LINEA D’OMBRA : Traffico minori
Un milione di bambini in mano ai trafficanti, la battaglia nel mondo per fermarli
di Monica Ricci Sargentini
Fermare
il traffico di minori si può o almeno ci si prova con ogni mezzo. Al
termine di una campagna durata tre anni l’Ecpat-International, un
network di organizzazioni che combatte contro lo sfruttamento sessuale
dei bambini, ha presentato un rapporto a Bangkok, insieme a The Body
Shop, in cui ha mostrato, dati alla mano i passi avanti fatti per
contrastare un’industria ignobile che ogni anno sfrutta almeno 1,2 di
bambini e che genera profitti per miliardi di dollari. Rispetto al
2009, quando è iniziata la campagna, e dopo la presentazione di 7
milioni di firme alle Nazioni Unite, i risultati sono abbastanza
incoraggianti. Il rapporto Creating Change through Partnership rivela
come la scossa mondiale della campagna “Stop al traffico di bambini a
scopi sessuali” abbia ispirato i governi di tutto il mondo ad agire
contro la tratta di esseri umani.
Dove
la campagna è stata presentata direttamente agli Stati, 14 Paesi hanno
cambiato la legislazione per proteggere al meglio i bambini dal traffico
del sesso, tra questi gli Stati Uniti, la Svizzera, la Romania e la
Svezia. Altri quattro governi hanno ratificato il protocollo delle
Nazioni Unite sul Traffico: si tratta di India, Indonesia, Grecia e
Irlanda. Mentre altri quattro hanno firmato il Protocollo opzionale
sulla vendita di bambini, la prostituzione infantile e la pornografia
infantile: Pakistan, Lussemburgo, Malta e Nuova Zelanda. In Australia,
invece, ci si prepara a considerare un crimine entrare nel Paese allo
scopo di praticare il turismo sessuale. Dal 2009 ad oggi c’è stato un
aumento dell’11% del numero dei Paesi che hanno fatto passi
significativi in questo senso.
Molto si sta facendo anche
per proteggere le piccole vittime dello sfruttamento che spesso
finiscono nei guai con la giustizia per aver commesso atti cui sono
stati costretti. In Spagna, per esempio, è stata approvata una norma che
distingue tra immigrati clandestini e persone entrate a causa del
traffico umano. In alcuni Stati americani come il Vermont, il
Connecticut e il Minnesota un minorenne non può essere incarcerato o
incriminato per prostituzione. L’Ecpat finanzia anche una serie di
programmi volti ad aiutare le vittime a rifarsi una vita.
Ma
la strada è ancora lunga. Nel mondo uno Stato su cinque manca di una
legislazione apposita per proteggere i cittadini più indifesi anzi, in
alcuni casi, li criminalizza e li punisce più di quanto faccia con i
trafficanti. Per migliorare la situazione l’Ecpat consiglia di
armonizzare la legislazione nazionale con quella internazionale
guardando al protocollo delle Nazioni Unite per il Traffico o al
Protocollo opzionale sulla vendita dei bambini. Di grande aiuto è anche
la creazione di un’unità di polizia che si occupa solo di questo
problema e di alcuni servizi di supporto come un numero da chiamare per
le segnalazioni e dei rifugi dove accogliere le vittime con personale
specializzat
Eremo Via vado di sole, L'Aquila, mercoledì 9 maggio 2012
mercoledì 9 maggio 2012
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