
Sulla copertina ci sono le parole di Jonathan Lethem,che non è l’autore. S’intitola Reality Hungher e di quest’opera Geoff Dyer scrive.”Ho appena finito di leggere Reality Hungher e mi ha illuminato, intossicato,estasiato sopraffatto. E’ un vetro attraverso cui guardare il mondo ( come lo mostrano letteratura video e musica) e allo stesso tempo uno specchio attraverso il quale vederci riflessi ,là in mezzo. Un libro oltraggioso ma anche un’opera che si compone leggendola” .
Apri il libro e trovi una lista numerata: l’arte è furto,sono contento di passare alla storia come l’uomo del copia incolla e 618 citazioni senza una virgoletta. Da Cicerone all’ultimo autore anche dal nome impronunciabile le citazioni si legano tra di loro e svolgono il filo logico e continuo di una storia.

Nabokov scriveva e non si stancava di ripeterlo: l’unica parola che può andare tra virgolette è la realtà.
La massima originalità per lo scrittore è dunque rubare bene?
Perché? Perché la grande letteratura è morta nell’Ottocento? Il passaggio dall’azione alla riflessione l’ha uccisa?

“Racconta, come scrive Francesco Erbani lunedì 28 giugno 2010 su La Repubblica, del predominio che la macchina editoriale,soprattutto quella dei grandi gruppi, ha assunto nel mercato della letteratura , dove non ci sono più opere e scrittori , critici o riviste , ma solo libri , solo produzione industriale , solo una filiera perfettamente assestata, e nella quale, però quella che un tempo si chiamava la società letteraria ha pensato bene di accomodarsi ,spintonando un po’ e anche dando di gomito , ma trovando un cantuccio dove accomodarsi. “


Ebbene queste tre parole che potrebbero equivalere a “Idiota leggi questo” hanno forza e sicurezza ma anche musicalità . In italiano “Chiamatemi Ismaele” è una frase :per continuare a tradurre Moby Dick dunque ne dovete tradurre ancora circa un milione di frasi : Ma la’utorità di questa prima frase dimostra l’autorità di quello che è uno scrittore Hermann Melville.
Certo ogni romanzo, se il romanziere è onesto e lo ammette, non è altro che una rozza approssimazione della storia che si voleva raccontare ,probabilmente è il miglior libro scritto in quel momento, a scriverlo cinque anni dopo sarebbe completamente diverso .
Continua Cunningham nella parte iniziale della sua Lectio Magistralis “Il lettore, lo scrittore , il traduttore” presentata a Firenze al premio Vallombrosa Gregor Von Rizzori tenutosi dal 16 al 18 giugno 2010 :”In ogni caso noi cerchiamo sempre cattedrali di fuoco , e parte dell’eccitazione nel leggere un grande libro sta nella promessa di un nuovo libro che non abbiamo ancora incontrato , un libro che

Seguiranno dunque esperimenti di copia e incolla . Copia e incolla dunque un esperimento.
Eremo Via vado di sole , L’Aquila, domenica 26 settembre 2010
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