Appunti e riflessione a margine del Numero zero del premio SDOCC (Storia- Documento-Cinema- Centritalia) Premio nazionale documentario e reportage L’Aquila, Polo Universitario Università di L’Aquila, Via Di Vincenzo 21 maggio 2010 e Palazzo Silone Via Aldo Moro 24 maggio 2010 a cura dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea
Premio “Fabio Masala dedicato agli operatori culturali professionisti a Valter Marcone e successivo incontro con il premiato alle ore 10,30 del 21 maggio 2010

Ma dicevo, Umberto Dante, che conosco da molti anni , che malgrado l’esigua frequentazione rimane punto fermo ed amicale per una esperienza culturale e di vita importante , almeno per me, ebbene Umberto Dante in quel pomeriggio che sopra richiamavo mi ha invitato per venerdì 21 maggio alle ore 10 al polo didattico di Via Di Vincenzo dell’Università di l’Aquila per ricevere il premio "Fabio Masala" riservato agli operatori culturali professionisti nell'ambito del premio SDOCC e per parlare della mia esperienza dei Circoli del Cinema affiliati appunti alla Federazione italiana Circoli del Cinema i.
Un incontro sul cinema ma anche una testimonianza da parte mia come operatore culturale e animatore dei Circoli del Cinema in una lontana e felice stagione di vita personale e culturale.

I Centri Servizi Culturali d’Abruzzo furono gestiti in maggior numero dall’Istituto Superiore per l’edilizia sociale e soli i Centri di Sulmona e di Castel di Sangro da altri enti: quello di Sulmona dal Movimento di Collaborazione Civica e quello di Castel di Sangro dall’Ente Consortile degli Enti locali di quel territorio.

Appunto Filippo De Santis e i suoi Circoli del Cinema aderenti alla Federazione . Alla sua parola, al suo insegnamento , al suo rigore metodologico e culturale , alla sua erudizione cinematografica è cresciuta e si è affinata la mia sensibilità in questo settore e il mio amore per il cinema. A lui e alle sue iniziative di formazione devo tutto quello che poi negli anni è diventato un patrimonio, un bagaglio, una ricchezza che nel tempo mi ha accompagnato.
Un amore che veniva da lontano e che per essere qui spiegato ha bisogno di una confessione personale.
Avevo i calzoni corti negli anni in cui ho cominciato a frequentare le sale cinematografiche di Sulmona . Sale frequentate anche da intere famiglie al pomeriggio della domenica come luogo di svago. Si andava al cinema in quegli anni come svago e passatempo gioioso. Anche le sale parrocchiali offrivano tale divertimento. Nel buio delle sale le famiglie con i loro problemi , le loro illusioni, vivevano qualche ora di immedesimazione nelle storie della commedia all’italiana . Sullo schermo quel filone del cinema presentava famiglie con i loro stessi problemi ed era uno specchiarsi e immedesimarsi in modo quasi perfetto con finali a volte lieti a volte tragici , comunque reali o realistici.
Come la stessa cosa poi capitava qualche anno dopo con la televisione che all’inizio delle sue trasmissioni programmava per esempio opere teatrali riprese direttamente dal palco . Così Casa Cupiello e il Ferroviere entrarono in tutte le case affascinando migliaia di persone.

Al Cinema pacifico una volta la settimana la proiezione del film era accompagnata da una rivista di compagnia di varietà, avanspettacolo storico , e al Cinema Balilla , come raccontava mio padre che era nato nel 1910 si svolgeva , quando lui era ragazzo , anche la così detta “serata nera” , ovvero alla proiezione del film si accompagnava uno spettacolo che aveva come clou uno spogliarello femminile . Un ricordo questo tenero che fa sorridere perché, raccontava mio padre, le donne che si spogliavano dopo aver tolto innumerevoli vestoni e mutandoni restavano alla fine con il corpo coperto da una calzamaglia nera e per giunta in una oscurità altrettanto nera per cui la serata veramente poteva dirsi “serata nera” come gli spettatori l’avevano ribattezzata.
Poi un giorno, nel buio di una di quelle sale è successa una cosa strabiliante. Quel ragazzo dai pantaloni corti d’un tratto si è reso conto che il cinema aveva una storia ed era qualcosa di diverso dal passatempo domenicale delle famiglie , che le sale cinematografiche potevano essere qualcosa di diverso dai luoghi di pic nic . Ha sentito che il cinema aveva un respiro vivo, un alito diverso,un passo nuovo. Qualcosa dunque di diverso da quello che era stato fino ad allora , qualcosa di nuovo, sempre nuovo e stimolante; un mondo per stimolare curiosità ed intelligenza, fantasia e libertà. Un luogo di incontro della vita reale anche se le storie sono fatte della stessa materia dei sogni ma comunque un modo diverso di esprimere ed esprimersi, un modo diverso di leggere e rileggere la realtà, la vita , un recupero della finzione ad un mondo in cui ha cittadinanza ogni idea di libertà.
L’adolescente è dunque cresciuto amando quella forma di espressione , quel modo di raccontare il mondo fino a comprarsi con i primi risparmi addirittura una 16 millimetri con la quale filmare per esempio il mondo del lavoro in fabbrica e le prime lotte operaie nella Valle Peligna in quella che fu la prima fabbrica quella dell’Ace attraverso la testimonianza delle operaie che vi lavoravano. Documenti visivi e sonori ormai perduti ma che a quel tempo erano importanti.
Quello di Sulmona in particolare aveva alle spalle una storia già prestigiosa perché le prime esperienze in tema di associazionismo cinematografico erano state realizzate dal Circolo Sulmonese del Cinema con sede a Palazzo Tabassi.

I posti dove avvenivano le proiezioni erano i più diversi e disparati. Qualche volta anche nelle stalle e qualche volta le proiezioni si tenevano dopo che noi stessi avevamo aiutati i contadini a terminare il lavoro della giornata ricavando del tempo libero per vedere i film.

Un’idea però che voleva appunto favorire un associazionismo democratico attraverso il controllo degli strumenti e della metodologia del ciclo delle riunioni di gruppo. Un associazionismo che avrebbe voluto contare nelle scelte del prodotto cinematografico , nella distribuzione dei film e quindi nei finanziamenti stessi.
Associazionismo culturale e cinematografico per per la crescita delle comunità locali che in questa ed altre forme di aggregazione trovavano le risorse per realizzare progetti di integrazione , di recupero anche delle esigenze e dei bisogni culturali delle persone.

Fu altrettanto importante per me la visione di film come quelli di Ingmar Bergmann e in particolare del suo Settimo sigillo ma anche del suo Il posto delle fragole la cui visione poi negli anni mi ha accompagnato facendomi amare l’arte e i temi che questo regista ha portato sullo schermo.
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