CANZONIERE : Poesia operaia Ferruccio Brugnaro
Ferruccio Brugnaro ha fatto uscire un libro di poesia bilingue (italiano e francese), edizioni Editinter dal titolo “Vogliono cacciarci sotto/Ils veulent nous enterrer!”. Un operaio che scrive poesia a partire dalla sua condizione operaia. Ma non erano morti costoro? Ed invece no, eccoli lì, insieme… che non è che si fanno facilmente mettere sotto. Ma non molti se ne accorgono. E dove sta lo spettacolo, la velocità, l’immediatezza grandiosa dell’ hic et nunc della nostra società dello spettacolo che fa del falso il vero? Non ci sta quando si dice no, si dice “esistiamo”! Ed è quello che testimonia e dice la poesia di Brugnaro.
“Je suis terriblement heureux meintenant./Jamais je n’aurais cru pouvoir/recevoir dans ce coin/la visite du soleil// Sono tremendamente felice ora./ Non avrei mai creduto poter/ ricevere in questo angolo/ la visita del sole” Anche in fabbrica qualche volta, in maniera terribile si affaccia un raggio di sole. Chi l’avrebbe mai detto? Solo un poeta. “Non ricordo una mattina così oscura./ La nebbia è densissima/e penetra gelida tra noi/ in reparto con l’angoscia/di qualche uccello che grida invano/ oggi./ La voce dei miei compagni;/la voce più ribelle e forte dell’anima/suona vuota/lontana/come la gioia, il colore dell’aria.” E il grigio sta assai vicino alle repressioni, oscure forze della società. “La polizia ci spinge indietro come ladri./ Qualcuno soffoca dal ridere, accucciandosi/nella calca mostra i pugni al Commissario,/un altro da lontano gli grida bécco;/ e lui/ gira nella marea affannato con la schiuma/ alla bocca, minaccia come un grande guerriero;/ è il suo giorno di gloria oggi, è il suo trionfo.”
La poesia operaia di Augusto Debernardi Questo post è stato pubblicato il giugno 25, 2007 ed è archiviato in RESOCONTI del blog: http://rivistapaginazero.wordpress.com/2007/06/25/la-poesia-operaia/
per le morti al petrolchimico
Lavoravamo tra micidiali veleni
sostanze terribili
cancerogene.
Non affermate ora
furfanti
ladri di vite
che non c'era alcuna certezza
che non c'erano legislazioni.
Non dite, non dite che non sapevate.
Avete ammazzato e ammazzate ancora
tranquilli indisturbati
tanto
il fatto non sussiste.
I miei compagni morti non sono
mai esistiti
sono svaniti nel nulla.
I miei compagni operai
morti
non possono tollerare
questa vergogna.
Non possiamo sopportare
questo insulto.
Nessun padrone
nessun tribunale
potrà mai recingerci
di un così grande
infame silenzio.
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