesù Cristo quasi manifesta un’ansia, quella di andare dal Padre perché, dice, se io non vado dal Padre non potrà venire a voi lo Spirito,il Paraclito ossia il consolatore, l’advocato, l’avvocato.
La Pentecoste era la festa ebraica della creazione , quell’atto in cui alita il suo spirito in un fantoccio di creta e lo rende “uomo”. Quell’origine ritorna ora rinnovata in quell’emettere lo spirito sulla croce da parte di Gesù Cristo e poi questo alitare dello Spirito su un gruppo di apostoli riunitosi nel Cenacolo.
Gli Atti degli Apostoli raccontano come nel cenacolo si trovavano allora gli apostoli raccolti in preghiera attorno a Maria e danno così il senso di quello che è la missione della Chiesa. In quel Cenacolo era raccolta appunto la chiesa primitiva attorno a Maria . Danno la dimensione di una Chiesa che nel tempo ha perso un aspetto di questa sua missione, cioè quella di evangelizzare attraverso la preghiera e la spiritualità ovvero in intimità con lo Spirito e il cuore stesso dello Spirito che però malgrado tutto non l’abbandona.
La Pentecoste, il dono dello Spirito ,attualizza e completa la Pasqua di Cristo, la sua passione morte e resurrezione. La Pentecoste è l’espressione di quella comunione del Padre con il Figlio che instaura appunto quel regno in cui il datore dei doni , la luce dei cuori è il perfetto consolatore, nella fatica è riposo, nel pianto conforto nella consapevolezza che senza la forza dello Spirito nulla è nell’uomo.
E allora San Paolo a proposito della dimensione spirituale della Chiesa può dire :” Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio . Voi però non siete sotto il dominio della carne ma dello Spirito dal momento che lo spirito di Dio abita in voi (…)Così dunque , fratelli, noi siamo debitori non verso la carne,per vivere secondo i desideri carnali,perché se vivrete secondo la carne morirete. Se invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo , vivrete. (Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani 8,8-17)
Dimensione che l’uomo di oggi cerca di recuperare anche attraverso la ricerca di altre religioni, come quelle orientali o attraverso pratiche laiche che promettono ma che spesso disilludono.
La dimensione dello spirito è quella anche cantata dallo stesso Alessandro Manzoni nel suo inno “La Pentecoste” : uno spirito che scende sulla terra per salire poi di nuovo al Padre. Permea dunque l’uomo e lo innalza al cielo.
E’ la stessa conquista che avviene realmente nell’Unità dello Spirito quando sugli apostoli, nel Cenacolo, “apparvero loro linque come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro e tutti furono colmasti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi… “ Ovvero il turbamento della folla che radunatasi rimase turbata perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua.
Conquista del cielo dunque che ci fa ricordare un altro tentativo di conquista di Dio e del cielo, quello della torre di Babele, tentativo fallace che scatena il disordine,un disordine comune come il peccato di Adamo scatenò il disordine individuale .
Allora il dono dello Spirito, il Paraclito, il Consolatore ,l’aiutatore dal latino paracletus e dal greco parakletos ,avvocato, difensore derivato da parakalein , chiamare in aiuto , ha il senso di una creazione rinnovata , di una nuova creazione.
Tanto che Giovanni dice ( 7,37-39) :” Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa Gesù, ritto in piedi gridò ‘ Se qualcuno ha sete , venga a me , e beva chi crede in me . Come dice la Scrittura dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva.’ Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui…”
Poco prima Gesù aveva anche affermato :” non abbiate paura” ,proprio perché sapeva che stava per arrivare lo Spirito che non avrebbe lasciato i suoi discepoli da soli .
Non abbiate dunque paura di accogliere lo Spirito perché con lo Spirito non avrete paura delle cose del mondo. Lo Spirito manifesta la presenza di Dio che sola può operare il profondo mutamento nel cuore dell’uomo. Il seme di salvezza posto in Israele con l’antica alleanza può diffondersi nel mondo attraverso la nuova alleanza attualizzata dallo Spirito e instaurata dal sacrificio del Figlio .
Eremo Via vado di sole, L’Aquila, domenica 23 maggio 2010
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