VISIONI : Ho attraversato i fili neri pendenti
Ha scritto Pablo Neruda :
“La polvere che le case crollando
sollevano , a poco a poco s’acquieta.
E noi restiamo soli con i nostri
morti e con tutti i morti, senza
sapere perché siamo ancora vivi.”
E qualche sera dopo il terremoto mentre leggevo questi versi pensavo e tentavo di scrivere :
“Il filo di Arianna, dove sta
il filo d’Arianna di questi giorni ?
Il tempo di una scena a sipario aperto
straniante
desiderio impreciso e isterico
il quarto tempo si consuma nella platea
tra le strade, all’ombra di tetti umidi,
al rumore di passi
tra i messaggeri di notizie e premonizioni
differite
tra la verità e la libertà della verità.
Mi alzo , mi siedo, mi alzo, mi siedo
lo schizofrenico gesto
tra intervalli tesi su una corda lunga
pencolante
nera e inquisitoria
che sottrae spazio allo spazio ..”
E quel filo di Arianna diventava fili neri
Nero come il buio della notte, come il silenzio della notte, buio come una città senza luci .E mi venivano in mente questi altri versi
Dopo il terremoto
tutti pregano che smetta di piovere e non faccia
troppo caldo ,
tutti pregano che vengano giorni migliori,
tutti pregano di poter provare scarpe
e vestiti nuovi,
tutti pregano di avere soldi per poter comprare
un’auto nuova
ma anche usata però a chilometri zero.
Signore, dopo che abbiamo così pregato,
fa che possiamo conversare con la morte
e la morte non abbia più l’odore
di polvere
ma di basilico e rosmarino
che insaporiscono i ceci della mensa
della protezione civile
che ci saziano lo stomaco
e ci mettono di buonumore
per continuare a pregare
che smetta di piovere e non faccia
troppo caldo…
Eravamo già nel mese di maggio e cominciava a fare caldo e le tende di pezza erano diventate infuocate tra fili neri pendenti di tempo e di problemi
Eremo Via vado di sole, L'Aquila, martedì 15 novembre 2011
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