giovedì 1 aprile 2010

GRAFFITI 7 : LAVORO

GRAFFITI 7 : LAVORO


L’Articolo 1 della Costituzione afferma: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” E’ indubbio che il riferimento al lavoro ha un significato così decisivo e fondamentale da determinare, se modificato, uno stravolgimento della carta. Per soli 12 voti non passò la formulazione di Palmiro Togliatti che affermava non repubblica fondata sul lavoro ma “repubblica dei lavoratori”.
Scrive Gustavo Zagrebelsky :” L’articolo 1 della Costituzione viene da un processo di affinamento e di avvicinamento di posizioni diverse ,presenti nell’Assemblea costituente. Trattandosi di una norma fondamentale , è naturale che sia stato così, per trovare un terreno di incontro il più ampio possibile. La natura delle norme costituzionali è proprio questa : essere il prodotto di convergenza e non imposizione di una parte sulle altre. Tra le posizioni di partenza ,c’era quella sostenuta dai socialisti e dai comunisti che si esprimeva nella formula :” repubblica di ( o dei ) lavoratori”. Fu respinta per la possibilità che essa offriva di una interpretazione classista. Fu respinta: dunque la formula attuale è cosa diversa. Viene da un altro versante politico- culturale ,il cattolico sociale. Fu Fanfani anche a nome di altri eminenti costituenti (Moro, Tosato, Grassi..), a proporre la formula che troviamo nella Costituzione vigente. La sua motivazione – i giuristi dicono la sua ratio – fu così espressa: “dicendo che la repubblica è fondata sul lavoro, si esclude che essa possa fondarsi sul privilegio(…),sulla fatica altrui e si afferma invece che essa si fonda sul dovere,che è anche diritto ad un tempo per ogni uomo , di trovare nel suo sforzo libero , la sua capacità di essere e di contribuire al bene della comunità nazionale “ ( Fanfani nella seduta del 22 marzo 1947).

Possiamo dire che queste ragioni sono superate e provinciali,perché relative ad una situazione politica e sociale del nostro Paese che non c’è più? Mi sembra anzi che siano più attuali che mai ,in un tempo di scandalose speculazioni finanziarie che, per l’appunto, in ultima analisi, si fondano sulla fatica altrui; in un tempo in cui la disoccupazione è crescente e il lavoro diventa bene sempre più raro di cui si appropriano i privilegiati ,i forti, i figli dei ricchi a danno di coloro che sono privi di protezioni legali o corporative e di raccomandazioni personali.

Eremo di Via vado di sole, L'Aquila. giovedì 1 aprile 2010

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