lunedì 12 aprile 2010

DIARIO DI UN TERREMOTO.DIARIO PER CERTI VERSI IN PROSA E PER CERTI VERSI IN POESIA 26- 27 e 28 GIUGNO 2009

DIARIO DI UN TERREMOTO. DIARIO PER CERTI VERSI IN PROSA E PER CERTI VERSI IN POESIA 26-27 e 28 Giugno 2009

L’Aquila, 26 Giugno 2009

Se mi vedi con gli occhi fissi
a guardare le case, i muri, le finestre che
sembro aver perso la strada, non ti impaurire
è solo che non ho più fretta.
Ma tu entra senza preoccuparti
allo schiudersi dell’alba
nel mio sogno d’ogni notte
io ti aspetto
io ti aspetto con lo stesso desiderio
di vederti
di quando ti potevo tenere stretta
tra le braccia,
aspetto che tu venga di nuovo a camminare
con me
anche se, con gli occhi volti al passato
ogni tanto ora muovo un passo
così passano i giorni
e quel poco di strada che resta.


L’Aquila 27 Giugno 2009
E’ successo all’improvviso ed è
l’unica scusa plausibile.
E’ venuto il terremoto travestito
da ingordigia
stupidità e noncuranza, inettitudine
avarizia e ora
ci vorrà un’eternità,giocando d’azzardo
e cercando sempre lavoro
per immaginare di essere di nuovo
fornai, lattai,pescivendoli,commessi di
supermercati, avvocati, ingegneri,messi
comunali maestre d’asilo, suore conventuali
senza correre il pericolo di svegliarsi
e andare a schiantarsi
contro la realtà se mai ci si dovesse
svegliare.
Ed è stato il terremoto, travestito
da tabelloni pubblicitari che illustrano
case di legno e offerte ai genitori
che dimenticano di essere genitori
e che ridimenticano i figli
a farti lasciare la città
perché non potevi tollerare che i marciapiedi
non fossero più marciapiedi

il traffico pesante non più molto pesante
le pareti nude non fossero più pareti nude
e questo poi, non potevi più tollerarlo.
E però un po’ hai fatto finta
che poi del terremoto te ne fregava tanto
per crearti un intermezzo da giovedì a lunedì
che non ne potevi più del solito tran tran
ma hai fatto i conti male che l’intermezzo
ora va
da aprile a dicembre e poi ricomincia a gennaio .
Io d’improvviso ho notato
che scrivere queste stupidaggini mi fa credere
che è tutto inventato
e schioccando le dita sperare
che tutto questo me lo sono immaginato.

L’Aquila, 28 Giugno 2009

Ho troppe e troppe cose da dirti
in sospeso,
le arance sulla tavola
il freddo dietro le finestre
dello scorso dicembre
pane e mela a tarda ora
come cena, i giorni tutti uguali
l’uno dietro l’altro
i nostri oggetti ora abbandonati a se stessi
l’odore dei calcinacci delle case
cresciuto insieme a quello
delle arance del mercante
il verde del parco vicino casa che nasce solo
dal prato tenuto verde.
Ma tu le sai queste cose
vivo la tua lontananza
come una malattia
ed è meglio così, non ho impazienze;
se piove sul tetto
ha pioggia ha il rumore degli anni
e corre lieve sui giorni
senza nemmeno toccarli.

Tu le sai queste cose ma io continuo
a ripeterle
sai già tutto e io continuo insomma
a vedere cose che in realtà non ci sono
così mi illudo di tirare avanti
appunto con quello che tu amavi
mai però quanto io ho amato te.



Dalla tenda n. 2 del complesso "L. Ferrari ",Via Acquasanta ,L'Aquila

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