giovedì 8 aprile 2010

DIARIO DI UN TERREMOTO. DIARIO PER CERTI VERSI IN PROSA E PER CERTI VERSI IN POESIA : SEI APRILE DUEMILADIECI

DIARIO DI UN TERREMOTO . DIARIO PER CERTI VERSI IN PROSA E PER CERTI VERSI IN POESIA :SEI APRILE DUEMILADIECI


Se vi diranno che noi abbiamo una casa
noi abbiamo una casa .
Se vi diranno che noi dobbiamo ora sorridere
noi sorridiamo.
Se vi diranno che noi abbiamo sofferto
noi abbiamo sofferto.
Se vi diranno che i bambini
sono tornati a giocare nei giardini
i bambini sono tornati a giocare nei giardini.
Se vi diranno che noi non siamo stati soli
noi non siamo stati soli .
Se vi diranno che quello si doveva fare
forse quello si doveva fare ma non solo quello.
Quello che non vi potranno dire mai
che il nostro cuore è in quelle case
dalle quali siamo dovuti uscire di corsa
in quelle case dove dormono per sempre
quelli che non sono riusciti a scappare.

Quello che non vi potranno dire mai
è che il nostro respiro di una notte
s’è fermato per sempre .
Quello che non vi potranno dire mai
è che il sogno della nostra città
ci torna nel sonno di ogni notte
che il sole non è più lo stesso il giorno .

Quello che non vi potranno dire mai
è che è difficile vivere senza avere
più un luogo dove lavorare ,
una piazza dove camminare, un bar
dove incontrare gli amici, una libreria
dove sfogliare un libro perché sono rimasti
là tra polvere e macerie ancora oggi.

Quello che non vi potranno dire mai
è che cosa guardano i nostri occhi:
la dignità dei cassaintegrati
la solitudine delle assenze
la paura che tutto possa ripetersi
l’inutile parlare ,il fare senza saper fare .
Quello che non vi potranno dire mai
è il colore del silenzio che dipinge
la nostra città, i nostri volti ,la nostra vita.

(Complesso "L. Ferrari" L'Aquila 6 aprile 2010 per fare memoria del terremoto e delle sue vittime. Foto : Nicola Di Felice, Danilo Balducci, Ida Rossi )

Dall’eremo di Via vado di sole martedì 6 aprile 2010

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