Il testo che accompagna le foto di Paolo Virzì scattate durante la visita di qualche giorno fa a L’Aquila e pubblicate sul sito www.ilpost.it racconta : “Ma ad un certo punto, tra i ragazzi e le ragazze che ci accompagnavano, e grazie ai quali eravamo lì, tutti film-maker aquilani, tutti ex-allievi dell’Accademia dell’Immagine, ha cominciato a circolare qualche battuta: “Venghino, siòri! Provate anche voi l’emozione del Maceria Tour!”, “Vuoi vedere da vicino una vera città terremotata!? Vuoi vedere un carriolante in carne ed ossa?” “Vieni anche tu a godere di quel che resta dell’Aquila e non sarai deluso!” E ci è venuto a tutti da ridere come può capitare solo nei momenti inopportuni: un’ilarità assurda, tragica. Forse l’unica espressione possibile per reagire al senso di sgomento e d’impotenza.(…)“Si chiamano , i ragazzi che accompagnano Virzì, come continua il commento alle foto, Luca Cococcetta, Silvia Consales, Salvatore Diodato, Diego La Chioma, Francesco Paolucci, Peter Ranalli, Alessia Moretti, Agnese Porto, Gianluca Tiboni. Hanno poco più di venti e poco meno di trent’anni, se andate a L’Aquila può darsi che li troviate a zonzo, con una telecamera in mano (…)Sono giovanifilm-maker che la settimana scorsa hanno realizzato sei brevissimi video, molto belli e a modo loro raffinatissimi, sei piccole storie: una bambina che gioca tra le macerie, immersa in una propria fiaba, incurante dell’agitazione del mondo alle sue spalle, uno studioso di musica antica che continua a suonare l’organo di una chiesetta semidistrutta, un giovane film-maker ossessionato dall’overdose di interviste ai terremotati, un giovane elettricista nella sua ossessiva routine quotidiana di sradicato, una signora che tutti i giorni va a sedersi su una panchina per fissare in silenzio il portone della sua casa inagibile, la vita che continua in questa calviniana città invisibile. Un altro importante pezzettino di un loro racconto personale che va avanti dal famigerato aprile dell’anno scorso, che poi han mostrato domenica al pubblico della Festa del PD allestita davanti a quel che resta della basilica di Collemaggio.”
Leggendo questa storia raccontata così mi sono sorpreso a pensare quante volte, nei mesi scorsi, ho fatto riferimento nei miei post al “terremoto tour “ ovvero come loro stessi lo definiscono “ a quel torrente enfatico d’immagini, sensazionalistiche, o patetiche, o indignate, che finora abbiamo visto su L’Aquila “ senza niente di autentico e penetrante .
Ho incontrato un giorno , immediatamente dopo la riapertura di una parte del corso , quello che va dalla villa a Piazza Duomo comitive intere che ammiravano i danni alle costruzioni mangiando il gelato. Qualcuno mi ha chiesto se era tutto lì perché cercavano la casa dello studente e qualcuno mi ha messo in mano una macchina fotografica chiedendo di “ fargli uno scatto”. E mi venne spontaneo osservare molte di quelle persone , rappresentanti di unaa umanità che si incontra nelle strade, nelle piazze, nei super mercati, dei nostri paesi : qualcuno era anche in carrozzella , qualcuno si trascinava zoppicando, altri mogi e tristi per loro motivi che con spirito sado-maso ( esagero un po’ ma è il bello della diretta della scrittura sul blog… se rifletto un attimo cambio espressione e finisce il bello della diretta)erano venuti a finire di rattristarsi a quello spettacolo della devastazione di una città. Curiosità direte, interesse alle sorti della città, constatazione di fatto, solidarietà agli aquilani, testimonianza di vicinanza e tutto quello che volete .Resta questa mia sensazione : dura, aspra, affabulante ( ecco perché mi è piaciuto lo spunto preso dalla lettura del commento alle foto di Virzì).
E’ che , forse esagero, a furia di assistere a questi macerie tour che non sono solo della gente comune ma anche di protagonisti mi sembra che non ci sia rimasto più niente di autentico : nemmeno più il terremoto è autentico (posso dirlo. Me lo passate?)
Allora diventa importante, secondo me, in questa vicenda così dolorosa del terremoto, l’autenticitàattraverso la quale leggere i fatti , le storie, le immagini, le idee,. Autenticità che vuol dire qualche volta anche irrazionalità, accesa fantasia, ricerca di utopie , ; autenticità che può voler dire essere fuori dalle leggi fondamentali della logica e della probabilità . L’autenticità dei bambini .
Anche se scrive Riccardo Viale sul domenicale de Il Sole 24 ore di domenica 12 settembre 2010 :”Forse molti di noi hanno ancora il ricordo della compagnia di qualche creatura fantastica, in qualche serata solitaria della nostra infanzia. Alcune volte queste apparizioni sono avvenute anche dopo l'infanzia, causando a noi e ai nostri genitori qualche preoccupazione sulle condizioni della nostra salute mentale. Un tempo queste manifestazioni della fantasia infantile erano etichettate dagli psicologi come esempio dell'irrazionalità e immaturità della mente infantile. Secondo questa tesi, il bambino non solo ha percezioni di tipo allucinatorio e si inventa oggetti epersonaggi inesistenti, ma non utilizza, nel ragionamento e giudizio, le leggi fondamentali della logica e della probabilità, costruisce ipotesi sul mondo infalsificabili dall'esperienza empirica, non ha una chiara rappresentazione della continuità del proprio io, confonde soggetti animati e non, non ha principi e regole morali nel rapporto con gli altri, ama in modo egocentrico e finalizzato al soddisfacimento delle sue pulsioni fisiologiche, eccetera… La maggior parte degli psicologi, in primis Freud e Piaget, con l'eccezione di pochi come la Montessori, sono stati sostenitori di alcune di queste tesi.”
Autenticità significa dunque apprezzare l'immaginazione fantastica che l ungi dall'essere un fenomeno para psicopatologico è, invece, una fondamentale modalità epistemologica innata per conoscere e apprendere. Immaginare significa creare mondi alternativi, popolati di creature reali e non reali che interagiscono in situazioni nuove. Con l'immaginazione i bambini ampliano la loro gamma esperienziale, mettono alla prova il mondo reale, imparano alternative possibili rispetto a quelle già presenti nel loro repertorio mnemonico o nella vita quotidiana. L'immaginazione funziona da palestra contro fattuale su ciò che si potrebbe realizzare se ci fossero altre condizioni iniziali o se si prendessero decisioni differenti.
Lo afferma il bello e tenero libro della psicologa di Berkeley, Alison Gopnik, The Philosophical Baby, da un po' di anni la psicologia dell'età evolutiva che sta ribaltando l'immagine del bambino come «animale» o come «freak».
E dunque può anche venire il maceria –tour se è qualcosa di autentico come autentiche sono state le storie presentate dai film maker aquilani di cui abbiamo letto sul blog IL POST e che ha dato lo spunto a queste riflessioni.
Le foto sono di Paolo Virzì
Eremo Via vado di sole, L’Aquila, Mercoledì 15 settembre 2010
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