
Ma per non parlare di cose italiane o che toccano l’Italia, ricorderò i due volumetti che furono trovati nelle tasche dell’abito dell’infelice Percy Bysshe Shelley quando il 18 luglio 1822 il suo cadavere fu rigettato dal mare sulla spiaggia di Viareggio. Uno era un Sofocle che si conserva ancora presso la Biblioteca Bodlejana a Oxford ( ne dà la fotografia il Biagi nel libro: Gli ultimi giorni di P.B. Shelley a pag. 54); l’altro era un volume di Keats , prestato allo Shelley prima della partenza dall’amico Leigh Hunt e che fu trovato rivoltato alla pagina dove si legge The Eve of St. Agnes , come se il lettore, mentre leggeva, l’avesse messo via in fretta; e questo volume non so dove oggi si trovi.
Nel museo patriottico del cav. Gaudenzio Parlotti di Cavriana , specialmente ricco in cimeli della battaglia combattuta nella vicina Solforino, è conservato anche il breviario di Don Enrico Tazzoli, da lui stesso firmato, e con il quale l’eroico prete salì nel 1852 le forche di Belfiore.

Pure a Roma presso la famiglia dei Marchesi Patrizi Monitoro, si conserva un volume delle Massime Eterne che Giuseppe Monti , ghigliottinato insieme a Gaetano Tognetti il 23 novembre 1868 donò al marchese Giovanni ,il quale appartenendo alla Confraternita di S. Giovanni Decollato aveva accompagnato il Monti fin sul palco del supplizio, confortandolo fino all’ultimo: il Monti , dopo aver avuto dal Patrizi l’abbraccio rituale, gli aveva dato come suo ricordo quel volumetto che egli in prigione leggeva devotamente.
E a Firenze presso l’ancor dolorante madre, è gelosamente conservato il Dante macchiato di sangue che fu trovato sul cadavere di Giosuè Borsi, morto al fronte nel novembre 1915.
La fotografia ne è stata pubblicata ripetutamente, ricordo, nella rivista zaichelliana Di libro in libro dal 31 agosto 1923.
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Ma si hanno pure volumi legati ad avvenimenti più antichi e quindi di maggiore interesse . Alla Vaticana si conserva, fra i codici greci del fondo Barberini, un Typicon ( ossia raccolta di regole monastiche) proveniente dall’Abbazia di S. Nicola di Càsola presso Otranto, il quale nel famoso assedio del 1480, quando i turchi occuparono quel Monastero, fu dai Turchi stesso ridotto in pezzi : le pergamene erano state tagliate in quattro parti con un’accetta per giuoco o per prova di forza, i miseri frammenti furono tutti recuperati e il manoscritto fu riparato alla meglio.
Alla Biblioteca Laurenziana c’è il famoso Romuleon scritto da David Aubert e miniato da Loyset Liedet per Filippo il Buono duca di Borgogna da cui passò nel 1467 a Carlo il Temerario che lo portò sempre seco anche in campo ; e fu trovato sotto la tenda di lui fuggiasco e poi morto nella rotta toccata il 5 giugno 1477 sotto le mura di Nancy. Ne parla il Biagi nell’Album pubblicato nel 1914 di Riproduzione di mss. miniati, ed. De Marinis.

(Da Aneddoti bibliografici raccolti da Giuseppe Fumagalli , Casa Editrice Bietti, Milano, 1933)
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