FRATELLI D’ITALIA ; Andare in giro con le manette
Enzo Carra esponente dell’UDC ,durante tangentopoli ,fu al centro del caso che aprì la discussione sulle “manette spettacolo” nel marzo 1993.
Il 7 giugno 1983 Enzo Tortora , il popolare presentatore tivvù ,fu mostrato in manette proprio in tivvù e Carlo Meloni nel 2001 fu arrestato proprio davanti alle telecamere.
Nel Codice di procedura penale ,nel 1999, è stato inserita la norma , comma 6 bis dell’art.114, che vieta la pubblicazione di immagini di persone ammanettate . La legge 492 del 1992 stabilisce che nelle traduzioni di un singolo detenuto l’uso delle manette è obbligatorio quando “ lo richiedono la pericolosità del soggetto o il pericolo di fuga o circostanze di ambiente che rendono difficoltosa la traduzione”.
Il problema della polemica sta nel fatto che il detenuto venga tradotto in manette o che che il detenuto sia mostrato dai mezzi di comunicazione di massa in manette istituendo così una sorta di gogna mediatica come è stata definita ?
Evidentemente non è né l’una né l’altra la ragione della polemica. Non è la prima ipotesi perché il codice penale va rispettato senza ma e se e senza giustificare inadempeienze con il probela della privacy. Non è il caso della seconda ipotesi perché la legge dà discrezionalità alla polizia penitenziaria di decidere soggetto per soggetto ma teniamo conto che ogni traduzione è sempre difficile. E allora afferma Donato Capace segretario generale del sindacato penitenziario SAPPE:” E’ regolare e legittimo che i detenuti ancorché imputati siano condotti con le manette durante le traduzioni. Tutti i giorni la stragrande maggioranza delle traduzioni avvengono con le manette. E giustamente - sottolineo - perché garantiscono ordine e sicurezza. Ma le polemiche scoppiano solo con i presenti eccellenti come se essere un qualunque sconosciuto giustificasse, comunque, a prescindere , l’uso delle manette “
Miriam Mafai si indigna in un articolo pubblicato su La repubblica di martedì 15 giugno 2010 perché “un signore della cricca “ è stato mostrato in manette mentre veniva tradotto in Tribunale..
Pochi però si indignano per quello che avviene nel nostro paese per esempio nel mondo del lavoro ( disoccupazione e povertà) , mancanza di sicurezza con l’aumento delle morti bianche, nel mondo della politica con corruzione e affarismo, nel mondo del consumo dove i beni non vengono prodotti per essere consumati ma per essere buttati e si potrebbe continuare alla lunga. Pochi si indignano per esempio per le morti in carcere. ,
Scrive Rita Bernard ini.”L’irresponsabilità della classe politica italiana ci sta portando al completo disfacimento dello Stato di diritto, della legalità, del rispetto della vita umana. Tanto che un leghista oggi può dire che i condannati al 41-bis e i pedofili possono ben suicidarsi per fare un gesto che fa piacere al popolo. Tanto che il garante della privacy interviene solo quando viene ripreso ammanettato da giornali e TV un esponente della “cricca”, ma non quando della stessa sorte è vittima un rumeno o un marocchino.
Altro che DDL Alfano! Le carceri le stanno svuotando con le morti per malasanità o per suicidio: qualcuno esulterà perché oggi si è liberato un posto al carcere La Bicocca di Catania."
La risposta immediata che l’Esecutivo sembrava voler avviare era stata quella del Piano carcere . Del “Piano Straordinario per l’Edilizia Penitenziaria”, meglio conosciuto come “Piano Carceri”, però si è iniziato a parlare alcuni anni fa, precisamente il 7 novembre 2008: prevedeva la costruzione di nuovi penitenziari e l’ampliamento di molte strutture già esistenti per la creazione di 20.000 nuovi posti.All’epoca nelle carceri italiane erano presenti circa 56.000 detenuti, cioè 13.000 in più della capienza regolamentare degli istituti di pena e 8.000 in meno rispetto alla capienza considerata “tollerabile”: aggiungendo 20.000 posti si sarebbe tornati a un indice di affollamento delle celle in regola con le normative vigenti.
Ad oggi (inizio 2010) i detenuti sono circa 66.000, (10.000 in più rispetto a un anno fa), ma 23.000 in più del consentito ed in eccesso anche rispetto al limite ritenuto “tollerabile”: in altre parole, in soli 12 mesi la metà del lavoro previsto dal “Piano carceri”, 750 milioni di euro, una cifra enorme, risulterebbe praticamente spesa per non risolvere affatto il problema.Se il ritmo di crescita della popolazione detenuta non cambia (e per ora non si intravedono segnali di questo cambiamento), a fine 2010 l’intero “Piano carceri” sarà “annullato”: 1.500.000.000 (un miliardo e mezzo di euro) sborsati, per ritrovarci al punto di partenza.Ma siamo sicuri che tra 12 mesi, o anche tra 24 mesi, almeno qualcuno dei nuovi “padiglioni detentivi” o dei nuovi istituti penitenziari siano pronti per ricevere i detenuti, quindi con dentro tutto il personale necessario a gestire un carcere?Finora i tempi dell’edilizia penitenziaria si sono misurati in decenni, anziché in anni. E il personale non c’è neppure per far funzionare le carceri attuali, allora, invece di cercare denaro pubblico che non c’è per predisporre “Piani” costosissimi e, ahimè, che ci
costringerebbero fra un paio di anni a cercare nuovi soldi per costruire nuove galere, perché non ricorrere a pene alternative alla detenzione per le condanne fino a 3 anni (sono quasi 20.000 i detenuti con pene inferiori a 3 anni); e perché non limitare i casi per i quali è prevista la custodia cautelare in carcere (degli oltre 30.000 detenuti in attesa di giudizio oltre i 2/3 è accusato di reati “minori” e il 40% è destinato - dicono le statistiche - ad essere assolto, e quindi a costare allo Stato un sacco di soldi in risarcimenti per ingiusta detenzione)?Intanto nel 2009 sono morte in carcere 1560 persone, 560 si sono suicidate. Il carcere di Sulmona ha la triste fama di carcere dei suicidi, si è ammazzata persino la direttrice del carcere. I dati di inizio 2010
dicono che metà dei carcerati sono in attesa di giudizioAlcuni ricchi, ,aspetta a casa e nemmeno agli arresti domiciliari ma con tutte le libertà e gli onori : altri godono di leggi ad personam. Il 30% di quelli che sono in attesa di giudizio sono dichiarati innocenti. I processi sono lunghissimi e farraginosi ma si arriva persino a dire che il numero dei magistrati italiani è superiore agli altri paesi, senza dire però che nessuno di questi ha 3 gradi di giudizio e ha un tipo di prescrizione basata su una infinita serie di rimandi e di lentezze ammesse per legge.Dei 64.000 carcerati il 37% sono stranieri, ma quando incide su questo l’aver dichiarato la clandestinità reato, unico
paese in Europa? 20.000 sono extracomunitari. e non godono di benefici per la mancanza di casa e famiglia. Vogliamo avere il coraggio di dire che questa carcerazione è il frutto spaventoso della Bossi- Fini? E della sua mancanza di fondi per applicare se stessa, di rapidità delle pratiche, di assenza totale di integrazione?L’80% delle carceri italiane ha più di un secolo di vita ed è ormai inadatto a qualsiasi cosa. Le condanne della Corte Europea non si contano. Il sistema carcerario italiano è fuori da ogni legalità.Metà degli imputati che lascia il carcere vi è rimasto non più di 10 giorni, mentre circa il 35 per cento esce dopo appena 48 oreIl 10% è recluso grazie alla Fini-Giovanardi sulla droga. E ci sono in carcere più tossici di quanti ne passino per i Sert. La destra ha pensato bene di curare la tossicodipendenza col carcere.. per i poveri si intende..In queste condizioni dunque se mai il carcere dovesse essere un deterrente dalla recidiva, è chiaro che le condizioni di vita creano insicurezza sia per
gli istituti carcerari che per il personale che vi lavora . Pregiudicare quelle che sono le opportunità di vita reale dei detenuti che vogliono attuare un percorso di reinserimento equivale a creare e perpetuare un ambiente criminogeno.Il 32 % dei carcerati deve scontare solo un anno e spesso vengono vanificate le possibilità di sostituire alternative alla carcerazione.Solo un detenuto su 4 può svolgere un lavoro e solo l’1% può seguire corsi professionali. L’85% dei lavoranti svolge lavori di pulizia o di preparazione e distribuzione del vitto per il carcere stesso. Per far fronte al sovraffollamento di alcune strutture carcerarie viene vanficato il principio della regionalizzazione della pena e sempre più spesso i detenuti scontano la pena in istituti lontani dal luogo di residenza. Con spese di viaggio per i colloqui da parte dei familiari L’80% dei detenuti è malato: diffuse le epatiti, le malattie respiratorie, poi la tossicodipendenza, depressioni e malattie mentali, malattie dei denti, malattie osteo-muscolari. La conferenza Stato Regioni ha avviato il trasferimento della medicina penitenziaria al Servizio Sanitario
Nazionale con prestazioni da parte delle ASL ai detenuti ma il progetto stenta a realizzare quello che in definitiva è il proprio obiettivo: garantire il diritto alla salute cosa che è difficile in alcune situazioni anche per i liberi cittadini. In carcere ci sono attualmente 71 bambini sotto i 3 anni che vivono con le madri detenute.Le piante organiche della Polizia penitenziaria, stabilite con decreto ministeriale dell’8 febbraio 2001, prevedono 41.268 unità; sono invece in servizio solo 35.343 , mancano 5.925 agenti e l’assunzione di 2000 agenti secondo il piano carcere è una goccia Di educatori ne sono previsti dalla legge 1.088, sono appena 686. Gli psicologi sono solo 352 per 60.000 persone. Il concorso del 2004 per 39 psicologi non ha portato ad alcuna assunzione.
I fondi della Cassa delle ammende, con cui lo Stato dovrebbe investire in progetti educativi e/o di reinserimento sociale dei detenuti, non vengono utilizzati o vengono destinati ad altre finalità.Tre leggi principalmente hanno prodotto l’inferno delle carceri italiane: la Bossi-Fini, la Fini-Giovanardi e la “ex Cirielli”, che ha limitato i benefici ai recidivi. Se a questo ci aggiungiamo la disapplicazione delle misure alternative e l’inspiegabile presenza di carceri vuote abbiamo un quadro di desolazione e rovina .
C’è qualcuno che si vuole indignare ?
I dati sono tratti dalle statistiche ufficiali del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria dalle fonti del Sindacato di polizia penitenziaria e in particolare dal sito http://masadaweb.org/ con l’articolo di Viviana Vivarelli del 14 gennaio 2010
Eremo Via Vado di sole , L’Aquila, giovedì 24 giugno 2010
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