ET TERRA MOTA EST : Chiudere il cerchio
L’Aquila è l’esempio di come , politici,amministratori, tecnici, intellettuali , rincorrendo e palleggiando le responsabilità , sono incapaci di utilizzare le risorse e capacissimi di far incancrenire i problemi.
Quando, e se , finirà questa confusione simile a quella viaria della rotonda di Coppito a causa del rifacimento del manto stradale in ora di punta ( ore 8 del mattino).?
Alla fine però chi paga il prezzo di tutto questo è chi è ancora senza casa, ,senza lavoro, senza risposte a bisogni ed esigenze anche e soprattutto di carattere di salute e assistenza.
Un tecnico dell’attuale compagine governativa ( un così detto professore ) di fronte ad un grave problema del nostro paese , voltandosi dall’altra parte ha sommessamente sussurrato “ Ci vorrebbe una rivoluzione !”
Ebbene sì che ci vorrebbe una rivoluzione ma una rivoluzione di idee anche se purtroppo la ricerca delle verità è solo filosoficamente parlando una finzione (secondo Nietzsche ). Comunque una rivoluzione di idee significa sostituire le idee ad altre idee. E per sostituire le idee bisogna sostituire gli uomini.
A casa dunque amministratori, politici e tromboni . E lo strumento è uno solo : quello della democrazia.
Dunque la lotta aperta e leale da parte delle istanze di base è quella per accrescere la democrazia perché la partecipazione è appunto il primo passo della democrazia. Come partecipare in questa città alla ricostruzione, alle decisioni sull’uso del territorio, alla conduzione della cosa pubblica ?
Ma come scrive Enrico Berlinguer "Non si può rinunciare alla lotta per cambiare ciò che non va. Il difficile, certo, è stare in mezzo alla mischia mantenendo fermo un ideale e non lasciandosi invischiare negli aspetti più o meno deteriori che vi sono in ogni battaglia. Ma alternative non ne esistono."
Eremo Via vado di sole ,L'Aquila, venerdì 24 febbraio 2012
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