mercoledì 21 aprile 2010

SILLABARI 11 : RELITTI E MERAVIGLIE

SILLABARI 11 : RELITTI E MERAVIGLIE

Qual è l’oggetto perfetto ed emblematico che rappresenta e incarna al meglio la nostra epoca? Quale per le epoche precedenti alla nostra?
Un immagine o un manufatto ? Un teschio, una sfera, un cubo, un diamante?
Come abbiamo archiviato in questo senso il passato e come sarà archiviato il presente?



La storia dell’uomo e del mondo è stata finora narrata facendo affidamento su oggetti e su immagini. Il mezzo televisivo ha aperto la strada ad un certo modo di raccontare questa storia e cd e dvd hanno fatto il resto anche se fu Kenneth Clark a dare vita ad una serie di archiviazioni che si basava “sulla premessa che le civiltà hanno lasciato dietro di loro opere che spesso hanno mancato i loro ideali più ambiziosi “.
Ora è addirittura la radio che vuole raccontare questa storia .


La collaborazione tra Neil Mac Gregor, il British Museum e la Bbc offre una storia del mondo in cento oggetti da raccontare proprio alla radio. Sembra una scommessa. In realtà l’obiettivo è quello di estrapolare da oggetti specifici e singoli la generalità della cultura a cui appartennero in modo che uno “ vede una mummia e sa tutto dei Faraoni.” Il bel vecchio metodo … utilizzato dal racconto radiofonico .L’oggetto è dunque un frammento dal quale si può risalire al tutto.
Ma è proprio così? O può essere vero anche il contrario. L’ipotesi dunque potrebbe essere capovolta?Alcune culture possono essere il prodotto degli oggetti e delle immagini?


Quindi un “ smart phone “ ,per esempio è il simbolo della nostra ossessione per il multi-tasking istantaneo o è esso ad averla generata? Parlano gli oggetti e parliamo agli oggetti.
Certo è che le risposte degli oggetti dipendono dalle domande che poniamo loro.
Il pericolo potrebbe essere quello di usare strumentalmente la risposta degli oggetti in appoggio a tesi prefabbricate. Perché gli oggetti non sono neutri distillati di un’epoca ma contengono in loro tutti i problemi di quell’epoca.
Oggetti d’arte come gli arredi possono essere frutto di un committente ma possono essere anche libera espressione dell’artigiano. Come pure nella pittura. E se poi il risultato del dipinto è una rottura delle convenzioni che va contro gli intenti del committente ?

CONVENZIONI E SENSO COMUNE


Di sconnessioni sociali e visive sono piene le pagine della storia dell’arte. ( es. le torri disegnate dal Bernini per San Pietro ,l’arco piegato di Richard Serra che taglia in due una piazza di downtown a New York ,ecc.)
Dunque un occhio ai relitti e un occhio al loro senso e significato oltre ad un sesto senso fa un buon storico.Troppe volte perù gli oggetti nei musei sono dei relitti abbandonato alla collezione e a nulla possono gli storici anche con il sesto senso.
Se i relitti venissero reintrodotti nel territorio allora potrebbero diventare un catalogo di meraviglie. Territori veri e territori immaginari naturalmente possono confondersi.
Si confondono certamente per Mark Miodownick che ha cominciato otto anni fa a raccogliere le cose più strane del mondo per ispirare storici, artisti e scienziati .
La sua collezione è diventata la Materials Library del King’s College di Londra.
Ma di che collezione si tratta ?
Sullo Strand ,nelle viscere di un palazzo di cemento in stile brutalista, ci sono lunghi scaffali con i materiali più strani del passato ,del presente e forse del futuro.

I MATERIALI PIU’ STRANI DEL PASSATO, PRESENTE E FORSE DEL FUTURO

L’areogel ,per esempio, il solido più leggero del mondo,è costituito per il 99,8 per cento di aria e sembra una massa nebbiosa e inconsistente. E’ un materiale resistente e isolante..Al suo fianco l’opposto termico : il nitruro di alluminio che è conduttore di calore. Con una barretta tenuta in mano si può tagliare un blocco di ghiaccio usando appunto il calore del corpo umano.
E poi nello scaffale delle maraviglie lastre di vetro autopulenti,metalli in grado di ricordare l’ultima forma in cui sono stati modellati e un tubetto che quando viene spremuto emette un suono, una specie di lamento umano.
C’è una vasca con fluoro carbonio liquido inerte dove si può immergere uno strumento elettronico senza danneggiarlo. Lo ste3sso liquido sostituisce benissimo il sangue dei topi secondo i risultati di esperimenti di laboratorio. Ci sono pale di turbine ricavate da un singolo cristallo e un campione di colore nero del nero più nero al mondo ( 25 volte più nero della normale vernice nera),una campana di piombo che non suona.Ci sono accanto anche materiali più comuni per così dire , alluminio, acciaio,rame.

MERAVIGLIARE I VISITATORI DUNQUE.

Miodownik ha creato la Materials Library perché non è soddisfatto di come si insegna la scienza dei materiali. Le raccolte di materiali sono però un fenomeno nuovo ed affascinante. In passato lo studio dei materiali veniva trattato dalla metallurgia, dalla chimica e dalla fisica. Negli ultimi cinquant’anni sono nate un numero incredibile di nuove sostanze,plastiche, semiconduttori, materiali biologici, che hanno reso obsolete le vecchie discipline.
Comunque Miodownik sta in buona compagnia perché Cyril Stanley Smith , esperto di metallurgia del Massachussets Institute of Technology nel suo saggio del 1970 “Art, technology and science” sostiene che l’arte e l’estetica sono sempre state una fonte di ispirazione per lo sviluppo tecnologico.
Appunto Midownik parla dei suoi materiali come orfani che non hanno un posto dove stare e che non uscirebbero mai dai laboratori.
Una volta usciti però interessano sicuramente designer e scuole e aziende e fanno sicuramente concorrenza ad un’altra raccolta di materiali la Material ConneXcon collezione che è a scopo commerciale e ha raccolto circa 2.500 generi diversi di materiali.

Miodownick con il suo staff riceve ogni settimana decine di pacchetti con materiali strani, strampalati e meravigliosi.
Per esempio un blocco di cemento galleggiante, un vestito gonfiabile fatto con la seta del paracadute .
Sogna dunque di creare un Materials Library nazionale piena di meraviglie come il British Museum. Quel museo di cui abbiamo parlato all’inizio . E il cerchio si chiude. O vogliamo ricominciare ad enumerare ancora relitti e meraviglie? Lo faremo ancora ma prendiamo fiato e fermiamoci per il momento qui.


Eremo di Via Vado di Sole, L’Aquila, mercoledì 21 aprile 2010

Nessun commento:

Posta un commento