BIBLIOFOLLIA : “Sublime madre nostra “

Sublime
madre nostra studia le tre «figure profonde » che reggono le idee di
nazione e di patria in Italia, rivelandone retorica, intenti, effetti:
la nazione è pensata come una famiglia, è una comunità sacrificale, si
fonda su distinte attribuzioni di ruolo ai generi sessuali. Alle
origini, «sono la lingua e la letteratura italiana che testimoniano
dell’esistenza di una nazione italiana, e che ne fondano le ambizioni di
riscatto politico »: ma sono basi così fragili, che il successo
dell’unificazione è stupefacente. Un ruolo centrale spetta all’«estetica
della politica» romantica (Mosse): accanto agli scritti politici, Banti
cita «romanzi, poesie, drammi teatrali, pitture, statue, opere liriche »
che in parte analizza, in parte lascia al lettore di ripensare. Il
fascino del libro sta proprio nella capacità di leggere le opere dentro
un discorso plurale, abbattendo i confini fra storia e storia dell’arte,
letteratura e archivio, monumenti e documenti.

Ciò
di cui si parla è un immaginario che trova forma nella cultura e nelle
arti, e che non è riducibile all’ideologia o alla politica, poiché vive
al di là di esse. Così, liriche e romanzi sono letti insieme
all’elaborazione di miti collettivi (come quello di Garibaldi), al
consolidarsi di sistemi di valori familiari fondati su onore e virtù, a
vicende testimoniate dagli archivi (per esempio, gli episodi di
intolleranza anti-austrotedesca a Venezia nel 1848); e poi, a
unificazione avvenuta, ai riti dell’amor di patria, o alla capacità di
inglobare il sacrificio, il martirio, la morte nel discorso pubblico,
tenendo in uno De Amicis, la cinematografia patriottica, le cronache
giornalistiche. La prima guerra mondiale consolida questi paradigmi, che
Banti rintraccia in opuscoli commemorativi sui caduti ed epistolari.

Il
discorso nazionalista, che segna i destini dei singoli oltreché del
regno, non coinvolge certo tutta la società italiana: è, però, egemone,
viene ripreso da una parte della Chiesa cattolica e confermato in
seguito (le pagine sull’inumazione del milite ignoto al Vittoriano sono
tra le più interessanti del libro). Allora, sarebbe utile rileggere in
questo quadro non tanto le posizioni degli interventisti più esposti,
dai giovani delle riviste ai futuristi a d’Annunzio, quanto
l’immaginario di autori ideologicamente più complessi o defilati, da
Pirandello a Gadda, o in cui la trasfigurazione figurale agisce con più
forza, come Ungaretti. Il nodo è, naturalmente, la continuità tra
fascismo e Risorgimento. Nonostante contraddizioni e incertezze relative
ai concetti di «stirpe» e «razza», Mussolini «non fa che completare una
progressione già potenzialmente insita nell’originaria matrice
discorsiva, verso un irrigidimento irreversibile dei confini biopolitici
della nazione » (p. 155).

Le
leggi razziali e le norme sulle colonie sono allora «un’espansione
argomentativa» di principi del Codice civile del 1865 (p. 165). Proprio
perché tocca queste strutture di discorso, più profonde delle pur
evidenti differenze politiche, Sublime madre nostra convince. Alla fine,
Banti si domanda se davvero, per scongiurare i pericoli leghisti,
abbiamo ancora bisogno di valori patriottici che si prestano a queste
declinazioni o, più radicalmente, di un’identità nazionale. Che almeno
da mezzo secolo il grosso degli intellettuali italiani vi abbia
rinunciato, è evidente; ma non vi rinunciano gli Stati nazionali di cui,
anni fa, si annunciava affrettatamente la fine. Se il passo ulteriore è
istituire un senso di appartenenza civica e repubblicana fondato
sull’universalità di diritti e doveri, come fondarlo nell’Italia del
2011, e con la storia che Banti racconta?

Fra
le colpe che andranno imputate al berlusconismo, c’è anzitutto l’aver
promosso la subcultura, l’interesse privato, l’illegalità, la
corruzione, la compravendita delle coscienze a regole della vita
individuale e politica. Alla necessità di un’etica comunitaria non si
sfugge: e certo rimediare alla sua mancanza è più difficile che
mobilitare vecchie retoriche. Abbiamo più bisogno di Stato che di
nazione o di patria.
Alberto Mario Banti, "Sublime madre
nostra. La nazione italiana dal Risorgimento al fascismo"Scritto da
Raffaele Donnarumma [Laterza, Roma-Bari 2011]
Fonte :
http://www.allegoriaonline.it/index.php/component/content/article/70-63/462-alberto-mario-banti-qsublime-madre-nostra-la-nazione-italiana-dal-risorgimento-al-fascismoq.html
Le foto sono di Marco Passaro
Eremo Via vado di sole, L'Aquila, martedì 1 maggio 2012
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