martedì 24 maggio 2011

COTTO E CRUDO : Le acciughe di Kafka

COTTO E CRUDO : Le acciughe di Kafka


La nostra epoca, denuncia James Hillman, è ossessionata dai piaceri della gola. Ma la sua ossession'e assomiglia più alle tentazioni combattute dagli eremiti che alle orge dei gourmet.

«Venìte a mangiare l'arrosto del re!», diceva Federico Il di Prussia. Il re filosofo amava avere molti ospiti ma, se la conversazione era brillante, la mensa risentiva dell'avarizia regale. Era buona; insinuava, Voltaire, come poteva sserlo,in un paese in cui non c’è selvaggina',né carne passabile, né pollì. Per morire d'indigestione a causa di un monumentale pastìccìo d'aquila ai tartufi, il filosofo La Mettrìe, membro della sua corte, dovette pranzare da uri diplomatico francese.


La sobrietà non esime dalla golosità. Per Stendhal il pasto ideale era: una bistecca e un cosciotto cotti al punto giusto, un, frutto, un gelato e un caffè. Ma proclamava: «Gli spinaci e Saint¬Simon sono state le mie sole passioni durature».

La tavola può favorire gli incontri, ma anche affondarli. Vigny, devoto ai Borboni, cenava da Luigi Filippo, osservando sospettosamente l'usurpatore .Era una cena intima; Luigi Fllìppo infatti voleva guadagnarlo alla sua causa. Nel nuovo stile della monarchia .borghese i domestici erano senza livrea e i presenti non indossavano l'abito di gala.


Se la regina Maria Amelia era piacevolmente simile a Maria Antonietta, il marito faceva un errore dopo l'altro. Era arrivato in ritardo, si disinteressava della conversazione generale, metteva i gomiti sulla tavola. Dopo aver lungamente girato lo zucchero nel caftè, aveva posato a tazzina senza toccarla, poi aveva inchiodato l'ospite in un angolo, sommergendolo di vane parole.

Congedandosi,Vigny disgustato, decise di ritrarsi .dalla sua epoca, per vivere «indipendente, inoffensivo e in disparte».

Un menu modesto può avere maggior successo, ma dipende da chi lo prepara. Quando era particolarmente povera, la principessa di Belgioioso cucinava per gli ospiti un'omelette direttamente nel camino. . ..... -.'

La Favette guardava incantato quella giovane donna snella ed elegante affaccendarsi con la pentola tra le bellissime mani scarne.

Non è sempre consigliabile alternare alle diete un'orgia culinaria. Abitualmente sobrio e astemio, Balzac si concedeva ogni tanto «un po' di gozzoviglia». Allora poteva scolarsì una serie di bottiglie di Vouvray, .un bianco fortissime e mangiare con appetito pantagruelico. Intanto trasformava i cibi in altrettanti romanzi.


L'origine delle bottiglie arretrava nei secoli, il rum usciva da una botte che aveva galleggiato per centoventi anni sul mare: per rompere la crosta di conchiglie c'era voluta un'accetta. Gli amici temevano .Ia terrìbile. purea di cipolle che faceva fabbricare su sua ricetta e apprezzavano le magnifiche pere, che lo scrittore divorava in quantità.

La golosità può provocare vivide emozìoni .A Zola tremavano le mani quando portava alla bocca un'ostrica o un frutto di mare freschissimo.


Proust era meno goloso, .ma più esigente in.fatto dì ernozioni .Al ristorante, si accontentava di spiluccare i piatti preferìti, dal boeuf à la mode al riso all'imperatrice, candido come gli abiti della moglie di Napoleone III.

Probabilmente, se invece dì un'ombra di madeleine ne avesse divorato tutto un vassoio, non avrebbe scoperto la memoria involontarìa.

Dumas, come testimoniava la sua pancia, cucinava e scriveva con la stessa facìlìtà anche se in entrambi il volte eccedeva in immagìnazione.come quando aveva compilato la ricetta per la

zampa d'elefante.

D'altronde, come diceva sempre lui: «L'uomo non vive di quel che mangia, ma di quello che digerisce». Certo, quando non si digerisce, è meglio prenderla con fiÌosofia. «La sera», confessa Kafka, «ero trìste pérché avevo mangiato delle acciughe. Il mattino il medico mi confortò. Perché essere triste? Dopotutto ho mangiato le accìughe, ma le acciughe non hanno . mangiato me»

Fonte Letterati a tavola. Giuseppe Scaraffia Le acciughe di Kafka e gli spinaci di Stendhal

Il Sole 24 ore, n17 24 aprile 2011.


Eremo Via vado di sole, L'Aquila,
martedì 24 maggio 2011


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