A ricordo di quella notte il 5 – 6 e 7 aprile sono organizzate manifestazioni come incontri, fiaccolate, riunioni dei Consigli Comunale e Regionale fuori dalle sedi ordinarie,incontri, concerti celebrazioni religiose come il 5 “le staffette” che partendo da Tornimparte, Poggio Picenze,Lucoli e Castelnuovo raggiungeranno l’Aquila; il concerto della Corale Gran Sasso “L’Aquila Bella Mè” ; la fiaccolata nella notte tra il 5 e il 6 in ricordo delle vittime ; il concerto dell’Orchestra di Santa Cecilia e il 7 ancora un concerto
nella Basilica di Collemaggio.
Ma è per l’intero anno passato che gli aquilani si sono interrogati su quanto stesse accadendo , su quali scelte si andavano a fare e che dovevano ancora essere fatte, su quali prezzi bisognava pagare per poter ritornare in possesso della loro città e quindi di una parte della loro vita. Contro scelte che potevano far presupporre un esproprio della città e appunto della loro vita si sono alzate voci a volte aspre, a volte solo di protesta, a volte fortemente costruttive e argomentanti la necessità di produrre alternative e aprire altre strade. Questa è stata la realtà di un anno di lavoro, di speranze, di sacrifici , di attese con qualche dolore in più di quelli necessari ma anche con qualche soddisfazione.
E allora in questo blog che era nato per un mio interesse personale per la poesia, l’arte e la letteratura poco prima del terremoto e nel quale in questo anno non ho potuto fare a meno di interessarmi appunto di quanto stava avvenendo a L’Aquila, voglio ricordare due cose.
Primo il lavoro svolto dalle associazioni e dai gruppi attraverso i loro siti che di seguito vado a ricordare, secondo che mi permetterò periodicamente di citare in questa sezione che ho chiamato
“ET TERRA MOTA EST” articoli e discussioni tratte appunto da quei siti come contributo ad una più ampia informazione e a quell’itinerario aquilano di rinascita. Naturalmente saranno argomenti scelti da me e che nulla vogliono togliere ad altri interessi che possono essere soddisfatti dalla lettura diretta dei siti in questione.
E allora propongo la lettura dei seguenti siti :
• MISS KAPPA
• RISVEGLI
• STAZIONE MIR
• Collettivo 99
• Comitato ACQUA PUBBLICA
• CITTADINO QUALUNQUE
• Gruppo 3,32
• Cittadini per i cittadini
• Gruppi di Facebook
Che mi permetterò di esaminare , sempre a livello di contributo all’informazione e alla discussione in un altro post .
Qui da “Cittadini per i cittadini “ ho scelto due argomenti che di seguito riporto :
“Case senza città, periferie senza centro, cittadini senza città” - di Sonja Riva



Fortunatamente, le persone costituite in associazioni, in collettivi, in comitati, unite dal profondo desiderio di riappropriarsi della loro città e del loro centro storico hanno animato le domeniche delle
carriole, invadendo in tanti il loro centro, ancora chiuso e inaccessibile, con carriole, secchi e guanti, iniziando simbolicamente a liberarlo dai detriti. Per ritrovarsi, lì sì davvero tutti insieme, nel far sentire il loro sgomento, la loro voglia disperata di esserci e continuare a essere considerati cittadini veri e propri, dei quali tenere conto nei piani di ricostruzione, nelle loro vite future e nella loro città futura.”
“Un paragone chiaro ed efficace richiede però un’attenta analisi dei dati di fatto, dei numeri, della realtà dei due programmi e degli effetti previsti e verificati.
67.500 i cittadini abruzzesi evacuati dalle proprie abitazioni nelle ore successive al sisma del 6 aprile. Poco più di 22mila gli sfollati umbri e marchigiani nel 1997. Precisamente un terzo di quelli aquilani.
In relazione a ciò, i fondi programmati e stanziati dal governo italiano e dalla regione Umbria (attraverso diversi mutui contratti dall’ente regionale al preciso scopo della ricostruzione) ammontavano complessivamente a 15mila miliardi di lire. 7,75 miliardi di euro.

10,2 miliardi complessivi, comprensivi di risorse finalizzate allo sviluppo economico, alle esenzioni fiscali, ai sistemi contributivi e ai lavori di messa in sicurezza, per una porzione di paese che, invece, secondo i resoconti ufficiali dell’Unione Europea per la sola ricostruzione infrastrutturale necessiterebbe di oltre 10 miliardi di euro.
Una comparazione accurata tra i due sistemi di spesa, richiede un’analisi dettagliata per il capitolo di spesa più importante: gli stanziamenti per la ricostruzione privata.

Esclusi eventuali fondi FAS, per i primi 4 anni saranno disponibili 800 milioni di euro. Meno di quanto messo a disposizione nello stesso tempo per Umbria e Marche.
Altro confronto, quello sulla strategia di ricostruzione. In Umbria dopo 3 anni, il 65% delle persone era tornato nella propria casa perfettamente a norma o abitava in una casa di nuova costruzione al posto di quella vecchia. Il restante 35% usufruiva del contributo di autonoma sistemazione o dei moduli abitativi temporanei (l’11%).
Per L’Aquila il piano di ricostruzione ha concentrato l’attenzione sul piano C.A.S.E. piuttosto che sui moduli in legno. L’assenza di un vero piano di realizzazione di case in legno o mobili (con un costo pari ad un terzo di quelle temporanee in cemento armato e prive di problemi di impatto ambientale) ha comporto ancora la presenza, di diverse decine di migliaia di persone assistite dalla Protezione Civile.

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