LA LUNA DEI LUNATICI 1 : Laudato sì, mi Signore,per sora Luna e le stelle
“Laudato sì, mi Signore, per sora luna e le stelle ,/ In celu l’ài formate ,clorite, preziose et belle””canta Francesco nel Cantico delle creature a proposito della luna.
La luna , Slene o Diana, madre o figlia , sposa o meretrice. La luna camminatrice notturna, ,calda o fredda, dolce o beffarda ma sempre regale “ in un cielo trapunto di stelle” o tra nubi tempestose.
Ecco la luna di tutti e dei lunatici in particolare , la luna dei poeti.
Da Buonagiunta da Lucca che precorre il dolce stil nuovo con “ E stella e luna ed ogni altra lumera” appellando così la donna amata, a Jacopo dei Benedetti in De la grande battaglia de Anticristo che fa vivere il sentimento popolare nella laude”La luna è scura, el sole ottenebrato” Nella lauda gli astri ci danno una completa visione ,anche figurata della passione e della partecipazione completa che unisce Dio, ,popolo e creato in un unico mistico “ a solo”.
E’ Dante però che gli attribuisce un nuovo appellativo “margarita”
Parev’a me che nube ne coprisse
Lucida, spessa, solida e pulita:
Quasi adamante che lo sol ferisse.
Per entro sé l’eterna margarita
Ne ricevette, com’acqua recepe
Raggio di luce permanendo unita. .
Ma il poeta non si accontenta e nel salire la selva nel suo viaggio nell’oltretomba ci dà un’immagine di viva poesia della luna:
“E già la luna è sotto i nostri piedi”
Ma è nell’incontro con Beatrice nel Paradiso , Canto I vv.109-120 che le anime si specchiano nella luce della luna:
Ne l’ordine che io dico sono accline
Tutte nature per diverse sorti
Più al principio loro e men vicine;
onde si muovono a diversi porti
per lo gran mar de l’esser, e ciascuna
con istinto a lei dato che la porti.
Questo ne porta il foco in ver la luna,
questo nei cor mortali è per motore,
questo la terra in sé stringe e aduna.
Né pur le creature che son fuore
D’intelligenza quest’arco saetta ,
ma quelle che hanno intelletto e amore.
E’ il contemporaneo di Dante Dino Frescobaldi che chiama la luna stella Diana in du versi che esprimono un paragone di luce:
“Che luce il lume de la sua bellezza
come stella diana o margherita”.
Cecco Angiolieri (Francesco Stabili) con burle e polemiche , da astrologo ed occultista che gli procurarono il rogo con arguta astuzia afferma :
La luna muove natural virtute
Ciascuna pianeta con gli ottavi lumi
Dispone il mondo con le lor vedute .
E nei paragoni tra uomini ed animali la luna fa capolino:
Forse s’allegra nella luna nuova
La scimmia e, quand’è mezza,si fa trista
Che par che sopra lei li pensier prova.
E anche Jacopo Alighieri nel Dottrinale parla così della luna:
La casa de la luna
Col Cancro si rauna
E ‘l secco e ‘l caldo priva
Di ciascuna sua riva sicchè si pare all’acqua
Che nel freddo scialacqua .
Fazio degli Uberti poeta didascalico della luna si limita a dire
“Al lume delle stelle e della luna”
per poi riprendere il paragone della luna con la stella Diana:
“Come per primavera innanzi al giorno
Ride Diana, nell ‘aere serena
D’una luce si piena
Che par ne risplenda tutto ‘l cielo
Così all’ombra del candido velo ,
dove la sua virtù raggia e balena .
Ride un piacer che a pena
Si puote immaginar quanto è adorno.”
Eremo Via vado di sole , L’Aquila venerdi 4 giugno 2010
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