Il convegno di Genova vedrà riuniti gli Enti scientifici e governativi italiani di studi sul mare riuniti nel Gruppo Nazionale di Oceanografia Operativa che risiede all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV): enti quali l’ENEA, l’OGS, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’ARPA Emilia Romagna, il Conisma, l’Istituto idrografico della Marina, il Servizio meteorologico dell’aeronautica militare.
I relatori che si avvicenderanno nei tre giorni del convegno e delle tavole rotonde iniziale (lunedì 8 giugno) e conclusiva (mercoledì 10 giugno) avranno il compito di illustrare e discutere le applicazioni e gli elementi strategici per l’oceanografia operativa in Italia e in Europa, il sistema osservativo e il sistema di modellistica nel Mediterraneo e dei Mari italiani.
Dal confronto di studi di specialisti sui mari, quale è la strategia o il metodo migliore per affrontare i problemi che oggi affliggono maggiormente il nostro Pianeta, come ad esempio il monitoraggio dell’inquinamento a mare, lo sfruttamento e lo sviluppo sostenibile delle coste?
“Abbiamo lavorato in Antartide portandovi l'esperienza maturata a casa nostra». A parlare è Alessandro Crise, direttore del Dìpartimento di Oceanografia dell'Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale. «Fino al 20061'Ogs ha fatto parte del consorzio con il Cnr, l'Eneae l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che ha organizzato l'attività scientifica italiana in Antartide gestendo le due basi in loco: la Stazione Zucchelli, sulla costa, e insieme ai colleghi francesi la Stazione .Concordia in prossimità del Polo Sud». L'Ogs ha condotto indagini sulle strutture geologiche sottomarine ascoltando gli echi di segnali acustici con una specie di orecchi elettronici montati a distanze regolari su appositi cavi conduttori. «Per questo ci siamo avvalsi della nostra nave Ogs- Explora, in grado di fornirci dati rilevanti sulla struttura della crosta terrestre in quelle regioni remote».
di realizzare una rete di osservatori permanente che coprano sia le aree costiere che il mare aperto per scopi scientìfìci ed economici. «L' oceanografia operativa è un' evoluzione applicativa di quella tradizionale. Quando pensiamo alle previsioni meterologiche marine le associamo al livello del mare o al moto ondoso. Ma le informazioni sulle proprietà fisiche, biologiche e chimiche delle masse d'acqua in relazione alla direzione delle correnti, sono dati ecologicamente ed economicamente preziosi: si pensi al caso di dispersione in mare di sostanze inquinanti, come nel Golfo del Messico e in Giappone: se si è in grado di monitorare e prevedere dove sono dirette le masse inquinate è possibile arginare i rischi. Ci stiamo avvicinando a replicare per il mare quanto è già stato fatto per le previsioni atmosferiche» .
«Noi siamo referenti per il Mediterraneo - aggiunge Crise anche in un progetto oceanografico di portata mondiale, Argo, che ha l’ obiettivo di creare un sistema di 3000 boe robotizzate per monitorare le proprietàà delle acque in tutto il globo». Resta peri Ogs il problema dei fondi, tagliati negli ultimi anni del 10%:«I trasferimenti ordinari dallo Stato sono meno della metà del nostro budget e non coprono neanche le spese obbligatorie. Eppure stiamo coinvolti in una serie di progetti importanti, dai 100mila al milione di euro, finanziati per gran parte da istituzioni internazionali e europee, da autorità regionali e da - privati per servizi ad alto contenuto tecnologico».
Qualcosa si muove per garantire stabilità economica: «lnìzìatìve come i progetti-bandiera recentemente approvati dal Cipe possono rappresentare uno strumento finanziario in grado da creare un effetto leva nel settore attraverso la promozione di progetti ìnfrastrutturali per le ricerche marine».
“La scienza e la tecnologia sviluppate in oceanografia negli scorsi venti anni hanno dimostrato che oggi è possibile monitorare il mare con satelliti e misure in situ che possono arrivare in tempi strettissimi ai centri di raccolta a terra e così permettere di usare modelli per la previsione del mare e le sue condizioni, dalle correnti alla biochimica. L’Italia è all’avanguardia in Europa nello sviluppo di tale sistema per il Mare Mediterraneo che si basa sullo scambio in tempo reale dei dati e lo sviluppo di modellistica ad alta risoluzione. Le applicazioni vanno dal controllo dell’inquinamento marino, alla sicurezza del trasporto e la pesca sostenibile”.
Il CNR è presente nell’ambito del programma Mediterranean Forecasting System fin dagli albori. Gli Istituti maggiormente coinvolti del Dipartimento Terra Ambiente del CNR sono l’Istituto di scienze marine (Ismar), l’Istituto per l’ambiente marino costiero (Iamc), l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac), l’Istituto di studi sui sistemi intelligenti per l’automazione (Issia). Il CNR si occupa del sistema osservativo satellitare, di numerose boe oceanografiche costiere e di mare aperto ‘in situ’, che forniscono dati in tempo reale, utilizzate operativamente nei sistemi di previsione. Svolge un ruolo primario, nell’ambito della pesca, della modellistica oceanografica e nello sviluppo di prototipi, nello studio dei processi oceanografici e nei sistemi di previsione del moto ondoso nei mari italiani e nel Mediterraneo.
L’Enea ha contribuito alla nascita e allo sviluppo dei sistemi previsionali marini grazie allo sviluppo di un sistema operativo di osservazioni con navi commerciali, utilizzati per la previsione della circolazione oceanica e per lo studio di impatti sull’ambiente marino.
L’ENEA, nell’ambito del programma Mediterranean Forecasting System, si occupa di fornire i dati per modelli numerici ed in particolare per la previsione della circolazione del Mar Tirreno, fornendo mappe di rischio per eventuali inquinamenti di zone costiere. Lo sviluppo di idonei sistemi informativi garantisce l’accessibilità dei dati via rete. I Centri Enea maggiormente coinvolti in questo settore sono il Centro S.Teresa (La Spezia) e i Laboratori della Casaccia e di Frascati.
Questo convegno è il primo di una futura serie di eventi che vogliono proporre sia al grande pubblico che agli specialisti lo stato di avanzamento dei sistemi, dei metodi e delle tecniche dell’oceanografia operativa in Italia, ed i corrispondenti sviluppi a livello europeo ed internazionale.
Siete tutti invitati a partecipare.
e-mail: ufficiostampa@ingv.it
e-mail: uffstampa@enea.it
e-mail: ufficiostampa@cnr.it
FONTE :
Ilaria Fusco Quel piccolo tesoro di conoscenze preziose racchiuso nell’Istituto oceanografico di Trieste Affai e Finanza inserto La Repubblica 3 maggio 2011
sabato 14 maggio 2011
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