Cristo che ci invita sempre a fare scelte chiare ,qualche volta radicali, Cristo che afferma nell’episodio raccontato da Luca ( 14,25-33)” Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie e i figli le sorelle e perfino la propria vita , non può essere mio discepolo..”e proseguendo “ Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo…” Cristo, appunto, non ci dice di rinunciare e disprezzare tutto questo . Ci dice invece che nello scegliere, messi in condizione di scegliere, il primo posto deve essere dato a lui.
E gli va dato in maniera radicale perché, nel contesto del brano sopra riferito, Luca addirittura usa un’espressione singolare e significativa : chi non “Odia” il proprio padre non può essere mio discepolo.

La testimonianza del discepolo , del cristiano , che non è un “fans” di Cristo , non è un “ammiratore” sta proprio nel mettere in pratica i decreti del suo Dio , e invocandolo quotidianamente “Fa risplendere il tuo volto sul tuo servo e insegnami i tuoi decreti”.
Dunque è Cristo che ci fa conoscere il Padre ed è il Padre che ci conduce a Cristo . Perché appunto Cristo è la Sapienza fattasi carne e venuta a piantare la sua tenda in mezzo agli uomini . E gli uomini furono salvati per mezzo della Sapienza.
La Sapienza donataci da Dio operchè l’uomo attraverso di essa può conoscere “ le cose del cielo”. Esiste una Sapienza che sta al di sopra del cielo , che siede accanto a Dio e e che gli è compagna per la creazione e il rinnovamento di questo mondo. E mai l’uomo avrebbe potuto conoscere questa Sapienza se Dio stesso non l’avesse data come dono dall’alato all’uomo attraverso l’invio del suo spirito.
Afferma il Libro della Sapienza (9 , 13-18) “Quale uomo può conoscere il volere di Dio ? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le riflessioni, perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.A stento immaginiamo le cose della terra , scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi ha investigato le cose del cielo? Chi avrebbe conosciuto il tuo volere se tu non gli avessi inviato il tuo santo spirito? Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra ; gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della Sapienza”.
In questo contesto la Sapienza è al di sopra del cielo stesso ed è quel dono che Dio fa agli uomini che appunto vivono, sempre per ricordare Platone in una caverna. Sapienza che, come si diceva, sta al di sopra del cielo e che il grande Aristotele riporta a misura dell’uomo in quello che è la filosofia : amore della sapienza e sapienza d’amore. Tutta l’antichità predilesse quelli che erano le arti della sapienza e quindi la filosofia mettendo in ombra le arti meccaniche fino a quando non ebbero un riconoscimento con la separazione dell’ancilla ( la teologia) dalla sua signora ( la filosofia).
D’altra parte dice Luca (21,15) “io vi darò lingua e sapienza a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere”
Lingua e sapienza dunque per cui non resta che invocare come nel cantico Sap. 9,1-6,9-11)
"Dio
Eremo Via vado di sole, L’Aquila Domenica 5 Settembre
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